Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
February 18, 2021
in
Primo Piano
February 18, 2021
0

La scomparsa di Raffaele Cutolo: di sicuro c’è solo che è morto ma così è una vergogna

Il boss della Camorra era ritenuto depositario di “segreti” devastanti sulle connessioni tra la delinquenza organizzata e il potere politico. Credibilissimo...

Valter VecelliobyValter Vecellio
La scomparsa di Raffaele Cutolo: di sicuro c’è solo che è morto ma così è una vergogna

Raffaele Cutolo dietro le sbarre da imputato durante uno dei suoi tanti processi (Immagine youtube)

Time: 7 mins read

Lo sai cosa c’è, caro Stefano, cara Voce di New York? Che Raffaele Cutolo sia morto come sia morto, segregato in un super-isolamento, vecchio, malato, incapace di intendere e volere, e tuttavia sottoposto a un crudele regime di carcere duro, quello del 41-bis che prevede un isolamento che ti fa uscire di testa, ecco, tutto questo non mi piace per nulla. Non mi piace per nulla che sia accaduto; che sia potuto accadere; con pochi, e isolati (nel senso che li si è isolati, e silenziati), che dicevano: così no. Così ci si comporta esattamente come coloro che si vuole combattere.

Conosco bene l’obiezione: Cutolo è un pluri-assassino; un delinquente capace di tutto; per anni è stato a capo di un sodalizio, la Nuova Camorra Organizzata, che ha insanguinato strade e piazze di Napoli e della Campania. Non c’è crimine, per quanto orrendo e infame che non abbia commesso. Tutto questo lo so bene. Ho perfino la presunzione di saperlo molto meglio e più di quanti mi fanno questi addebiti.  

Immacolata Iacone, la donna che appena diciannovenne sposa Cutolo (ora di anni ne ha 57), e da lui ha una figlia grazie alla fecondazione assistita, descrive il marito ormai ridotto “a un fantasma. Nemmeno ci riconosceva più”.

Raffaele Cutolo dietro le sbarre con accanto la giovane moglie Immacolata Iacone (Immagine da youtube)

Non esagera. Ho raccolto testimonianze di persone che non hanno alcun interesse a raccontare balle, che confermano la

descrizione; non sono testimonianze recenti, delle ultime ore o giornate di Cutolo.

Immacolata Iacone racconta di aver visto il marito un paio di settimane fa; sguardo assente, mente altrove: “Mi ha scambiato per mia cognata. Non sapeva nemmeno dove si trovava. Non mangiava più”.

Da luglio Cutolo era ricoverato nel reparto detenuti. Prima una polmonite che peggiora e gli procura la setticemia al cavo orale; infine la morte. E’ morto “come volevano”, dice la donna. Sarà un pensiero sbagliato, ma viene in mente l’invettiva scagliata da Antonietta Bagarella, moglie di Totò Riina. Al momento dell’arresto del marito grida: “Me l’hanno venduto!”. Chi non l’ha mai detto, ma in automatico vien da pensare a qualche altra primula rossa della Cosa Nostra; per anni e anni latitante, poi catturata, quando era ormai allo stremo fisico, e chissà, forse l’ombra del boss di un tempo.

Ma non divaghiamo. Perché Cutolo è morto “come volevano”? La risposta: “Da anni è come se avessero già scritto la sentenza di morte. Solo e isolato. Lo era da 50 anni. Era diventato l’ombra di se stesso, non sapeva più nemmeno dove si trovava, chi aveva di fronte, ma continuavano a ritenerlo pericoloso”.

Chissà che pericolo poteva costituire un uomo di ottant’anni, devastato dalla malattia, e nessun seguace all’esterno disposto a legare il suo destino a quello di Cutolo.

Una volta Pietro Grasso, in una intervista ha dichiarato che il regime carcerario previsto dal 41-bis non si applica per costringere un detenuto a parlare; però se il detenuto in questione parla, ci sono buone possibilità che il 41-bis venga revocato. E’ qui la chiave della dura detenzione patita da Cutolo?

L’ex boss di Ottaviano era ritenuto depositario di “segreti” devastanti che riguardavano le connessioni e le complicità tra la delinquenza organizzata e il potere politico. Credibilissimo. Però alcune obiezioni vanno pur fatte: tutti gli “attori” del tempo di Cutolo sono morti e sepolti da tempo. Dunque, chi ha paura, oggi, di questi segreti? E ancora: il carcere è il luogo ideale dove morire, eliminati; che tipo di “assicurazione” può aver mai stipulato Cutolo, per garantirsi salva la vita, e quella dei suoi cari?

Unire i vari punti, mettere ordine alle tessere del mosaico non è la cosa più facile. Cominciamo con un salto nel tempo. È il 17 giugno del 1983: Enzo Tortora, accusato di reati gravissimi e infamanti (spaccio, detenzione, uso di sostanze stupefacenti, affiliazione alla Camorra), viene arrestato e inizia quel  lungo calvario che lo conduce a prematura morte.

