E ora, con Mike Pompeo sulla via dell’incarico come nuovo Segretario di Stato, che indirizzo prenderà la politica estera USA? Sono in molti a chiederselo, anche se in pochi hanno delle risposte precise. Intanto però, gli incontri sul fronte nord-coreano, in vista del meeting storico tra Donald Trump e il dittatore Kim Jong Un, vanno avanti. E gli Stati Uniti, da New York, attraverso le parole della loro ambasciatrice all’ONU Nikki Haley, durante un briefing svoltosi lunedì 12 marzo, hanno mostrato di avere le idee chiare: la comunità internazionale deve garantire “massima pressione” sul regime nordcoreano, per far sì che quell’incontro storico abbia successo.

Dopo la debole parentesi di Rex Tillerson, da sempre percepito lontano dalla Casa Bianca e considerato una voce a tratti contradditoria, stonata, lontana delle posizioni altalenanti del presidente Donald Trump, l’ex direttore della CIA Mike Pompeo dovrebbe portare più certezze e maggiore coerenza diplomatica, su tutti i fronti più caldi: l’Iran e il Venezuela certo, ma anche se non soprattutto la Corea del Nord. Fonti vicine alla Casa Bianca, riportate da CNN, hanno riferito che Trump abbia scelto questo momento preciso per licenziare Tillerson, proprio per dare un colpo di spugna prima dell’inizio di una fase delicata: quella dell’iter diplomatico che porterà l’ex tycoon all’incontro con il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong Un. Sul piatto, in effetti, c’è moltissimo: dalla denuclearizzazione della penisola coreana alla stabilità tra le due Coree, dalla credibilità degli USA nella regione alla garanzia di risolvere – momentaneamente o definitivamente lo dirà il tempo – uno dei fronti più instabili e pericolosi per la pace mondiale. Per questo, per il presidente Trump, sarà fondamentale avere al suo fianco un Segretario di Stato capace di parlare la sua stessa lingua diplomatica.

Così, mentre Trump continua le sue “purghe” (in bilico ora c’è il Veteran Affairs David Shulkin), gli incontri di preparazione del meeting storico tra Trump e Kim Jong Un proseguono. E durante uno di questi, a 24 ore dal licenziamento di Tillerson, la missione alle Nazioni Unite degli Stati Uniti ha accolto nella sua sede un briefing dello U.S. National Security Adviser General H.R. McMaster, alla presenza degli ambasciatori ONU di Corea del Sud e Giappone. A fare gli onori di casa, l’ambasciatrice Nikki Haley, che con il generale McMaster ha esortato la comunità internazionale a mantenere la massima pressione sul regime nordcoreano, e chiesto ai membri del Consiglio di Sicurezza di dedicare ogni impegno e risorsa diplomatica necessaria per attuare pienamente tutte le risoluzioni e le sanzioni approvate negli ultimi mesi dal Consiglio di Sicurezza, contro Kim Jong Un e il suo regime. “L’annuncio di un incontro tra il presidente Trump e il leader nordcoreano Kim è un’opportunità storica che offre un grande potenziale per tutto il mondo” ha detto Haley ai giornalisti dopo il briefing. Per McMaster e Haley c’è però un indissolubile legame tra il mantenimento della pressione sul regime per il rispetto delle sanzioni, e il successo delle trattative che verranno, con l’obiettivo di giungere alla piena denuclearizzazione della penisola: “Anche se non possiamo dire se l’offerta di Kim sia autentica o meno, possiamo certamente dire che questo incontro storico non sarebbe stato possibile senza la partecipazione della comunità internazionale alla campagna di massima pressione, avviata dall’Amministrazione Trump, e l’impegno a rendere responsabile la Corea del Nord attraverso le tre forti risoluzioni contenenti le sanzioni, nel 2017” ha concluso Haley.