Il Made in Italy sarà celebrato ufficialmente il 15 aprile, come previsto dalla Legge 206 del 2023. Intanto, a New York, l’Italia ha anticipato i festeggiamenti con un evento all’Istituto Italiano di Cultura: Una conversazione con Maurizio Marinella, organizzato con Patrimonio Italiano TV. L’incontro, tra le tappe verso la prima Giornata del Made in Italy, ha acceso i riflettori sul valore della produzione italiana nel mondo, tra eccellenza artigianale e nuove sfide globali. Le cravatte di Marinella, apprezzate da leader politici e capi di Stato, continuano a essere prodotte nella storica sede di Napoli. “Apriamo alle sei e mezza del mattino, come facevano i nonni”, ha detto il maestro artigiano, davanti a un pubblico che non si aspettava tanta semplicità.

C’è tutta una filosofia dietro Una vetrina che guarda il mare, il documentario dedicato a Marinella e alla sua storica boutique sul lungomare di Napoli, accanto alla Villa Comunale, quando cavalieri e amazzoni erano i primi a varcarne la soglia. Dentro, tutto parla di scelte precise: i rossi, i gialli, gli azzurri al posto dei classici inglesi, il nodo perfetto tramandato da Marcello Livi, e quell’ordine leggendario firmato da Pietro Barilla quando Maurizio aveva diciott’anni.
Le immagini hanno poi lasciato spazio alla voce di Marinella, che ha spiegato al pubblico in sala il senso profondo del suo lavoro. Le sue cravatte hanno attraversato mezzo secolo di politica italiana, da Ciampi ad Andreotti, da Cossiga a una discreta sfilata di volti internazionali. Non per caso: il dettaglio, nella diplomazia, è tutto. Le offerte d’acquisizione non lo hanno mai fatto vacillare: “No, grazie. Le emozioni non hanno prezzo. Restiamo artigiani”. Durante la pandemia, insieme al figlio Alessandro, ha assunto venticinque giovani, trasformando l’impresa in una vera scuola. Oggi lo sguardo è rivolto al futuro: la linea sostenibile nata dalla collaborazione con Orange Fiber – che ricava tessuti dagli scarti di arance – è stata adottata persino dal Ministero dell’Ambiente per le missioni ufficiali.
Tradizione e innovazione camminano anche con un pizzico di ironia: è nata così la linea di cravatte ispirata a Donkey Kong, in collaborazione con Nintendo. “Ero imbarazzato ma anche divertito. Mio padre e mio nonno si sarebbero messi le mani nei capelli…”, ha scherzato Marinella. Ma in fondo, ha aggiunto, “l’eleganza è una forma di rispetto. Un tempo si distingueva l’abito del mattino da quello della sera. Oggi vedo gente andare a teatro in jeans strappati…”.
A inaugurare l’incontro era stata l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, che ha confermato l’arrivo di nuovi dazi su alcuni prodotti simbolo dell’eccellenza italiana. “L’Italia è un Paese esportatore perché il mondo ci riconosce eleganza, qualità e bellezza. I dazi non sono certo un gesto amichevole, ma non vogliamo rispondere con chiusure”, ha detto.
Il Console Generale Fabrizio Di Michele ha posto l’accento sulla credibilità costruita nel tempo da Marinella: non un marchio, ma un’idea di qualità che resiste. La Dott.ssa Elvira Raviele, dirigente del MISE e delegata per il Made in Italy, ha invece acceso i riflettori sull’importanza della filiera: scuole, officine, competenze. Un “equilibrio delicato”, come lo ha definito lei stessa, da proteggere. E proprio alle scuole ha dato voce Diego Puricelli Guerra, preside dell’Istituto Bernini De Sanctis, ricordando come l’anima artigiana italiana continui a vivere anche tra i banchi. Non solo passato, ma anche futuro. In chiusura, Luigi Liberti, direttore di Patrimonio Italiano TV, ha consegnato a Marinella un riconoscimento. Un gesto simbolico, come i suoi accessori: misurato, elegante, perfettamente annodato.