Roma, 17 giugno, 1983: L’arresto di Enzo Tortora, simbolo dell’innocenza in carcere (Immagine wikipedia)

Di questa vicenda sappiamo molto, quasi tutto. Manca, tuttavia, a tanti anni da quei fatti, la risposta alla quinta delle classiche domande anglosassoni che dovrebbero essere alla base di un articolo: “Perché?”.

Ho seguito “l’affaire” tra i primi. Fin dalle prime ore ho compreso che la vicenda presentava aspetti oscuri, era una grande, ignobile, storia. L’ho compreso io, lo potevano comprendere in tanti. Non è accaduto. Una verità accecante che non si è voluta vedere anzi, è stata una gara al “crucifige”. 

Alla ricerca di una soddisfacente risposta al “perché” sia potuto accadere quello che è accaduto, si affonda in uno dei periodi più oscuri e melmosi dell’Italia di questi anni: il rapimento dell’assessore all’urbanistica della Regione Campania, il democristiano Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse di Giovanni Senzani, e la conseguente, vera, trattativa tra Stato, terroristi e camorra di Cutolo.

Il cuore della vicenda è qui. Sono le 21.45 del 27 aprile 1981, quando le Brigate Rosse sequestrano Cirillo. Segue una frenetica, spasmodica trattativa condotta da esponenti politici della Dc, Cutolo, uomini dei servizi segreti per “riscattarlo”. Per lui si fa quello che non si volle fare per Aldo Moro.

Il comunicato delle Brigate Rosse al tempo del rapimento di Ciro Cirillo

Viene chiesto un riscatto, svariati miliardi. Il denaro viene trovato. Durante la strada una parte viene trattenuta non si è mai ben capito da chi. Anche in situazioni come quelle c’è chi si prende la “stecca”. A quanto ammonta il riscatto? Si parla di circa cinque miliardi. Da dove viene quel denaro? Raccolto da costruttori amici. Cosa non si fa, per amicizia! Soprattutto, se poi c’è un “ritorno”. Il “ritorno” si chiama ricostruzione post-terremoto, i colossali affari che si possono fare; la commissione parlamentare guidata da Oscar Luigi Scalfaro accerta che la torta era costituita da oltre 90mila miliardi di lire. Avessero dato un miliardo a ogni terremotato, sarebbero rimasti dei soldi. La ricostruzione è stata fatta solo in parte, e male; e il denaro è evaporato in mille rivoli.

Questo è il contesto. Ma quali sono i fili che legano Tortora, Cirillo, la Camorra, la ricostruzione post-terremoto? Ripercorriamoli qui i termini di una questione che ancora “brucia”. Cominciamo col dire che Tortora era un uomo perbene, vittima di un mostruoso errore giudiziario; che il suo arresto costituisce per la magistratura e il giornalismo italiano una delle pagine più nere e vergognose della loro storia. “Cinico mercante di morte”, lo definisce il pubblico ministero Diego Marmo; e aggiunge che più cercavano le prove della sua innocenza, più emergevano elementi di colpevolezza. Le abbiamo viste.   

Giovanni Pandico, un camorrista schizofrenico, sedicente braccio destro di Cutolo: lo ascoltano diciotto volte, solo al quinto interrogatorio si ricorda che Tortora è un camorrista. Pasquale Barra detto ‘o animale: in carcere uccide il gangster Francis Turatello e ne mangia l’intestino. Con le loro dichiarazioni, Pandico e Barra danno il via a una valanga di altre accuse da parte di altri quindici sedicenti “pentiti”: curiosamente, si ricordano di Tortora solo dopo che la notizia del suo arresto è diffusa da televisioni e giornali.

Arriviamo ora al nostro “perché?” e al “contesto”. A legare il riscatto per Cirillo raccolto dai costruttori, compensati poi con gli appalti e la vicenda Tortora, non è un giornalista malato di dietrologia e con galoppante fantasia complottarda. È la denuncia, anni fa, della Direzione antimafia di Salerno: contro Tortora erano stati utilizzati “pentiti a orologeria”; per distogliere l’attenzione della pubblica opinione dal gran verminaio della ricostruzione del caso Cirillo, e la spaventosa guerra di camorra che ogni giorno registra uno, due, tre morti ammazzati tra cutoliani e anti-cutoliani. Fino a quando non si decide che bisogna reagire, fare qualcosa, occorre dare un segnale.

È in questo contesto che nasce “il venerdì nero della camorra”, che in realtà si rivelerà il “venerdì nero della giustizia”: 850 mandati di cattura, e tra loro decine di arrestati colpevoli di omonimia, gli errori di persona. Nel solo processo di primo grado gli assolti sono ben 104. Documenti ufficiali, non congetture.

