Lo sport inteso come mezzo fondamentale per promuovere la crescita sociale e culturale a livello internazionale e strumento utile per la realizzazione di un mondo più tollerante ed equilibrato, basato sui sani principi dell’attività sportiva, è stato l’argomento centrale dell’evento “Azione congiunta verso lo sviluppo sostenibile per tutti attraverso lo sport”, svolto nella giornata di mercoledì presso il Quartier Generale delle Nazioni Unite a New York.
Lo scorso 6 aprile, giorno storico poiché indica la data di apertura dei primi Giochi Olimpici dell'era moderna svoltisi ad Atene nel 1896, è stata celebrata la seconda Giornata mondiale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace che aveva come obiettivo il definitivo riconoscimento dello sport come veicolo di progresso ed armonia nel mondo: il successo riscontrato per tale iniziativa, sostenuta anche dal Comitato Olimpico Internazionale, ha dimostrato l’efficacia dello sport in qualità di comune denominatore, positivo sotto ogni punto di vista, fra tutti i popoli.
La giornata mondiale che promuove il connubio tra sport e sviluppo, istituita ufficialmente dall’Assemble Generale dell’ONU nell’agosto del 2013, è stata particolarmente apprezzata anche dall’attuale Segretario Generale, Ban Ki-moon, il quale è intervenuto con un discorso dopo aver salutato le numerose autorità presenti, tra i quali i presidenti del CIO e del Comitato Paralimpico Internazionale, rispettivamente il Dr. Thomas Bach e Sir Philip Craven, il consulente speciale sullo Sport per lo Sviluppo e la Pace, il signor Wilfried Lemke e l’ex campionessa di tennis, la signora Billie Jean King, Ban Ki-moon ha dichiarato: “Lo sport gioca un ruolo importante nella società poiché incoraggia gli individui ad affrontare le sfide, a costruire relazioni interpersonali e ad unire gli sforzi verso obiettivi condivisi. Esso può aiutare a far proseguire la scuola ai bambini, promuovendo sia le capacità di leadership, sia stili di vita sani, sostenendo anche le persone emarginate”.
Ringraziando l’encomiabile lavoro che stanno svolgendo Jacques Rogge, per i rifugiati e per lo sport giovanile, e tutti gli atleti in qualità di ambasciatori dell’ONU, il Segretario Generale ha poi continuato affermando che “in tempi di conflitti e disordini generali, lo sport può aiutare le persone coinvolte in simili avversità fornendo loro uno spazio per guarire e crescere.”, evidenziando come lo sport abbia un pragmatico ruolo di aiuto concreto verso le gente coinvolta in guerre e tragedie. Ban Ki-moon ha elogiato il proficuo impegno del Comitato Olimpico e di quello Paralimpico nel combattere ogni tipo di discriminazione ed incoraggiare le persone con disabilità ad intraprendere uno sport, utile non solo per il movimento olimpico ma, soprattutto, per loro stessi, dal punto di vista fisico e mentale.
“Quest’anno, quando l’epidemia di ebola è scoppiata in Africa Occidentale, la FIFA ha contribuito in maniera decisiva a trasformare gli stadi in luoghi di trattamento per le persone affette da questa malattia, come lo stadio ‘Antoinette Tubman’ a Manrovia, in Liberia”.
Ban Ki-moon ha infine indirizzato un messaggio a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite: “Spero sinceramente che tutte le nazioni si accorgano dell’importanza dello sport mentre sono intente a pianificare il futuro programma di sviluppo, non solo per la salute ma anche per la pace, la riconciliazione, la comprensione reciproca ed il rispetto per gli altri ed i diritti umani”.
Era presente all’evento anche Sam Kutesa, il Presidente dell’Assemblea Genereale delle Nazioni Unite, che ha espresso il suo pensiero riguardo lo sport relazionato alla crescita socio-culturale della comunità internazionale: “Mentre il mondo formula un programma di sviluppo da attuare dopo il 2015, dobbiamo insieme sostenere gli sforzi per accrescere il contributo che lo sport può dare per raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha asserito Kutesa, il quale successivamente ha parlato delle persone con disabilità sostenendo che “come comunità internazionale, dobbiamo trovare altri modi per rendere lo sport realmente alla portata di tutti, in modo che ogni singolo membro delle nostre società, in particolare quelli più vulnerabili, possa godere dei suoi benefici”. Tutti i programmi e le attività sportive dovrebbero quindi incoraggiare anche, e soprattutto, le persone con disabilità per molteplici motivazioni, non ultima quella di farli integrare al meglio nella nostra società, concentrandosi sulle competenze e le capacità di ciascuno di loro. Lo sport come sviluppo, integrazione e cooperazione sociale: un obiettivo che, dopo i numerosi eventi ai quali hanno partecipato i massimi esponenti dell’ONU, dovrebbe essere prioritario nell’agenda di ogni Stato.