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in Scienza e Salute
September 29, 2015
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September 29, 2015
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Riflessioni marziane: tutti a vivere su Marte?

Rodolfo GuzzibyRodolfo Guzzi
Time: 3 mins read

A tutt’oggi sappiamo solo che su Marte ci sono dei sali che potrebbero essere legati alla presenza di acqua di cui però MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) non ha dato evidenza. Si pensa che queste tracce che cambiano con la stagionalità marziana, siano legate alla presenza di acqua allo stato liquido, che però non è stata rilevata dagli strumenti. In precedenza era stata scoperta acqua, allo stato solido (ghiaccio) ai poli di Marte. I canali esplorati dallo spettrometro di MRO sono delle strisce di 100 metri ai lati del cratere Hale.

La cautela è d’obbligo e lo stesso scopritore Lujendra Ojha è molto cauto. La foto presentata dalla NASA è stata ottenuta su di un modello digitale del terreno prodotto utilizzando i dati forniti dalla sonda stessa. Il colore blu che si vede nella foto è dovuto alla presenza di pirosseno minerale. I pirosseni sono delle catene di silicati (chiamati inosilicati) che contengono una combinazione di Silicio e Ossigeno che dà origine a minerali con varia coloritura da cui si possono anche trarre delle gemme.

L’interesse su Marte si è recentemente riacceso anche per le dichiarazioni di Steve Hawking che il futuro degli essere umani sta nella colonizzazione degli altri pianeti. Tuttavia rimangono ancora dei problemi per quello che riguarda la sopravvivenza degli esseri umani in un viaggio verso Marte. Come ho già fatto rilevare, un viaggiatore verso Marte non ha modo di sopravvivere per effetto del combinato radiazione-ricevuta-mancanza-di-gravità. Sono gli stessi problemi che hanno gli astronauti che però soggiornano per un tempo limitato nello spazio. Un viaggio su Marte oltre che richiedere almeno sei mesi per andare e poi altrettanti per tornare sarebbe letale.

Studi avanzati ci dicono che per bloccare la radiazione si potrebbe creare un sistema magnetosferico che dovrebbe avvolgere la navicella spaziale, un po’ come fa la Terra per impedire che il vento solare raggiunga la superficie terrestre. La Terra si comporta come un gigantesco magnete che ruotando su se stesso genera quella che si chiama magnetosfera che è quella che ci salvaguarda dal vento solare che è così potente da incenerirci, se non fosse deviato. Un effetto indiretto visibile è l’aurora boreale.

Questo scudo elettro-magnetico deve superare molti ostacoli progettuali tra cui quelli dovuti al fatto che queste macchine consumano parecchio e sono ancora troppo pesanti per essere trasportate da una sonda interplanetaria in cui ci sono degli essere umani. Nonostante questo, c’è una alta pressione industriale per colonizzare Marte.

In realtà non è un problema solo tecnico, è un problema politico, ma soprattutto etico. Bisognerebbe interrogarsi se sia lecito conquistare altri pianeti quando ancora non abbiamo risolto molti problemi sulla Terra tra cui quello dell’uso razionale delle risorse terrestri, in vista anche di una migliore distribuzione di queste, soprattutto per i paesi che soffrono la fame. Nonostante la mia propensione a studiare sistemi per conoscere meglio la Terra e anche il sistema solare, penso che sarebbe meglio riconcepire il nostro modo di vivere piuttosto che continuare a sperperare le nostre risorse. In fondo la corsa alla colonizzazione dei pianeti del sistema solare, ed in primis di Marte, è figlia di un modo di concepire una società basata sugli sprechi e non sull’uso razionale e distribuito delle risorse.

 

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Rodolfo Guzzi

Rodolfo Guzzi

Nato e cresciuto a Torino, mi sono laureato in Fisica a Bologna. All’inizio della mia carriera sono stato all’Imperial College a Londra, poi in altri centri di ricerca, tra Germania, Olanda e Boston. Sono, per il Ministero della Università e Ricerca (MUR), il Presidente del Comitato di valutazione dei Piani Triennali degli Enti di Ricerca, dei programmi Bandiera e dei Progetti di Interesse Nazionale. Sono Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Space Italy, un consorzio nazionale per lo sviluppo delle tecnologie Spaziali. Sono stato insignito dalla Accademia dei Lincei del Premio Antonio Feltrinelli per la classe di Astronomia, Geofisica, Geodesia e Applicazioni. Sono Accademico Onorario della Accademia Angelico Costantiniana. Sono stato direttore dell’Istituto per le Metodologie Geofisico Ambientali del CNR e direttore dell’Unità di Osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Italiana. Sono stato nel Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Ho lavorato con il premio Nobel per la Fisica Abdus Salam e con il premio Nobel per la Chimica Paul Crutzen. Insegno Fisica in università in Italia e all’estero. Alle pubblicazioni scientifiche alterno libri di divulgazione, romanzi e favole. Mi piace l’atletica leggera che negli anni '60 ho praticato a livello agonistico. Sono un curioso che si fa coinvolgere in progetti di varia natura che qualche volta diventano concreti, come quello attuale: la matematica applicata alla biologia.

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