Questa mattina si è svolta una conferenza stampa congiunta in cui il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, e la direttrice esecutiva dell’Environment Program delle Nazioni Unite (UNEP), Inger Andersen, hanno condiviso con i media il contenuto dell’ultimo report dell’UNEP. Il report, intitolato “Fare pace con la natura”, individua tre emergenze da affrontare urgentemente nei prossimi anni e delinea un progetto per superarle: il cambiamento climatico, la riduzione della biodiversità e l’inquinamento dell’ambiente.
Nella prefazione del report il Segretario Guterres non ha lesinato sull’uso di parole forti, assimilando la crisi climatica ad una guerra, similmente a quanto è stato fatto per la pandemia: “Per troppo tempo abbiamo condotto una guerra insensata e suicida contro la natura”. “Mettendo insieme le ultime evidenze scientifiche che mostrano l’impatto dell’emergenza climatica, della crisi della biodiversità e dell’inquinamento che uccide milioni di persone ogni anno, questo report chiarisce che la nostra guerra alla natura ha lasciato un mondo distrutto”, scrive. Il report “ci guida verso un mondo più sicuro fornendo un piano di pace e un programma di ricostruzione post-bellica”.
Durante la conferenza, Guterres e la Andersen hanno confermato quanto gli scienziati riportano da tempo: che il mondo sta fallendo i suoi obiettivi e non è sulla strada giusta per ottemperare agli impegni internazionali presi per limitare il danno ambientale. Attualmente si calcola che entro la fine del secolo il pianeta si scalderà di oltre 3 gradi, gravemente sopra i 1.5 gradi individuati dalla comunità scientifica come limite massimo per evitare conseguenze permanenti all’ecosistema globale. Nessuno degli obiettivi di protezione dei territori e degli oceani sono stati raggiunti. Oltre 1 milione di specie animali e vegetali sono a significativo rischio di estinzione, e le malattie causate dall’inquinamento uccidono prematuramente 9 milioni di persone ogni anno.
Appare chiaro, dunque, che il lavoro non coordinato condotto finora non sta fornendo i risultati necessari. Pertanto, questo nuovo documento dell’UNEP si propone di “trasformare la relazione del mondo con la natura”. Gli autori esplorano il legame tra le tre emergenze individuate, dimostrando che poiché le cause scatenanti sono comuni esse possono che essere affrontate insieme. Lo sviluppo scientifico potrà aprire una strada per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030 dall’ONU, e per rendere il mondo completamente ad impatto zero entro il 2050, soltanto se accompagnato da scelte politiche coraggiose.
Guterres ha insistito sul fatto che risolvere il declino ambientale è essenziale anche per quegli obiettivi di sviluppo postisi dall’ONU che possono sembrare meno direttamente legati all’ambiente. Per esempio, ridurre la povertà e il dramma della fame, dato che il peso del declino dell’ambiente si poggia principalmente sulle spalle dei paesi in via di sviluppo, più vulnerabili. Ma anche migliorare il livello sanitario globale, poichè un quarto dell’impatto delle malattie deriva da rischi legati al clima, come ad esempio patologie trasmesse dagli animali, come il COVID.
Il Segretario ha rimarcato che il cambiamento è possibile solo con la collaborazione di tutti, dai governi alle organizzazioni ai singoli cittadini: ricordando che circa i due terzi delle emissioni di CO2 sono legate alle abitazioni, ha detto che “le scelte delle persone contano”.
Per questo, il report dell’UNEP non si limita a riassumere la gravità della situazione, ma fornisce indicazioni precise di come iniziare immediatamente a cambiare le cose. Per esempio, suggerisce ai governi di includere il capitale naturale come misura della performance economica del paese, di aumentare la tassazione dei combustibili fossili, di reindirizzare gli investimenti su energie rinnovabili e metodi produttivi sostenibili. Chiama anche a cambiare di paradigma nella tassazione: anziché applicare le imposte sul lavoro e sulla produzione, applicarle sull’uso di risorse naturali e sullo spreco.
Ai singoli individui, invece, il report suggerisce di educarsi sul tema della sostenibilità, di cambiare le proprie abitudini alimentari e di viaggio, di evitare gli sprechi. Da ultimo, giunge un monito forse inaspettato in un report sull’emergenza ambientale: per contrastare il cambiamento climatico, ONU ed UNEP invitano tutti i cittadini a votare ed esercitare i propri diritti civici.
Per dare una svolta, il 2021 sarà un anno ricco di appuntamenti importanti per le politiche climatiche globali, a partire dalla Environment Assembly delle Nazioni Unite della prossima settimana, fino al COP26 di Glasgow del prossimo autunno. L’ondata di finanziamenti e progetti volti a ridare vita all’economia globale dopo la pandemia da COVID-19 saranno, secondo la direttrice Andersen, una occasione senza precedenti per presentare progetti ambiziosi e idee incisive a quegli appuntamenti.
Naturalmente, un secondo fattore cruciale rende il 2021 un anno chiave, come ha ricordato lo stesso Guterres: il ritorno degli USA negli accordi di Parigi, che sarà celebrato domani con una conferenza congiunta del Segretario Generale e di John Kerry, inviato speciale nominato dal presidente Biden per gestire l’emergenza climatica. “L’impegno di Biden a raggiungere un netto di zero emissioni significa che i paesi che producono due terzi dell’inquinamento fossile stanno tutti cercando di arrivare ad essere carbon neutral entro il 2050. Dobbiamo accertarci che questa coalizione sia realmente globale e trasformativa”.