“Questo è il momento del coraggio e della determinazione. Il coraggio di disegnare un Paese migliore”. Non è stato un intervento facile quello del Premier Giuseppe Conte, che oggi a Montecitorio ha chiesto la fiducia per il suo nuovo esecutivo. Tanti i temi toccati dal Presidente del Consiglio, più volte interrotto dai cori dell’opposizione che hanno chiesto “elezioni” a gran voce, così come fuori dall’Aula, in piazza Montecitorio, facevano i cittadini chiamati a raccolta da Fratelli d’Italia. Tra i tanti temi citati dal Premier anche la cittadinanza degli italiani all’estero e la promozione della lingua italiana nel mondo.
Dentro, Conte inizia il suo lungo intervento con un ringraziamento al Presidente Mattarella perché “anche in queste ultime fasi sì determinanti per la vita della nostra Repubblica, esercitando con scrupolo le proprie prerogative costituzionali, ha guidato il Paese con equilibrio e saggezza ed è stato un riferimento imprescindibile per tutti”.
“Oggi ci presentiamo per chiedere a Voi, rappresentanti del popolo italiano, la fiducia sul nuovo Governo, che sarà mio compito guidare con “disciplina e onore”. Il programma che mi accingo ad illustrare non è una mera elencazione di proposte eterogenee che si sovrappongono l’una con l’altra, né tantomeno è la mera sommatoria delle diverse posizioni assunte dalle forze politiche che hanno inteso sostenere questa iniziativa. È, al contrario, una sintesi programmatica che disegna l’Italia del futuro. È un progetto di governo del Paese, fortemente connotato sul piano politico, che preannuncia specifiche risposte alle attese e ai bisogni dei cittadini, risposte che ci impegniamo a realizzare con il lavoro e l’impegno delle donne e degli uomini che siedono qui al mio fianco”.
“Questo progetto politico segna l’inizio di una nuova, risolutiva stagione riformatrice”, aggiunge Conte, che definisce il programma “un progetto politico di ampia portata, anche culturale”.
“Vogliamo volgerci alle spalle il frastuono dei proclami inutili e delle dichiarazioni bellicose e roboanti”, sottolinea il Premier. “Io e tutti i miei ministri prendiamo il solenne impegno, oggi davanti a voi, a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono e più rispettoso delle persone, della diversità delle idee. Ci impegniamo a essere pazienti anche nel linguaggio, misurandolo sull’esigenza della comprensione. La lingua del governo – assicura – sarà una lingua “mite”, perché siamo consapevoli che la forza della nostra azione non si misurerà con l’arroganza delle nostre parole”.
L’invito alle forze politiche è di “lavorare insieme, ogni giorno – nelle aule parlamentari, nelle commissioni, nel governo – per promuovere una democrazia autenticamente “umana””.
Richiamata la centralità della Costituzione, Conte ha elencato le “linee essenziali” dell’azione del suo nuovo Governo, e le “molte le sfide che ci attendono, a partire dalla prossima sessione di bilancio, che dovrà indirizzare il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, pur in un quadro macroeconomico internazionale caratterizzato da profonda incertezza. “Non possiamo limitarci a porre in essere azioni che intervengano marginalmente sulla struttura del nostro sistema-Paese. Abbiamo l’opportunità storica di imprimere una svolta profonda nelle politiche economiche e sociali, che restituisca una prospettiva di sviluppo e di speranza ai giovani, alle famiglie a basso reddito, oltre che a tutto il sistema produttivo”.
“Occorre dunque invertire questa tendenza, attraverso un’azione coordinata sul piano interno e a livello europeo”, ha aggiunto Conte. “La sfida sul piano interno è quella di ampliare la partecipazione alla vita lavorativa delle fasce di popolazione finora escluse. Esse si concentrano soprattutto tra i giovani e le donne, particolarmente nel Mezzogiorno. Vogliamo offrire loro, come a tutti gli altri lavoratori, opportunità di lavoro, salari adeguati e condizioni di vita degne di un Paese civile, di un Paese che, fin dal 1948, ha sancito, nella propria Carta fondamentale, il diritto del lavoratore a un’esistenza libera e dignitosa”.
