Fuochi d’artificio e bandiere sventolate a Macallé in Tigray. Nella regione a nord dell’Etiopia l’aria è cambiata in una manciata di giorni quando i tigrini ribelli hanno riconquistato la capitale tra gli applausi dei residenti. È la prima vittoria delle forze del TPLF dopo otto mesi di brutale e massacrante guerra civile. Costringendole alla ritirata, hanno inflitto un duro colpo alle truppe di Addis Abeba e a quelle della vicina Eritrea. Il governo etiope di Abiy Ahmed ha proclamato un cessate il fuoco immediato e unilaterale che durerà fino alla fine della stagione della semina a settembre. Dallo scorso 4 novembre, il premier, premio Nobel per la pace 2019, non aveva mai accettato una tregua nonostante i combattimenti stessero provocando una delle peggiori carestie al mondo, e a niente erano serviti gli appelli dell’Onu e della comunità internazionale.
Ma questa “pausa” non rassicura per niente le Nazioni Unite. Gli ospedali sono a malapena funzionanti, la carestia incombe ancora e c’è un altissimo pericolo di diffusione di malattie trasmissibili. I combattimenti hanno ucciso migliaia di persone nella regione che conta 6 milioni di abitanti. Fame forzata e stupri, le armi di guerra più frequenti e crudeli all’ordine del giorno.
All’inizio di questo mese, l’UNICEF ha fatto sapere che 140.000 bambini sono gravemente malnutriti e rischiano di morire. Serve un accesso urgente agli aiuti umanitari.
Il Tigray negli ultimi giorni ha visto i combattimenti più feroci del conflitto. La pressione internazionale sull’Etiopia è aumentata la scorsa settimana quando un aereo militare ha attaccato un mercato affollato e ha ucciso più di 60 persone, e in un altro incidente tre membri dello staff di Medici Senza Frontiere sono stati assassinati.
“I recenti eventi nella regione del Tigray in Etiopia sono estremamente preoccupanti e dimostrano, ancora una volta, che non esiste una soluzione militare alla crisi“, ha detto dal Palazzo di Vetro il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, aggiungendo: “ho parlato con il premier Abiy Ahmed e sono fiducioso che avrà luogo un’effettiva cessazione delle ostilità“.
Il cessate il fuoco potrebbe forse finalmente calmare una guerra che ha minacciato di incendiare il Corno d’Africa con conseguenze su tutto il continente.