L’Italia, e non solo, corre un grave rischio democratico. Il partito di Putin fa proseliti nel Belpaese e minaccia di arrivare al governo.
Quando il 22 marzo il presidente ucraino Zelensky è intervenuto in videoconferenza davanti alle Camere riunite, si stima che solo 580 su 935 parlamentari si siano presentati per ascoltarlo. Più del 30 per cento erano assenti, una percentuale di filorussi mai riscontrata in altri parlamenti dove pure Zelensky è intervenuto.
Quelli che all’inizio sembravano isolati dissensi nel fronte della solidarietà al paese aggredito da Putin, sono diventate vere e proprie spaccature in vari partiti.
Dopo la brutta figura al confine con l’Ucraina, il leader della Lega si era ritirato in silenzio facendo professione di pacifismo. Trascorsi quindici giorni Salvini ha abbandonato il rosario pacifista e ha deciso di tornare filorusso.
Il capo dei grillini Conte ostacola Draghi sulle spese militari (che lui stesso da premier aveva avallato) e svetta nei sondaggi.

La base Pd attacca Letta ‘filoatlantista’, quella di Leu, Articolo 21 e i tovarisc d’antan, dimenticato il fallimento sovietico, intervengono saccenti sui social.
Oltre ai partiti, i maitre a penser: il giornalista Travaglio pontifica, il docente Orsini impazza, torna l’ex presentatore Santoro, il creativo Freccero accusa, Fusaro filosofeggia e i più gentili fanno sottili distinguo sulla propaganda ucraina insinuando che stragi e fosse comuni siano invenzioni della propaganda di Kiev.
A quaranta giorni dall’inizio della guerra, è ormai emerso un blocco dichiaratamente filorusso, antiamericano e sottilmente antieuropeo.
E se questo blocco formasse una nuova maggioranza elettorale? Un ritorno dei giallo-verdi al governo?
Non proprio come nel ’18, ma certo un’altra maggioranza non troppo dissimile potrebbe formarsi. Il Pd senza grillini, pur fortemente ridimensionati come i sondaggi prevedono, non avrebbe una maggioranza. Che potrebbero avere invece Fratelli d’Italia, Lega e pezzi del M5S.
Orban ha già rivinto in Ungheria, il filorusso Vucic resta al potere in Serbia, la Polonia blocca, solo lei, la legge europea sulla Minimum tax perché era stata sanzionata da Bruxelles per violazioni dello Stato di diritto. Marine Le Pen, che ha già ammesso di aver accettato finanziamenti dalla Russia, tallona Macron: fra tre giorni capiremo cosa succederà alle presidenziali francesi.
Vogliamo regalare anche l’Italia a Putin?
La nostra democrazia è davvero a rischio. Alle prossime elezioni ci giochiamo il futuro, ci giochiamo la nostra libertà.
Il presidente della Suprema corte, Giuliano Amato, ha ammonito sulla “tenuta degli ordinamenti costituzionali europei”. “È sull’equilibrio fra tutela delle identità nazionali e rispetto dei valori comuni – ha detto Amato – che si regge l’unità nella diversità del nostro ordinamento e della stessa Unione”.