Stiamo raccontando la sceneggiatura di un film di quarta serie? Fate voi. Gli elementi tuttavia combaciano, la storia è credibile, per quanto incredibile. Ed è noto che la realtà spesso è assai più fantastica di qualsiasi fantasia.

Cediamo per un attimo a una suggestione.

Giuseppe “Joe” Marrazzo (Wikipedia)

Uno dei più bravi giornalisti che la televisione di Stato italiana abbia avuto si chiamava Giuseppe “Joe” Marrazzo; le sue inchieste e i suoi reportage su mafia, camorra e criminalità organizzata si studiano nelle università del giornalismo. Un campione. Memorabili i suoi servizi su Cutolo, la sorella Rosetta, la NCO. Una schiena dritta di cui si è smarrito lo stampo. E’ morto il 27 febbraio del 1985, aveva 56 anni, stroncato da un’emorragia cerebrale. La morte per cause naturali gli ha quasi sicuramente evitato una morte violenta, le sue inchieste sulla camorra lo avevano esposto a varie minacce di morte.

E’ morto anche Antonio Gava, l’esponente democristiano per anni ras incontrastato a Napoli e in Campania. Di lui e su di lui, fatti e misfatti, esiste una sterminata pubblicistica.

E’ morto anche Ciro Cirillo. Raramente ha rilasciato, dopo la sua liberazione, interviste, e di nessun significato e importanza.

Ora è morto anche Cutolo.

Immaginiamoli ora tutti e quattro: tre finalmente “liberi” di poter dire tutto quello che sanno, ammettere tutto quello che hanno fatto e lasciato fare; e il quarto che ne prende debita e scrupolosa nota.

Raffaele Cutolo dietro le sbarre (Immagine da youtube)

Torniamo ora alla realtà. A parte gli inconfessabili segreti, che sopravvivono all’usura del tempo e all’uscita di scena di protagonisti, vittime, comparse, resta quello che ha detto Pietro Grasso: come viene utilizzato il 41-bis, il regime del carcere duro e speciale. Concepito per impedire i contatti dei boss in carcere con l’esterno, misura al limite giusta e opportuna, anche se fa a cazzotti con i dettami della Costituzione. Ma quando il boss non è più tale, quando “fuori” non c’è più nessuno che lo ascolta, quando l’ex boss, come Cutolo oggi, e Bernardo Provenzano ieri, è incapace di intendere e volere: cos’è il 41-bis nei loro confronti, se non una forma di tortura? E passi, ma lo si dica, lo si ammetta e riconosca.

Il cerchio così si chiude, si torna all’iniziale: non mi piace per nulla. Leonardo Sciascia ci ha spiegato che la Cosa Nostra e le altre forme di delinquenza più o meno organizzata non si combattono con la terribilità – spesso impotente – delle leggi speciali, ma con la rigorosa applicazione del diritto. Se no si diventa uguali a quelli che si vogliono contrastare. Anzi: peggio di loro.

     

Share on FacebookShare on Twitter
Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

DELLO STESSO AUTORE

Donald Trump / Ansa

America! Come si è arrivati dove si è arrivati?

byValter Vecellio
Wmo, probabile che temperatura 2024 sforerà limite 1,5 gradi

“Terra bruciata”: senza acqua le popolazioni si rivolteranno l’una contro l’altra

byValter Vecellio

A PROPOSITO DI...

Tags: camorracamorristaCiro CirilloEnzo TortoraGiuseppe "Joe" MarrazzogiustiziamafiaRaffaele Cutolo
Previous Post

NYC Mayor 2021: sotto attacco i favoriti Shaun “Obama” Donovan e Andrew Yang

Next Post

Sul clima, Guterres dà la sveglia: “abbiamo condotto una guerra suicida contro la natura”

DELLO STESSO AUTORE

Wsj, accordo ostaggi improbabile entro fine mandato Biden

La farsa dei due popoli, due Stati

byValter Vecellio
Giorno della Memoria: così nacque in Italia, grazie a Furio Colombo

Giorno della Memoria: così nacque in Italia, grazie a Furio Colombo

byValter Vecellio

Latest News

Usa, Rubio chiama l’Ue e Kiev su accordo di pace in Ucraina

Usa, Rubio chiama l’Ue e Kiev su accordo di pace in Ucraina

byAnsa
Cina, ‘Usa smettano di diffamarci su crisi del fentanyn’

Cina, ‘Usa smettano di diffamarci su crisi del fentanyn’

byAnsa

New York

Sean Combs / Ansa

Al via il processo contro Diddy Combs, la difesa: “Sono solo violenze domestiche”

byFederica Farina
Gen Z is “Trashing” the Big Apple, According to New Study

Gen Z is “Trashing” the Big Apple, According to New Study

byMaria Nelli

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Guterres alle Nazioni Unite su emergenza climatica: “il fallimento è imminente”

Sul clima, Guterres dà la sveglia: "abbiamo condotto una guerra suicida contro la natura"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?