Il sorpasso non c’è stato. Eric Adams continua a guidare anche se con un vantaggio sempre più fragile (51,1% contro 48,9% di Kathryn Garcia) la corsa per aggiudicarsi le primarie democratici di New York che di fatto indicheranno il nuovo sindaco della città.
Dopo il secondo riconteggio delle schede per valutare secondo il “Ranked vote” a chi sono andate le preferenze dei candidati già eliminati, Adams è ancora in testa ed ha superato il 51% ma non si tratta di risultati definitivi perché non sono ancora state conteggiate le oltre 140.000 schede postali.
In questa settimana di scrutini però a spuntarla sull’altra rivale donna è stata Kathryn Garcia l’ex commissario alla sanità pubblica che ha superato l’avvocatessa attivista Maya Wiley ferma al 48,3%. Adsso la Garcia tallona sempre più da vicino Adams con un distacco di soli 16,000 voti ma potrebbero diventare irraggiungibili. Con l’aggiunta delle schede postali in ogni caso matematicamente tutto può ancora succedere e la Garcia potrebbe aspirare a diventare anche la prima cittadina nella storia della Grande Mela. Gli osservatori della politica locale però, che hanno già analizzato la provenienza delle schede postali non ancora contate , sono propensi a ritenere che queste daranno un maggior vantaggio ad Adams perché appartengono alle aree metropolitane fuori Manhattan , vale a dire Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island che hanno già preferito Eric Adams come prima scelta. Il candidato di colore ex presidente di Brooklyn ed ex poliziotto si sente sicuro della vittoria ma sa che il verdetto decisivo potrebbe tardare anche fino al 12 luglio.
Il comitato elettorale di New York vuole fare le cose con scrupolo per non subire ricorsi e invita ad avere pazienza.
Non ci sono né brogli né frodi. Tutti sapevano che il Ranked vote era un meccanismo di conteggio complicato ma lo hanno preferito perché alla fine ci sarà un solo vincitore e si eviterà un nuovo ricorso alle urne per il ballottaggio.
In altre parole sia Adams che la Garcia avranno un’altra settimana di passione e di speranza. Il vincitore dovrà sfidare il rappresentante repubblicano Curtis Sliwa, il fondatore dei Guardian Angels che si è fatto appoggiare da Rudolph Giuliani con la benedizione anche di Trump.
Si è trattato in ogni caso delle primarie democratiche più combattute e incerte che si ricordino nell’ultimo mezzo secolo. Dei 13 candidati complessivi 5 sembravano piuttosto pesanti e organizzati ma non brillanti anche se hanno investito decine di milioni di dollari sia personali che degli sponsor per apparire in una vera mitragliata di spot televisivi.
Una novità però nella prima settimana eliminatoria c’è stata. E’ stata messa fuori gioco la candidata più di sinistra e più liberal, l’avvocatessa Maya Wiley che nonostante l’appoggio di Alessandra Ocasio Cortez è stata superata di misura dalla Garcia aiutata dall’appoggio dichiarato del più moderato Yang.
Mentre il repubblicano Sliwa si scalda i muscoli per la sua “mission impossible” di novembre, il futuro di New York è ancora sigillato in quelle 140.000 buste che saranno aperte tra poche ore.