Le questioni di cittadinanza entrano nell'aula di Montecitorio dove Fucsia FitzGerald Nissoli, parlamentare eletta dagli italiani all'estero della circoscrizione Nord e Centro America, è intervenuta nella discussione sulla legge di riforma della cittadinanza. “Un argomento spinoso ma la cui riforma non può attendere – ha detto Fucsia FitzGerald Nissoli – Essa è il simbolo dell'aspirazione all'uguaglianza tra le persone e le lega allo stato in un quadro giuridico definito. È un tema, la cittadinanza, che tocca profondamente l'animo umano, il sentirsi parte di una comunità. Quella che stiamo esaminando, quindi, è una riforma doverosa per quei minori stranieri che hanno provato il senso di appartenenza a questa comunità ma allo stesso tempo è una sconfitta per altri che non sono stati presi in considerazione e cioè quegli italiani che recatisi all'estero hanno perso la cittadinanza ma che conservano nel cuore e nel modo di essere l'italianità. La loro è una identità italiana piena, viva che chiede di essere riconosciuta anche sul piano giuridico”.
La deputata ha poi ricordato che in Italia l'emigrazione ha una lunga storia, mentre il fenomeno immigratorio, pur se più recente, è in rapida crescita dagli anni '90: “Oggi possiamo contare un pari numero di cittadini italiani emigrati ed immigrati”, ha detto.
Secondo Nissoli si tratta di “due facce della stessa medaglia nel contesto globale dei movimenti umani al cui centro vi è la dimensione della cittadinanza come appartenenza, una cittadinanza che può essere anche plurale”. In questo contesto, l'Italia deve stare al passo coi tempi e adeguare la propria legislazione ai nuovi movimenti. “Oggi – ha detto ancora la parlamentare – abbiamo fatto un primo passo nell'affrontare le novità demografiche presenti nel nostro Paese ma non possiamo parlare di una riforma completa, questa riforma dovrà essere completata inserendo anche gli italiani che hanno perduto la cittadinanza andando all'estero. In questo modo avremo la possibilità di legare insieme due realtà che possono fare grande l'Italia: quella dei nuovi italiani e quella degli italiani all'estero”.
Il disegno di legge all'esame della Camera apre a uno ius soli temperato, prevedendo di concedere la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori legalmente soggiornanti da almeno 5 anni, e introduce lo ius culturae, prevedendo la concessione della cittadinanza ai figli di genitori stranieri che siano entrati in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età e abbiano frequentato almeno 5 anni di scuole in Italia. “Un provvedimento rivolto ai minori con il carattere dell'urgenza perché i minori sono una priorità – ha detto FitzGerald Nissoli – ma questo non ci deve far dimenticare di lavorare alla definizione di un nuovo orizzonte di diritti per dare a ciascuna persona l'orgoglio di sentirsi pienamente italiana. Un percorso che non può prescindere da una consapevolezza civica di cui si deve far carico in primis la scuola sin dai primi anni. Solo così riusciremo a dare corpo ad un nuovo ethos civile di cui l'Italia ha bisogno per le future generazioni”.
Nissoli ha esortato i colleghi a lavorare “con uno spirito lungimirante” ricordando che i tanti italiani all'estero conservano un amore profondo e sincero per l'Italia: “Vi chiedo di tener conto di un'altra Italia che è fuori dall'Italia, delle attese di chi ha perduto la cittadinanza e che guarda con speranza a questo Governo e a questo Paese che vuol essere innovativo ed aperto al contributo degli italiani all'estero come risorsa preziosa per il nostro Sistema Paese. Non si tratta di uno sguardo al passato ma di una proiezione verso il futuro”.
Proprio in considerazione di un futuro sempre più globalizzato, la deputata ha sottolineato il fatto che ci sarà un progressivo aumento delle richieste di cittadinanze plurime. “Il mio Disegno di Legge intendeva dare una risposta a queste persone, non è stato possibile inserirlo in questo testo coordinato ma credo che si debba prendere, in questa sede, un impegno serio teso a permettere il riacquisto della cittadinanza a chi l'avesse perduta recandosi all'estero” ha concluso FitzGerald Nissoli ringraziando i 317 colleghi che avevano sottoscritto la sua proposta di legge e leggendo alcune testimonianze inviatele da varie parti del mondo.