Siamo a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, nelle campagne italiane, dove ancora intenso è il significato di famiglia, di condivisione e di unità. Un paesaggio povero, e un po' surreale, è quello che circonda la storia di Le Meraviglie, il film della giovane regista italiana Alice Rohrwacher, presentato nel 2014 al Cannes Film Festival, dove è stato selezionato per il Gran Prix speciale della giuria, al Toronto International Film Festival e al New York Film Festival, e nelle sale americane dal 30 ottobre con il titolo The Wonders.
E surreale non è solo l'ambientazione, ma la storia stessa, come anche i personaggi e tutto ciò che li circonda. Protagonista è una famiglia alternativa ed estroversa che vive in un casolare quasi abbandonato a se stesso nelle campagne toscane, improntando l'esistenza a una filosofia di libertà e d'amore. Una realtà in cui le fasi di crescita delle figlie sono mischiate tra loro senza differenze di età o di ruoli: tutti si aiutano l'un l'altro, lavorano insieme e condividono il poco che hanno.
La regista in questo suo secondo film, evidenzia il rapporto profondo ed intenso, presente tra il padre e la figlia maggiore, Gelsomina, di 12 anni, la quale può essere considerata un po' la portavoce della famiglia: è lei che affianca il padre nei lavori più duri della campagna, nel trattamento delle api per la produzione del miele, e soprattutto nel controllo delle sorelle minori, le quali, un po' come tutto ciò che le circonda, sono abbandonate a se stesse.
La figura del padre è curiosa, buffa e tragica nello stesso tempo: l'attore Sam Louwyck interpreta un personaggio fuori dalle regole, spaesato ma con i piedi ben saldi a terra, soprattutto perché cosciente delle difficoltà in vive la famiglia. Ciò nonostante, è un padre affettuoso, premuroso e divertente, che nasconde però un lato istintivo e irrazionale, il quale spesso si scontra con la personalità forte della moglie, l'attrice e sorella della regista, Alba Rohrwacher.
Gelsomina, ruolo ricoperto dall'attrice Maria Alexandra Lungu, nella sua fase di crescita adolescenziale, affronta giorno per giorno le vicende familiari, diligentemente e con pazienza, non dimenticandosi però di sognare e di credere nelle favole come tutte le bambine della sua età. Ed infatti, centro della storia è proprio un evento inaspettato e quasi magico che in qualche modo avvicina i membri della famiglia: silenziosamente e di nascosto, Gelsomina, iscrive l'attività agricola familiare ad un concorso TV che premia privati agricoltori per la promozione di piccole imprese.
Lo show televisivo Il paese delle Meraviglie, anch'esso surreale e quasi ironico, è presentato da Milly Catena, una Monica Bellucci, stanca e falsamente abbellita, che veste gli abiti di una donna affascinante ai tempi degli Etruschi, periodo in cui lo show è ambientato. Dopo una prima fase di disappunto da parte del padre, tutta la famiglia si trova poi a sperare di vincere lo show, un risultato che potrebbe salvare la loro impresa, a rischio chiusura a causa delle restrizioni legislative italiane.
Inoltre qualcos'altro interrompe il normale andamento della vita di campagna ed è l'arrivo di un bambino, introverso e difficile, in riabilitazione per aver commesso dei piccoli reati: l'ingresso nel nucleo familiare di un personaggio maschile, crea una sorta di confusione tra tutti i personaggi, anche perché il quattordicenne non parla e si rifiuta di comunicare. È con Gelsomina che però riesce in qualche modo ad aprirsi, forse perché il dialogo tra bambini è quasi naturale e vergine, spontaneo e diretto. E proprio la comunicazione è una delle caratteristiche principali del film: italiano, francese, inglese e greco sono mischiati tra loro in una sorta di gioco. Come se nel passaggio tra una lingua all'altra nelle conversazioni si nascondessero dei segreti antichi: la regista usa dialetti e idiomi creando un incontro di culture e radici che rappresentano la parte nomade e quasi ribelle delle persone raccontate nel film.
Un ruolo curioso, buffo e a tratti malinconico è poi ricoperto da Coco: l'attrice Sabine Timoteo indossa i panni di una donna misteriosa ed eccentrica, che fa parte della famiglia e fa un po' da mediatrice nelle discussioni tra genitori e figli.
Le meraviglie richiama il genere del realismo magico: attraverso un uso grottesco di immagini, espressioni e tempistiche la regista trasmette un sentimento di non appartenenza, di disagio e di sradicamento attraverso una buffa e sarcastica visione della povertà e delle difficoltà di tutti i giorni.
Nata a Fiesole nel 1981, Alice Rohrwacher ha studiato a Torino e Lisbona, ha lavorato come musicista teatrale e nel 2011 il suo primo lungometraggio Corpo Celeste, in anteprima a Cannes, è stato selezionato al Sundance Festival per poi arrivare nelle sale di New York, Regno Unito, Francia e Tokyo. In questo suo secondo lavoro, Alice Rohrwacher mostra un stile originale ed aperto, dal carattere indipendente e dai tratti neorealistici. L'immagine della vita raccontata in questo film, e di un ambiente tradizionale e alternativo insieme, suggerisce un'insolita visione della realtà.
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