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March 28, 2019
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Tra tante emozioni, “Dog Man” di Matteo Garrone trionfa ai David di Donatello

Nove statuette al film di Garrone, commuove anche alla premiazione "Sulla mia pelle" di Alessio Cremonini. Delusioni per Guadagnino e Golino

Giuseppe SacchibyGiuseppe Sacchi
Time: 6 mins read

La notte della 64esima edizione dei premi David di Donatello (l’Oscar italiano), ha visto il trionfo di “Dogman“, di Matteo Garrone, che si è portato a casa ben nove statuette (tra cui Migliore Film, Migliore Regia, Migliore attore non protagonista – Edoardo Pesce -, Migliore sceneggiatura originale e Migliore Fotografia), seguito da “Sulla mia pelle“, di Alessio Cremonini, con 3 statuette (Migliore attore protagonista – Alessandro Borghi -, Migliore regista esordiente e Premio David Giovani).

Grandi sconfitti “Chiamami col tuo nome“, di Luca Guadagnino, che su 12 candidature ha portato a casa solo 2 David (Migliore sceneggiatura non originale e Migliore canzone originale), mentre “Lazzaro felice“, di Alice Rohrwacher, e “Euforia“, di Valeria Golino, sono rimasti a mani vuote nonostante le, rispettivamente, 9 e 7 candidature.

E’ stata una notte, condotta da Carlo Conti, tra alti e bassi, equamente presenti, e in cui non sono mancati anche momenti di leggero imbarazzo, come il mal riuscito coretto del cast di “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino (Premio del pubblico con i suoi 9 milioni di euro d’incasso); il lungo soliloquio di Muccino interrotto da Stefania Sandrelli con un “Se posso riassumere brevemente”; la quasi mancata consegna del David Speciale a Uma Thurman che se ne stava andando dal palco senza statuetta e il rimprovero di Dario Argento (David Speciale) a Carlo Conti perché “gli fanno sempre le stesse domande”. Il maestro del giallo-horror, che in quarant’anni di carriera non aveva mai ricevuto un David,  ha comunque spiegato sinteticamente così il suo cinema: “Parlo con la mia metà oscura e la racconto nei film”.

Altro David Speciale è andato alla scenografa Francesco Lo Schiavo, vera eccellenza, orgoglio italiano nel mondo della celluloide, tanto che, per esempio, in coppia con Dante Ferretti, è tra i preferiti di Martin Scorsese.

Al regista Tim Burton – consegnatogli da Roberto Benigni – è andato il David alla carriera. Un premio che ha anticipato di poche ore l’uscita italiana di “Dumbo“, il nuovo live action Disney da lui diretto. Burton, visibilmente divertito, ha detto: “Grazie mi viene da piangere, è bellissimo essere qui e vorrei che la gente fosse così carina anche nel mio Paese. L’Italia fa parte del mio Dna, sono cresciuto coi vostri film, mi sento in famiglia. Ricevere questo premio da Roberto è uno dei più grandi onori della mia vita”.

Toccante il breve discorso di Alessandro Borghi, premiato per la sua interpretazione di Stefano Cucchi nel film “Sulla mia pelle“: “Grazie alla famiglia Cucchi per essersi fidata di me. Grazie alla mia famiglia: questo film è stato complicato e loro ne hanno pagato le conseguenze. Questo premio è di Stefano Cucchi e all’importanza di essere riconosciuti esseri umani a prescindere da tutto”. Il produttore del film, Andrea Occhipinti (Lucky Red) si è augurato che “il sacrificio di Stefano non sia stato vano”.

Il premio al miglior film straniero è andato a “Roma”, di Alfonso Cuaron.

Al di là dei premi, è stato un anno in cui, come ha detto Piera Detassis (da due anni Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano) nell’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “gli autori non hanno smesso di indagare l’Italia del presente, con film di respiro civile e racconti di quella diversità capace di rompere i muri, anche con la bontà, termine desueto eppure così vivo”.