Tra le prime misure, il Premier indica in “scuole e università di qualità, asili nido e servizi alle famiglie, specialmente quelle con figli, le prime leve sulle quali agire”.
Dunque azzeramento delle rette per le famiglie meno abbienti e ampliamento al Sud dell’offerta dei posti disponibili per gli asili; lotta alla dispersione scolastica da un lato e contrasto al precariato degli insegnanti dall’altro; valorizzazione del sistema universitario e di ricerca e incremento della partecipazione dei giovani alla formazione terziaria.
“È in gioco il futuro dei nostri giovani migliori”, osserva Conte. “Purtroppo, tra le tante eccellenze del nostro Paese, ve ne è una che – da troppi anni – stiamo “esportando”, al di là delle nostre intenzioni. Sono le nostre ragazze, i nostri ragazzi, soprattutto quelli del Sud, costretti ad abbandonare i propri affetti, i territori in cui sono cresciuti per trovare all’estero nuove opportunità di vita. Occorre invertire questa tendenza, che espone la nostra Nazione al rischio di un inesorabile declino. I giovani sono la spinta propulsiva senza la quale ogni tentativo di rinnovamento si rivelerebbe vano”.
“Questo – ricorda – è il Governo più giovane della storia della Repubblica. Non può rinnegare se stesso. Deve assolutamente raccogliere e vincere questa sfida”.
Contro gli effetti negativi della globalizzazione, l’Esecutivo intende perseguire il modello di sviluppo della “crescita integrale e inclusiva, che ponga al centro il benessere del cittadino e del lavoratore, nella prospettiva di uno sviluppo equo e solidale”.
“L’azione pubblica deve favorire questo processo, definendo le “regole del gioco” e una visione di politica industriale, rilanciando gli investimenti pubblici e creando le condizioni materiali che consentano agli attori privati di agire, di investire, di crescere”, ha aggiunto Conte, sottolineando l’importanza dell’innovazione in ogni campo che, però, necessita di “un’adeguata rete di infrastrutture tradizionali dei trasporti, delle reti dei servizi pubblici essenziali, senza un’attenta politica di difesa del territorio e dell’ambiente”. Anche su questi fronti “è necessario ravvivare la dinamica degli investimenti”.
Attenzione anche all’ambiente: “obiettivo primario del Governo sarà la realizzazione di un Green New Deal, che promuova la rigenerazione urbana, la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici”.
“Decisivo” il comparto dell’agricoltura e dell’agro-alimentare: “riserveremo la massima attenzione al rafforzamento delle regole europee per l’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti”.
E ancora: “massima priorità” per il Governo “le politiche per la messa in sicurezza del territorio”. “L’azione di rilancio degli investimenti, inoltre, passa necessariamente dall’abbattimento del divario fra Nord e Sud del Paese. A questo scopo, occorre rilanciare un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno, – ha detto Conte – anche attraverso la istituzione di una banca pubblica per gli investimenti, che aiuti le imprese in tutta Italia e dia impulso all’accumulazione di capitale fisico, umano, sociale e naturale del Sud”.
Ricordato che “il nostro tessuto produttivo è composto per larga parte da PMI” Conte ha parlato di “misure che incentivino le PMI a rafforzare la propria compagine sociale e a dimensionarsi in modo sempre più strutturato e consistente. La sfida della competizione è molto dura. “Piccolo è bello”. Ma il piccolo che è messo nelle condizioni di rafforzarsi, di crescere e di internazionalizzarsi è “ancora più bello””.
