Il libro Cosa pensano di noi, di Luisella Costamagna, sul sesso e le donne viste dagli uomini, scritto da una donna, parte da tre verità, il che non è poco.
La prima: gli uomini tra loro parlano spesso di sesso, mentre con una donna solo se vogliono farlo con lei o l'hanno appena fatto, oppure se è la compagna/amica del cuore. Seconda: le narrazioni più importanti sul sesso che abbiamo visto negli ultimi anni sono tutte al femminile, da Sex and the city alle Cinquanta sfumature. Non molti novelli Henry Miller in giro (al cinema c'è Lars von Trier, ma anche lui nel suo ultimo Nymphomaniac ha messo al centro una donna). Terza verità, che deriva in parte dalla seconda: le idee sulla sessualità maschile oggi rischiano di ridursi ai soliti luoghi comuni (la prima preoccupazione di un uomo sono le dimensioni del pene e altre cose del genere) e agli scontatissimi scoop di periodici/web magazine (in genere riconducibili al binomio la crisi del maschio-il ritorno del maschio, anche se il tema che va per la maggiore attualmente è l'androginia, con buona pace dei glam-rocker alla Bowie che l'avevano lanciata all'inizio degli anni '70).
Questo Cosa pensano di noi, edito da Mondadori, mantiene le sue promesse? Dice, insomma, del sesso visto dagli uomini qualcosa che va al di la' dei luoghi comuni? Beh, innanzitutto sarà bene riconoscere che in certi campi il luogo comune ha sempre un fondo di verità, lo dice la stessa Luisella Costamagna, giornalista che si divide fra Tv e carta stampata, per anni collaboratrice di Santoro, con all'attivo un altro libro sempre per Mondadori, Noi che costruiamo gli uomini, del 2012.
Il punto di partenza dell'inchiesta, basata su interviste libere, nulla di realmente sociologico, è stato: vale tutto, cioè, si può dire tutto (purché nella sfera del sesso consenziente). Questo è ok, sia perché il linguaggio usato è quello "vero" (insomma, niente latinismi o perifrasi), sia perché, altra verità enunciata in premessa, viviamo circondati da messaggi a sfondo sessuale, ma in realtà facciamo ancora fatica a parlare di sesso in maniera aperta. Di per sè è anche comprensibile, il sesso appartiene ad una sfera molto intima e protetta. D'altra parte, proprio da qui (o almeno, anche da qui) si genera l'interesse che sempre connota il discorso sessuale, dall'essere il sesso, oggi come ieri, circondato da veli, veti, ansie, prudenze, metafore, imbarazzi, forse anche questioni di potere. Ma soprattutto, il "vale tutto" è al servizio una donna che chiede a degli uomini – a uomini sconosciuti – di parlarle di donne. Non tanto comune, come situazione.
Ovviamente l'autrice è abbastanza intelligente da sapere che gli uomini che ha intervistato possono averle mentito. Anche questo del resto fa parte del gioco, perché una porzione consistente della vita erotica avviene nella mente, oppure ha a che fare con l'immagine di sé che si vuol trasmettere agli altri. A volte semmai è interessante notare, fra le pieghe del discorso, sempre leggero, ironico, di cosa si stupisca la stessa intervistatrice, ad esempio che gli uomini possano usare il termine "troia" in un'accezione neutra, ovvero non negativa. Il linguaggio si adatta ai tempi e le parole possono assumere significati diversi, una giornalista navigata dovrebbe saperlo. Non sorprende invece l'ostilità tutta femminile per le pastiglie, che qualche intervistato confessa di prendere, anche se giovane, per combattere non veri problemi di impotenza, ma quelli creati dall'ansia di prestazione. La Costamagna evita di dirlo apertamente, però si capisce che disapprova.
Ma rimaniamo all'uomo, perché sono gli uomini, a parlare, in questo libro, protetti dall'anonimato. Cosa raccontano? Una parte piuttosto gustosa è quella dedicata ai loro incontri con "gigantesse" (il termine è un prestito da un quadro di Magritte). Ovvero donne fantasiose, spregiudicate, non proprio insaziabili, ma certo capaci di spingersi molto in là. Donne di cui subiscono il fascino. Questo dato è interessante, perché capovolge l'idea che la maggior parte degli uomini (italiani, occidentali) aveva delle donne fino a 50 anni fa, grosso modo, diciamo fino a prima del '68. Certo, allora esistevano gli stereotipi della "Femme fatale", della "Mantide" e altri simili, ma per la maggior parte degli uomini si riferivano a qualcosa di visto al cinema piuttosto che di realmente sperimentato. L'idea generale era un'altra: l'uomo è cacciatore, selvaggio, ragiona con i genitali, mentre la donna ci prova gusto davvero solo se innamorata. Da alcune delle testimonianze raccolte dalla giornalista emerge un vissuto maschile molto diverso. Numerosi uomini ripetono che le donne, se ci si mettono davvero, sono capaci di salire higher, più in alto di loro. Hanno più iniziativa, più fantasie, e sanno metterle in pratica. Si tratti di rapporti a tre, di sesso sul balcone, di foto, o anche solo di ordinari giochi con lingerie e capi d'abbigliamento.
C'è, fra gli altri, anche un capitolo dedicato al web, al maschio che va "a caccia" sulla rete, un po' tristino. La seduzione della parola sembra essere l'ultima preoccupazione di questi uomini allupati che chiedono alla donna virtuale agganciata in rete soprattutto una cosa: accendi la cam (ma forse la giornalista non ha passato abbastanza tempo in internet, non può essere tutto qui).
E c'è l'ampia parentesi delle donne semplicemente immaginate. Luisella Costamagna va oltre la questione della mera idealizzazione. "Tra i miei interlocutori – scrive – non ne ho trovato uno, dico uno, che a un certo punto della nostra conversazione non ammettesse una semplice verità: sì, mi masturbo". Su questo terreno il libro dà a Cesare, cioè a youporn, alla pornografia in generale, ciò che le spetta, ma poi mette a nudo un altro "segreto": se l'uomo deve immaginare, non immagina maggiorate o modelle, ma donne della porta accanto. La realtà, si direbbe, è sempre più interessante (o rassicurante?). Anche nelle fantasie.
Sarà curioso, credo, per un lettore, confrontarsi con le opinioni dei suoi simili riguardo a cose come la depilazione – intima – o la cellulite, scoprendo, o trovando conferma del fatto che quest'ultima non è quasi mai demonizzata, al contrario dei risultati della chirurgia estetica, che in generale gli uomini dicono di detestare. Le lettrici, a loro volta, potranno sentirsi rassicurate, specie se non del tutto statuarie, da chi ammette di non amare la carne troppo ferma, troppo soda, di preferire quella che un po' "si muove".
Sarà vero, tutto questo? Chissà. Certo, il libro non è il rapporto Hite e in fondo non svela niente che i lettori di rubriche come quella di Dan Savage su L'Internazionale non conoscano (Dan è inarrivabile). Ma la Costamagna espone ciò che ha raccolto con distaccato humor, e in maniera talmente esplicita da rendere la lettura…beh, godibile.
Luisella Costamagna, Cosa pensano di noi. Gli uomini raccontano il sesso e le donne, Mondadori Strade blu, 2014, 190 pagine, 17 euro.
Discussion about this post