Non c’è dubbio che il cinema italiano ha segnato nel 2018 incoraggianti momenti di ripresa, specialmente nelle sceneggiature, nel modo di raccontare ed anche in campi prima quasi “negati”, come gli effetti visivi speciali, per i quali, meritatamente, a mio modesto giudizio, il David è andato a Victor Perez, per “Il ragazzo invisibile: Seconda generazione“. Nel ricevere la statuetta ha ricordato così i dieci anni dal terremoto di Aquila: “Il premio lo dico alle persone che rimangono, anche se è difficile. Dieci anni fa ho perso la casa, sono stato in pigiama per una settimana. Questo premio significa: non arrendersi mai”.

Durante la serata è stata anche lanciata una grande iniziativa che, per la prima volta, riunisce tutto il mondo dell’industria cinematografica – ANICA, ANEM, ANEC, Accademia del Cinema italiano e MiBAC: “Un inedito lavoro di squadra, con lo sguardo rivolto alla valorizzazione della sala, luogo primario di aggregazione sociale e di consumo – ha detto Piera Detassis durante l’incontro al Quirinale -. Il progetto si chiama MOVIEMENT e il suo motto è ‘Al cinema tutto l’anno’. Un obiettivo ambizioso ma necessario, che partirà con i quattro giorni di Cinemadays, anteprime a tre euro in tutte le sale dall’1 al 4 aprile e proseguirà con una programmazione estiva ricca di blockbuster e cinema d’autore per tenere aperte le sale anche nella stagione calda e sconfiggere il tradizionale vuoto di tre mesi”. Un progetto che, insomma, cerca di cambiare le abitudini dello spettatore.

TUTTI I PREMI

Miglior film: ‘Dogman’ di Matteo Garrone

Miglior regia: Matteo Garrone per ‘Dogman’

Miglior regista esordiente: Alessio Cremonini per ‘Sulla mia pelle’

Miglior attore protagonista: Alessandro Borghi (‘Sulla mia pelle’)

Miglior attrice protagonista: Elena Sofia Ricci ( per il ruolo di Veronica Lario in ‘Loro’ di Paolo Sorrentino)

Miglior attore non protagonista: Edoardo Pesce (‘Dogman’)

Miglior attrice non protagonista: Marina Confalone (‘Il vizio della speranza’ di Edoardo De Angelis)

Miglior sceneggiatura originale: Matteo Garrone, Massimo Gaudioso e Ugo Chiti (‘Dogman’)

Miglior sceneggiatura non originale: James Ivory, Luca Guadagnino e Walter Fasano (‘Chiamami col tuo nome’ di Luca Guadagnino)

Miglior produttore: Cinemaundici e Lucky Red

Miglior autore della fotografia: Nicolaj Bruel (‘Dogman’)

Miglior musicista: Sascha Ring e Philipp Thimm (‘Capri-Revolution’ di Mario Martone)

Miglior canzone originale: ‘Mistery of love’ di Susfjan Stevens (‘Chiamami col tuo nome’)

Miglior scenografo: Dimitri Capuani (‘Dogman’)

Miglior costumista: Ursula Patzak (‘Capri-Revolution’)

Miglior truccatore: Dalia Colli e Lorenzo Tamburini (‘Dogman’)

Miglior acconciatore: Aldo Signoretti (‘Loro’)

Miglior montatore: Marco Spoletini (‘Dogman’)

Miglior suono: Maricetta Lombardo, Alessandro Molaioli, Davide Favargiotti, Mauro Eusepui, Mirko Perri e Michele Mazzucco (‘Dogman’)

Migliori effetti visivi: Victor Perez (‘Il ragazzo invisibile: Seconda generazione’ di Gabriele Salvatores)

Miglior documentario: ‘Santiago, Italia’ di Nanni Moretti

Miglior film straniero: ‘Roma’ di Alfonso Cuaron

Miglior cortometraggio: ‘Frontiera’ di Alessandro Di Gregorio

Premio David Giovani: ‘Sulla mia pelle’

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Giuseppe Sacchi

Giuseppe Sacchi

Sono marchigiano, ma non esattore delle tasse. Amo il cinema e le persone, perché le loro vite sono film di vario genere, dal comico al thriller. Ho vissuto a New York 16 anni lavorando per "America Oggi", "Paese Sera", riviste Moda e King. In Rai ho condotto per 7 anni il programma "La Notte dei Misteri" e poi il giornale radio notturno. L'età non è quella della carta di identità ma quella che volete darmi.

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