“Consolidare e strutturare meglio le nostre imprese significa favorirne l’internazionalizzazione e quindi incentivare anche il nostro export. Su questo fronte – ha assicurato – il Governo perseguirà una strategia di integrale rafforzamento di tutti gli strumenti che consentono alle nostre aziende di navigare meglio nella competizione globale: promuoveremo ancora più intensamente il nostro made in Italy, universalmente apprezzato, coinvolgeremo tutte le nostre ambasciate in questa articolata strategia, porremo le basi per potenziare tutte le connesse attività di sostegno alle nostre imprese esportatrici: consulenza giuridica ed economica, agevole accesso a un ampio ventaglio di strumenti finanziari e assicurativi”.
Il premier ha quindi citato “il ruolo di traino del turismo”, un “settore chiave” che va potenziato “anche attraverso una seria revisione della sua governance pubblica. Occorre promuovere i multiformi percorsi del turismo, anche attraverso il recupero e la valorizzazione del nostro patrimonio naturale, storico, artistico e culturale, con attenzione particolare alle specificità di alcuni territori, come quelli alpini. Obiettivi prioritari dell’azione di governo dovranno essere la conservazione e la valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico e culturale racchiuso nei nostri territori. Dobbiamo investire anche nelle imprese che si fondano sulla creatività e generano cultura, ampliando l’accesso ai consumi culturali. Da questi investimenti l’intera società ne trarrà beneficio, anche in termini di maggiore ricchezza e più ampia occupazione”.
Nell’elenco anche “un’attenta politica fiscale” che non sia più “disincentivante nei confronti delle imprese che assumono dimensioni più consistenti. In primo luogo va riconosciuto che gli italiani hanno il pieno diritto a confrontarsi con un fisco chiaro, trasparente, amico dei cittadini e delle imprese. Per questa ragione occorre perseguire una riforma fiscale che contempli la semplificazione della disciplina, una più efficace alleanza tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. L’obiettivo primario è alleggerire la pressione fiscale, nel rispetto dei vincoli di equilibrio del quadro di finanza pubblica. Questo Governo perseguirà una strategia molto chiara: tutti devono pagare le tasse, affinché tutti possano pagare meno”.
“Nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi, in linea con il fondamentale principio costituzionale della progressività della tassazione, – ha spiegato Conte – il nostro obiettivo prioritario è ridurre le tasse sul lavoro – il cosiddetto “cuneo fiscale” – a totale vantaggio dei lavoratori, e individuare una retribuzione giusta – il cosiddetto “salario minimo” – garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.
Anticipata “una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni”, Conte nel suo elenco ha inserito anche “un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”.
“Massima attenzione”, ha assicurato, “anche sulla tutela dei risparmi dei cittadini. A tal fine, occorre prendere atto che i tre comparti – bancario, finanziario e assicurativo – appaiono sempre più intrecciati tra di loro e le attività di vigilanza dovrebbero ispirarsi a minimi comuni denominatori, con un maggiore coordinamento tra le Autorità competenti, a livello europeo e nazionale, così da garantire maggiore trasparenza e un più accessibile e adeguato livello di informazione sui rischi e sulle condizioni di utilizzo dei risparmi e degli investimenti degli italiani”.
“Realizzeremo questa visione – ha assicurato ancora – tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e della sostenibilità del debito che avvieremo lungo un percorso di riduzione; in questo modo potremo arrivare a liberare nuove risorse, da reinvestire per realizzare a fondo e nel modo più incisivo questa complessiva e articolata stagione riformatrice. Come dimostra la sensibile riduzione dei tassi rispetto ai livelli dello scorso ottobre, i mercati finanziari stanno investendo con fiducia sulla nuova fase che l’Italia sta attraversando. La diminuzione della spesa per interessi pagati sul nostro debito pubblico è una vera e propria “riforma strutturale”, perché ci permette di allentare quello che è stato il maggior freno alla crescita del nostro Paese negli ultimi decenni. Ogni euro risparmiato sulle prossime emissioni dei nostri titoli di Stato consente, infatti, di eliminare, immediatamente e automaticamente, il capitolo più improduttivo della spesa pubblica in modo da liberare risorse pronte per essere investite nelle infrastrutture, nella scuola, nella sanità, e nella riduzione del carico fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese. Il nostro è un progetto ambizioso e di lungo periodo, che intendiamo perseguire già con la prossima manovra economica, sulla quale le forze politiche che compongono l’esecutivo hanno già avviato proficue interlocuzioni”.
