Un racconto epico, monumentale, con un approccio storico ed analitico che mette sotto i riflettori la storia sociale, culturale e umana del processo di immigrazione italiana dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta.
The Italian Americans. A history, è stato scritto dalla nota giornalista e scrittrice Maria Laurino, seguendo lo schema e il contenuto dell’omonimo documentario mandato in onda dalla PBS lo scorso Febbraio.
L’autrice, anche lei italo-americana di terza generazione, ha scelto di raccontare in questo libro la dimensione storica e umana degli italo-americani, senza nostalgia e fronzoli ma puntando sulla forza storica e di cambiamento che questa immigrazione ha portato nel Nuovo Mondo. Da Joe Petrosino a Lady Gaga passando per Frank Sinatra, Laurino traccia un ritratto personale e collettivo degli italo-americani che hanno segnato e fatto la storia oltreoceano.
Maria Laurino, già conosciuta al pubblico per il romanzo Were you always Italian? ci parla di come ha vissuto la sua infanzia da italo-americana e come la vive oggi la quarta generazione.
Docente di scrittura creativa alla New York University oltre che speech writer di Andrew Cuomo, Maria Laurino ha anche parlato della difficoltà della cultura e letteratura italo-americana contemporanea ad entrare a pieno titolo nella letteratura italiana.
Come nasce il libro e che approccio hai scelto?
Il libro segue il documentario e nasce a seguito del documentario della PBS. L’approccio è decisamente storico anche se ho cercato di mettere insieme elementi culturali e sociali e portare alla luce aspetti che prima sono stati poco esplorati come ad esempio il radicalismo italo-americano negli Stati Uniti durante il fascismo. Una storia epica che racchiude povertà, sofferenza ma anche successi e lotte.
Quando cambia l’immagine dell’Italia e degli italo-americani negli Stati Uniti?
A fine anni Settanta e Ottanta quando si cominciano a conoscere ed apprezzare i valori di una cultura importante. In quello stesso periodo, l’Italia comincia a farsi conoscere per il buon cibo, la moda e la cultura.
Come hai scelto i personaggi che descrivi nel tuo libro?
Sono grandi personalità, importanti, come Cuomo, Sinatra, Madonna, Petrosino, John Fante, e si distinguono per il loro talento, coraggio in diversi campi, dall’arte alla musica passando per la politica.
Come hanno reagito studiosi e comunità italo-americana alla messa in onda del reality Jersey Shore?
È stato molto imbarazzante e la posizione ufficiale della comunità italo-americana è stata quella di prendere le distanze da quegli stereotipi diffusi.
Come hai vissuto la tua infanzia e adolescenza da italo-americana di terza generazione?
Sono passata dalla fase in cui ho rigettato la mia cultura di origine, perché spesso venivo discriminata, alla fase di totale e pieno apprezzamento soprattutto quando, a vent'anni, sono andata in viaggio in Italia e ho capito che le mie radici erano importanti.
In che modo ti senti italiana essendo cresciuta negli Stati Uniti?
Quando intervistai Mario Cuomo lui mi chiese: “Were you always an Italian”? che poi è diventato il titolo del mio libro che altro non è che una riflessione sul sentirsi italiani. Indubbiamente sono italiana nel modo in cui percepisco la famiglia e i suoi valori, nel rapporto con l’arte e cibo. Sono cresciuta in una società, quella americana, molto meritocratica e multiculturale, valori che apprezzo moltissimo.
Oggi i tuoi figli rappresentano la quarta generazione. Come vivono l’italianità?
In maniera diversa da come la vivevo io. Sono indubbiamente orgogliosi delle loro radici.
La nuova emigrazione italiana verso gli Stati Uniti ha ragioni e dinamiche diverse rispetto alla precedente. Chi sono i nuovi italiani?
Sono colti, istruiti, benestanti. Non vengono qui con la valigia di cartone e dopo un viaggio estenuante.
Perché esiste ancora una frattura tra gli italo-americani e gli italiani di oggi che vanno negli Stati Uniti?
C’è un po’ di snobismo e di mancato riconoscimento che la storia italo-americana fa parte a pieno titolo della storia italiana. In parte anche perché gli italo-americani hanno fatto fatica per affermarsi nella società americana e sono diventati una razza a sé: diversi dagli americani Wasp e dagli italiani d’Italia. Le radici però sono sempre in Italia.
Per lo stesso motivo alcuni autori italo-americani fanno fatica ad entrare nella letteratura italiana.
A parte i grandi nomi come De Lillo o Fante, che poi non sono riconosciuti come italo-americani, altri autori non vengono neanche pubblicati dalle case editrici italiane.
Qual è l’Italian dream degli Americani?
Un’Italia da cartolina dove si mangia bene e ci si gode la vita.