Presentato in anteprima nazionale lo scorso 21 ottobre alla PictureHouse Theathre di Pelham il documentario di John Maggio, The Italian Americans. Il documentario sarà la grande novità narrativa dell'anno per la comunità italiana d’America e per l’Italia.
Negli Stati Uniti il film, della durata di 4 ore, andrà in onda su PBS, diviso in due puntate: la prima il prossimo 17 febbraio, la seconda il 24. In Italia i diritti sono stati acquistati da RAI Storia e il documentario sarà trasmesso nel corso del 2015. Nel frattempo, John Maggio e Maria Laurino, l’autrice del volume che accompagnerà il documentario, stanno girando l’Italia per promuovere il film. Una presentazione si è tenuta all’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma seguita da una presentazione al Consolato USA di Milano.
John Maggio, l’autore del documentraio, vanta una lunga carriera cinematografia. Vincitore di vari Emmy Awards, autore di numerosi documentari premiati alle più importante rassegne cinematograficche internazionali, al momento sta lavorando con il professor Gates sulla tracciabilità genealogica degli afro americani.

John Calvelli e John Maggio in conversazione dopo la proiezione del film
A Pelham è stata proiettata una sintesi di The Italian Americans della durata di un’ora, seguita da una conversazione con John Calvelli, presidente della Picture House e vice presidente della NIAF, l'associazione che raccoglie gli italiani d’America. La proiezione è stata seguita con enorme interesse da un teatro gremito. Tra gli ospiti illustri abbiamo notato il congressman Elliot Engel, il giudice della Corte Suprema dello Stato di New York, Dominic Massaro, il direttore dell'Italian American Museum Joseph Scelsa, l’intellettuale afroamericano Cornel West.
Nelle immagini proiettate alla Picture House, una rapida sintesi della storia sociale, politica e culturale degli italiani negli Stati Uniti d’America. Uno dei temi intorno ai quali è stata costruita la narrativa cinematografica è quello della famiglia. Il documentario, con la voce narrante dell'attore Stanley Tucci, si apre con uno spaccato sulla comunità italiana di Roseto (Pennsylvania) per anni studiata dai maggiori centri di ricerca medica americani per la longevità dei suoi abitanti, dovuta – pare – non soltanto ad una alimentazione mediterranea ma soprattutto al nucleo familiare coeso che mitiga alcune malattie sociali tipiche della società Americana, molto individualista e con scarsa coesione familiare. L’altro lato, se vogliamo oscuro, della famiglia, rimane quello dell’accezione malavitosa. Spada di Damocle della comunità italiana, è un fenomeno sociale nel quale sono incappati tutti i gruppi etnici presenti in America, ma che nella comunità italiana ha lasciato profonde tracce di rimorsi misti a vergogna.
Notevole la parte riservata all’impegno politico degli italiani d’America. Sullo schermo passano tutti i big della politica italiana d’America, da Geraldine Ferraro, prima donna candidata alla vice presidenza USA nella corsa alla Casa Bianca Mondale-Ferraro a Mario Cuomo, ex governatore dello stato di New York e autore di uno straordinario discorso alla Convention democratica di San Francisco del 1984 che lo portò all'attenzione nazionale, tanto che molti lo consideravano possible candidato alla presidenza USA. Notevole anche la parte dedicata al giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, uno dei due italiani (l'altro è Samuel Alito) a sedere sullo scranno del Massimo organo di giustizia USA.
Interessante la riflessione di Gay Talese che ha ricordato il contrasto familiare sorto durante la seconda Guerra mondiale quando il padre italiano fu duramente toccato dal bombardamento alleato dell'Abbazia di Montecassino. Toccante, poi, la testimonianza di John Turturro sul processo di integrazione della sua famiglia.
Il documentario è uno spaccato degli italiani d’America, tanti arrivati ai vertici della società Americana. In essi è rimasto, a distanza di generazioni, un ricordo dell'old Country. Una comunità resiliente, fatta di persone capaci di trasformare le loro vite, di abbracciare nuovi valori, di crescere socialmente ed economicamente avendo spesso incontrato un ambiente resistente se non ostile.
Il documentario, costato oltre 4 milioni di dollari, nelle parole di John Maggio costituirà la piattaforma educativa dalla quale partire per definire programmi scolastici per la scuola americana incentrati sulla storia culturale italoamericana.
Il dibattito seguito alla proiezione ha visto John Calvelli conversare con John Maggio. Vari i temi toccati: le motivazioni di questa produzione cinematografica, la recezione in Italia (anteprima a Palermo e Torino), ma soprattutto lo stato attuale della comunità italiana d’America, in grado, secondo l’autore, di rileggere la propria storia e proporla alle nuove generazioni.
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