“Siamo consapevoli che questa manovra sarà impegnativa”, ha ammesso il Premier. “La sfida più rilevante, per quest’anno, sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale. Le risorse saranno reperite con una strategia organica e articolata, che includerà un controllo rigoroso della qualità della spesa corrente – a questo riguardo vanno completate e rese efficaci le attività di spending review – e includerà, altresì, un attento riordino del sistema di tax expenditures, che salvaguardi l’importante funzione sociale e redistributiva di questo strumento, nonché un’efficace strategia di contrasto all’evasione, da condurre con strumenti innovativi e un ampio ricorso alla digitalizzazione”.
Il Governo promuoverà “una più efficace protezione dei diritti della persona, anche di nuova generazione, rimuovendo tutte le forme di diseguaglianza che impediscono il pieno sviluppo della persona e il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica, sociale, economica e culturale del Paese”.
Nell’elenco del Governo anche la tutela e i diritti dei minori; le disabilità; riduzione del numero dei parlamentari – “affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l’accesso democratico alle formazioni minori e assicurando – nello stesso tempo – il pluralismo politico e territoriale. In particolare, occorrerà avviare un percorso di riforma, quanto più possibile condiviso in sede parlamentare, del sistema elettorale” – autonomia differenziata; sviluppo locale; tutela delle autonomie a statuto speciale e delle minoranze linguistiche; riforma della giustizia civile, penale e tributaria; lotta alle organizzazioni mafiose; tutela dei beni comuni; promozione del pluralismo dell’informazione. “Ringrazio, in proposito, la stampa, per il suo insostituibile ruolo di “termometro” della democrazia”, ha detto in proposito Conte.
Sul piano europeo, “la nostra azione di governo potrà avviarsi in corrispondenza dell’insediamento di una nuova Commissione, a cui il nostro Paese ha contribuito in modo primario. L’Italia – ha assicurato il Premier – sarà protagonista di una fase di rilancio e di rinnovamento dell’Unione, che punti a costruire un’Europa più solidale, più inclusiva, più vicina ai cittadini, più attenta alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale e territoriale. Non si tratta di indicazioni astratte, ma di obiettivi fondanti delle istituzioni comunitarie, richiamati dall’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea e che intendiamo attuare pienamente. Per farlo è essenziale migliorare le politiche e rafforzare gli strumenti e la governance economica dell’Unione europea per favorire la crescita, l’innovazione, la sostenibilità sociale e ambientale, la coesione interna e la competitività nel quadro delle sfide globali. Il Governo si impegnerà nelle sedi europee per realizzare un piano di investimenti sostenibili, per riformare l’Unione economica e monetaria e l’unione bancaria, a partire dall’istituzione di un bilancio dell’area euro, di uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione e di una garanzia europea dei depositi. In questo quadro occorre anche migliorare il Patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione, per semplificarne le regole, evitare effetti pro-ciclici, e sostenere gli investimenti a partire da quelli legati alla sostenibilità ambientale e sociale. Un’impostazione di bilancio pro-ciclica, infatti, rischia di vanificare gli importanti sforzi compiuti sul piano interno per rilanciare la crescita potenziale del Paese, deprimendo la crescita effettiva”.
