Tutti i newyorchesi attendevano questa notizia da giorni, ma è stato confermato solo poche ore fa dal governatore di New York, Andrew Cuomo, in una conferenza stampa: i ristoranti potranno riaprire anche con il servizio all’interno con una capienza del 25% per gli esercizi dei cinque distretti, e del 50% per le attività nello stato di New York che riscontrino numeri bassi di contagi.
E’ un segno di speranza per tutti i proprietari e impiegati di bar e locali della città. Ma per riaprire le porte ai clienti si dovrà attendere ancora fino al 14 febbraio, giorno di San Valentino.
La pandemia, ad oggi, ha fatto saltare più di 140mila posti di lavoro nel comparto della ristorazione e la lotta è ancora lunga. E le rigide temperature invernali rendono difficile il servizio all’esterno, nonostante le strutture costruite ad hoc per accogliere i clienti al caldo e in sicurezza.
Un modo per tentare di salvare un’economia danneggiata dal virus, proprio in occasione della ricorrenza degli innamorati, anche se per alcuni ristoratori, questo non è ancora abbastanza per sopravvivere.
“Il 25% è meglio dello 0% – ha sottolineato il governatore in conferenza stampa- il tasso di positività al Covid-19 a New York è sceso dal 7,1% del 5 gennaio al 4,9% ad oggi, 29 gennaio, ma alcune zone metropolitane come il Bronx arrivano ancora al 7,06% . Occorre quindi venire a compromessi per tutelare la salute pubblica e allo stesso tempo non lasciare crollare l’economia”.
Con questo intervento ci si augura che, a detta del Governatore, “sia l’inizio di una lenta riapertura che permetterà di arrivare ad oltre il 50% della capacità dei locali entro il 15 marzo, in modo che tutti i clienti siano negativi al virus e che la sicurezza dei ristoranti sia approvata dagli enti sanitari locali”.
A dicembre, la situazione era drammatica, addirittura il sindaco Bill De Blasio aveva vietato l’utilizzo dei servizi igienici all’interno di bar e ristoranti, visti i dati preoccupanti ed in crescita, con un tasso di positività del 6.61%, per poi ripensarci. Fatto sta che gli esercizi hanno dovuto correre ai ripari costruendo in fretta spazi protetti con strutture esterne riscaldate, per non perdere del tutto la clientela. Prima della pandemia c’erano più di 25,000 tra bar, ristoranti e cafè che impiegavano più di 300mila persone.