La settimana scorsa a Roma i ministri del nuovo governo BisConte hanno giurato fedeltà alle leggi della Repubblica e sono entrati in carica. Ma quale è la situazione del panorama economico internazionale, in particolare europeo, cui i politici e gli industriali si trovano confrontati ?
“Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” è stato proprio l’interrogativo, oltre che il tema, proposto dal Forum Economico Ambrosetti svoltosi anche quest’anno a Cernobbio, in provincia di Como, terminato domenica. Presenti in sala duecento tra i maggiori opinion-leader dell’industria, della politica, della finanza internazionali e, nel complesso delle loro attività, rappresentanti di uno dei maggiori aggregati del fatturato mondiale: 1,3 trilioni di Euro, pari al 15,5% del giro di affari dell’ industria europea e 47,6 trilioni di euro di sostanza patrimoniale, ovvero 2,9 volte della produzione lorda dell’intera Unione Europea.
Tra i nomi dei partecipanti, per esempio, troviamo Hillary Clinton, già candidata alla presidenza degli USA; gli ex presidenti del consiglio italiani Enrico Letta, Romano Prodi e Mario Monti; l’economista Carlo Cottarelli; la giornalista Rula Jebreal, ora Visiting Professor presso la School of Communication della Università di Miami; il giornalista Gianni Riotta, attualmente docente alla Princeton University per il dipartimento di francese ed italiano; l’economista francese Nouriel Roubini, professore di economia presso la Stern School of Business alla New York University.
E’ questo il pubblico di esperti che innanzitutto ha condiviso la relazione introduttiva di Valerio De Molli, Amminstratore della European House Ambrosetti, organizzatrice dell’evento, ed in seguito ha espresso la sua opinione partecipando ad una serie di sondaggi su argomenti specifici.
Che l’atteggiamento della nostra società verso le sfide future stia cambiando lo ha ricordato proprio Valerio De Molli, quando ha citato il programma politico di Ursula von der Leyen, la nuova presidentessa della Commissione Europea:
“Ciò che è buono per il nostro pianeta lo deve essere anche per i nostri popoli, regioni ed economie. Mi impegnerò perché questa evoluzione si concretizzi per tutti in un modo equo. Non tutti i nostri paesi partono dallo stesso livello. Ma, in ogni caso, rimaniamo in cammino verso un medesimo traguardo. Quindi intendo creare un Fondo per la transizione ed aiutare le regioni meno favorite”.
Scelta di valori, nuove sensibilità sociali, coscienza di un destino condiviso. Questi, ha proseguito l’amministratore delegato della European House Ambrosetti, gli obiettivi fondamentali per il benessere futuro delle nostre collettività. Ma in che modo? Abbandonando entro il 2030 le energie fossili e passando alle zero-carbon, non inquinanti. Il percorso é ormai tracciato e porterà ad una revisione anche della nostra attuale scala di priorità morali. Sono temi di cui, almeno in parte, abbiamo già sentito parlare e che come capofila trovano sempre la coppia digitalizzazione ed utilizzo della energia proveniente da fonti rinnovabili. Concretamente: lavorare meglio, lavorare tutti, incremento delle aspettative di vita.
Seguendo questa formula, gli esperti della European House Ambrosetti ad esempio prevedono che entro il 2030 una migliore qualità dell’aria salverà 5000 vite in Europa, di cui almeno 1000 in Italia. La mobilità elettrica, continua lo studio Ambrosetti, tra il 2014 e il 2018 in Europa ed Italia è aumentata del 10% ed in futuro proseguirà il suo trend positivo. Tra i principali settori che guideranno la riconversione ecologica degli attuali sistemi produttivi troviamo: gli impianti per il riscaldamento centralizzato dell’acqua; i motori a combustione interna ed elettrica; le caldaie ad uso industriale. Per il momento, già entro il 2030 queste innovazioni dovrebbero portare ad un aumento di posti di lavoro di 997’000 unità nei 28 paesi della Unione Europea, di cui ben 98’000 nella sola Italia.
In tutte queste evoluzioni, i rappresentanti politici dovranno intervenire affinché la “povertà energetica” non si trasformi in causa di emarginazione sociale per le classi meno abbienti. Ad esempio, le analisi della European House Ambrosetti ricordano che ancora nel 2016 circa il 9% della popolazione europea e il 16% di quella italiana nel periodo invernale viveva in alloggi non sufficientemente riscaldati. All’opposto, nelle stagioni estive quasi il 20% dei cittadini comunitari e il 26% di quelli italiani abitavano in case sprovviste di sistemi di raffreddamento della temperatura. Per evitare questi eccessi, i politici sono invitati a promuovere investimenti ecologici, cioè sostenibili; ad aggiornare i sistemi di lavoro e persino di educazione scolastica; ad adottare provvedimenti mirati per alleviare la discriminazione energetica, deliberando tariffe ridotte per le famiglie svantaggiate; ed infine a ridurre gli oneri fiscali dalle fatture energetiche.
Ma gli imprenditori ed il mondo economico, oltre ad una maggiore coscienza ambientale, come si avviano a vivere l’ultimo quadrimestre di questo nostro 2019? I duecento partecipanti a Cernobbio al Forum Ambrosetti hanno espresso la loro opinione rispondendo a vari sondaggi sui principali temi che inquietano le nostre società. Per esempio, secondo gli industriali, tra i fattori che hanno maggiore impatto sugli equilibri mondiali troviamo: il protezionismo commerciale; i fenomeni migratori; la diffusione del populismo in Europa; gli attacchi informatici e le fake-news. Per quanto invece riguarda la produzione, il mondo dell’industria è moderatamente ottimista, confermando anche per il 2019 un complessivo aumento di circa il 10% di investimenti, competitività e forza lavoro.
L’ opinione degli industriali è complessivamente positiva anche sull’operato della cancelleria tedesca Angela Merkel e del presidente francese Emmanuel Macron. Una opinione più che sufficiente è confermata pure per il rieletto presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte, che però ora è atteso alla prova dei fatti. Risultato complessivamente favorevole (circa il 60%) anche per i responsabili politici della Unione Europea, cui gli imprenditori chiedono una revisione delle politiche riguardanti sicurezza e immigrazione, e di rafforzare il mercato unico grazie ad una maggiore convergenza delle strategie fiscali e di bilancio. Note negative sono invece state assegnate a Boris Johnson e Donald Trump. Il 79.5% degli industriali non condivide le decisioni politiche del primo ministro britannico, cui circa il 40% dei partecipanti augura una nuova votazione sulla Brexit. Giudizio sfavorevole (60%) è stata espressa anche per il presidente americano, alla cui rielezione il 52.4% dei votanti tuttavia oggi si mostra rassegnato.
Ultimo ma non ultimo, e non per caso, segnaliamo l’intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio del vero vincitore morale della tormentata estate politica italiana 2019: il presidente Sergio Mattarella che nel suo intervento inviato ai partecipanti ha interpretato in modo chiaro ed autorevole, prospettive e realtà della stagione politica cui si avvia il nuovo governo insediatosi a Roma:
“In un contesto internazionale caratterizzato da crescenti rischi ed incertezze e dal rallentamento della attività economica, anche a causa di inappropriate guerre commerciali, soltanto un’ Europa solida ed unita sarà capace di contribuire da protagonista al governo dei grandi temi globali. In questo ambito, l’Italia è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano, partecipando con convinzione e responsabilità ad un progetto europeo lungimirante, sostenibile ed equilibrato, dal punto di vista ambientale, territoriale e sociale”.
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