“Difendere l’interesse nazionale non significa abbandonarsi a sterili ripiegamenti isolazionistici”, ha osservato Conte. “Difendere l’interesse nazionale significa, come ho sempre cercato di fare, mettere la propria Patria al di sopra di tutto e non farsi mai condizionare da pressioni di poteri economici e da indebite influenze esterne. Ma perché la difesa dell’interesse nazionale sia davvero efficace occorre prendere parte e incidere nei processi in corso offrendo il proprio contributo critico, in un’ottica di costruttiva cooperazione e di rispetto del quadro normativo vigente. Insomma, rimango fermamente convinto – ieri come oggi – che è dentro il perimetro dell’Unione Europea e non fuori da esso che si deve operare alla ricerca del benessere degli italiani, aggiornando e rivitalizzando un progetto che ha assicurato – per decenni – pace, prosperità e sempre maggiori opportunità per i nostri cittadini, a partire dai più giovani”.
Quanto “all’epocale fenomeno migratorio, va gestito con rigore e responsabilità, perseguendo una politica modulata su più livelli, basata su un approccio non più emergenziale, bensì strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un’organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell’integrazione, per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri, per coloro che non hanno titolo per rimanere”.
Sui decreti-sicurezza salviniani, Conte ha detto: “rivedremo la disciplina in materia di sicurezza alla luce delle osservazioni critiche formulate dal Presidente della Repubblica, il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge, prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l’equilibrio complessivo. In materia di immigrazione non possiamo più prescindere da un’effettiva solidarietà tra gli Stati Membri dell’Unione Europea. Questa solidarietà finora è stata annunciata, ma non ancora realizzata. Ho rappresentato con convinzione questa nostra visione ai principali leader europei e continuerò a farlo nel Governo che sta nascendo, nei rapporti con i Paesi partner e i nuovi Vertici europei, da subito con iniziative concrete che devono farci uscire, tra l’altro, da gestioni emergenziali. Su questo le nostre strutture sono già al lavoro. Ma anche con azioni lucide e coerenti con il nostro approccio, come ad esempio l’istituzione di corridoi umanitari europei”.
Nella sua proiezione all’estero, l’Italia “deve proseguire lungo i tre assi fondamentali che storia, geografia e tradizione politico-culturale ci impongono. Senza con questo perdere di vista le opportunità e le sfide offerte dai nuovi assetti internazionali. Tali assi, oltre alla nostra responsabilità di Stato membro della Unione europea, sono, come è noto, le relazioni transatlantiche, con il corollario della nostra appartenenza alla Nato e l’imprescindibile legame con gli Stati Uniti e la stabilizzazione e lo sviluppo del Mediterraneo allargato”. Conte cita quindi il Mediterraneo, la Libia, i Balcani, i rapporti con India, Russia e Cina.
Sul “terreno culturale” per Conte “dovremo, con ancor più determinazione, promuovere l’Italia nel mondo, anche valorizzando – attraverso gli Istituti di cultura – lo studio e la diffusione della lingua italiana, preparandoci nel modo migliore a celebrare il VII centenario della morte di Dante Alighieri, nel 2021. Anche la legge sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di cittadini residenti all’estero che discendono da famiglie italiane appare meritevole di una revisione che, da una parte, valga a rimuovere alcuni profili di disciplina discriminatori e, dall’altra, valga a introdurre anche ulteriori criteri rispetto a quelli vigenti”.
Insomma “ci aspetta un lavoro intenso” che il Governo intende affrontare “con coraggio”, avviando “una stagione di rilancio e di speranza, fondata sul dialogo e sul confronto, a tutti i livelli”.
