I professionisti italiani devono, da sempre, superare grandi sfide quando scelgono di lasciare il paese d’origine ed iniziare un nuovo percorso lavorativo nel competitivo mercato Americano.
Anche a New York, dove gli immigrati rappresentano il 36% della popolazione ed il 43% della forza lavoro, occupare un ruolo di rilievo nel proprio settore non è facile. Le difficoltà riguardano la padronanza della lingua, il saper indirizzare al meglio le proprie competenze, conoscere i propri doveri e diritti, ma anche il trovare casa e proteggere nel modo migliore la propria famiglia.

Tre donne d’origine italiana hanno scelto di organizzare la prima Italian Community Resource Fair proprio per unire una serie di Service Providers e facilitare l’inserimento degli italiani nel campo lavorativo e nella comunità newyorkese.
Il Console italiano Cesare Bieller e la portavoce del sindaco Adams Jannet Ramirez, assieme all’Italian Trade Commissioner Antonino Laspina ed ai rappresentanti del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero con la vicepresidente Silvana Mangione ed il presidente del Com.It.Es Alessandro Crocco, hanno salutato l’evento come una grande opportunità.
Sono state Francesca Di Matteo, fondatrice e CEO di StrategicA Communication, Deborah Cortigiani, co-fondatrice di English Language Solutions, e Claudia Carbone, avvocata di diritto societario, a presentare la struttura del progetto che tende a risolvere i problemi ed i bisogni concreti degli italiani all’estero.
“Voglio ringraziare le istituzioni per aver appoggiato fin da subito la nostra idea vincente. La grande presenza di oggi dimostra che la comunità italiana a New York ha bisogno proprio di questo,” ha evidenziato Di Matteo, anticipando l’augurio che questo appuntamento si ripeta anno dopo anno. “Questa è una città meravigliosa, ti travolge, ma può essere anche molto dispersiva. Avere dei punti di riferimento diventa essenziale”.

La scelta del primo maggio come debutto della fiera è servita anche a festeggiare i lavoratori italiani “il cui impegno in America vale il doppio”, ha detto Crocco. Il tutto è avvenuto a tempo di record, nel giro di venti giorni. Una sala della pizzeria Kestè, a Gold St, è servita da forum per l’occasione. Lo stesso proprietario del ristorante ha messo in palio un corso per imparare a fare la pizza, insieme agli altri sponsor Pane Pasta e Pisillo Italian Panini.
“Ci tengo a ringraziare i nostri sostenitori”, ha detto Di Matteo. “Piccole realtà che sono rimaste in piedi nonostante il periodo duro della pandemia…”.

Anche il console Bieller ha elogiato l’altruismo degli italiani, ed il desiderio di unirsi per creare qualcosa di buono perché “è importante sentire le voci di chi ce l’ha fatta”.
Antonino Laspina, direttore esecutivo dell’ITA, ha parlato di una migrazione delle piccole medie aziende italiane dall’est Europa agli Stati Uniti, dovuta allo scoppio della guerra in Ucraina. Molte di queste compagnie non conoscono il mercato americano a dovere e rischiano di inciampare in problemi legali, pensando all’America unicamente come “land of opportunities” e non alle sue regole.

“Non siamo solo promotori di cibo, moda e tecnologia, ma anche della risorsa umana. I professionisti come voi sono indispensabili perché il sistema Italia compia passi avanti all’estero”, ha spiegato Laspina, per poi rimarcare l’obiettivo dell’ITA: “Noi siamo qui per fornire servizi a tutte le aziende italiane, qualsiasi tipo di assistenza necessitino.”
Le società che hanno aderito a questa iniziativa sono state nove. Di Matteo ha offerto una lista di servizi disponibili che vanno dalla preparazione specifica per trovare lavoro negli USA con Tiziana Rinaldi di The JobUp, all’apprendimento di un linguaggio professionale con Cortigiani e l’English Language Solutions; dall’aiuto con tasse e pensioni di Johnpaul Crocenzi, a quello per ottenere la cittadinanza americana con l’avvocata Elektra B. Yao.
La necessità di creare una fiera di servizi per la comunità italiana è diventata il motore dell’intera iniziativa. L’appuntamento al 2023 è già in preparazione.