“Nel corso della prima riunione del Consiglio dei ministri sono stato molto chiaro: abbiamo una opportunità unica nell’avviare una nuova stagione riformatrice. Ma la sua realizzazione dipende moltissimo da noi, dalla determinazione, dall’abnegazione e dal senso di responsabilità dei principali attori, che sono le forze politiche di maggioranza e i ministri. Una squadra di ministri competenti – ha sottolineato – provenienti da forze politiche differenti, avrà l’onore e la responsabilità di offrire al Paese un Governo stabile e autorevole. Dovremo mostrare coesione di spirito e unità di azione, nel segno della collaborazione e della lealtà. Non sarà facile, dobbiamo esserne consapevoli. Saremo chiamati ad affrontare momenti anche molto duri, in cui forte risulterà la tentazione di indugiare sul proprio “particulare” o di abbandonarsi alle polemiche anche aspre e conflittuali”.
“Le forze politiche che hanno dichiarato la propria disponibilità a sostenere questo governo hanno dato prova di coraggio”, ha tenuto ad evidenziare il Premier. “Hanno messo da parte i “pre-giudizi”, che come riconosceva Hanna Arendt, esistono in politica, sono in parte ineliminabili e sono un pezzo del nostro passato. Oggi hanno accettato di affidarsi ai giudizi e si impegnano a sollecitare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. È per questo che chiedo alle forze politiche, insieme con la fiducia, un impegno, da assumere con la massima trasparenza di fronte al Paese. Nell’interesse dei cittadini, vi chiedo che il confronto sui temi, sulle proposte, sugli indirizzi da perseguire si svolga sempre nelle sedi istituzionali (nelle aule parlamentari, nelle commissioni, nei consigli dei ministri). Dimostriamo ai cittadini che siamo sinceramente e intensamente impegnati a cambiare davvero il Paese, senza lasciarci distrarre da ragioni altre, che non meritano di essere ricomprese in una schietta e onesta dinamica politica. Non possiamo, nei prossimi mesi, dissipare il tempo a disposizione in litigi e scontri. I cittadini non comprenderebbero. Come ho più volte detto in passato – e lo rivendico come parte qualificante dell’indirizzo politico di governo – dobbiamo essere sobri nelle parole e operosi nelle azioni. Una sobrietà che, mi auguro, possa essere contagiosa e orientare positivamente i comportamenti dei cittadini, a iniziare dall’uso responsabile dei social-network, che non di rado diventano ricettacoli di espressioni ingiuriose e di aggressioni verbali. Non posso non stigmatizzare, ancora una volta, gli ignobili attacchi indirizzati, nei giorni scorsi, a due mie ministre, la senatrice Teresa Bellanova e l’onorevole Paola De Micheli, alle quali rinnovo la mia partecipe vicinanza. Questo è il momento del coraggio e della determinazione. Il coraggio di disegnare un Paese migliore”, ha concluso. “La determinazione di perseguire questo obiettivo, senza lasciarsi frenare dagli ostacoli”.
Dopo una breve pausa, durante la quale il testo dell’intervento di Conte è stato consegnato formalmente anche in Senato, in Aula sono iniziati gli interventi dei 45 deputati iscritti a parlare.
Poi c’è stata la replica del Presidente del Consiglio Conte.
Il voto di fiducia.
Con 343 voti a favore e 263 voti contrari, la Camera ha quindi votato la fiducia al Governo Conte approvando la mozione di maggioranza. Oltre che dal Movimento 5 Stelle, del Partito democratico e di LeU, la fiducia è stata votata anche dal Maie, con il sì di Mario Borghese, e da tre deputati di +Europa, in contrasto con le decisioni del partito di Emma Bonino, tra cui l’eletto all’estero Alessandro Fusacchia.
Oltre a Lega (tra gli eletti all’estero assente Di San Martino) e Forza Italia, ha votato no anche il gruppo Noi con l’Italia – Usei, tra cui siede Eugenio Sangregorio, eletto in Sud America.
Martedì si vota in Senato: è stato depositato lunedì il testo dell’intervento che Conte ha tenuto alla Camera su cui discuteranno i senatori. La replica del Presidente del Consiglio è prevista alle 3:30 pm ora italiana, seguiranno le dichiarazioni di voto.
Il voto nominale inizierà alle 5 pm ora italiana. (Aise)