La danza è stata il cuore pulsante di questa edizione del Campania Teatro Festival, diretta dal regista e drammaturgo napoletano Ruggero Cappuccio, nonché autore di una rubrica su cinema, teatro e letteratura per Rai 3.
Indubbiamente la qualità diventa emblematica della cura e della prospettiva adottate dal festival nei confronti dell’arte e del progetto che si sta realizzando negli anni. Dalla vicedirettrice Nadia Baldi scopriamo che la Campania quest’anno è la regione d’Italia ad avere investito più fondi per il settore cultura.
Gli spettacoli a cui abbiamo assistito, “Idiot Syncrasy” e “Querida Gala”, sono un esempio eclatante della raffinatezza delle scelte artistiche portate avanti con coerenza, con un interesse verso nuovi progetti contemporanei, in cui il “corpo” sostituisce a pieno titolo la parola senza sminuirla.
In una società in cui le parole sono svuotate del loro reale significato, l’espressività corporea diventa un mezzo fondamentale e alternativo per raggiungere vette artistiche di notevole pregio e profondità.
Idiot Syncrasy, prodotto da Igor Moreno e con la coreografia di Igor Urzelai è una performance nata dalla sinergia di più forze propulsive.
Ne parla il produttore: Siamo partiti dal desiderio – spiega la compagnia Igor x Mo-reno – di voler cambiare il mondo attraverso una performance. Ci siamo sentiti idioti. Poi abbiamo danzato tanto. Abbiamo saltato. Abbiamo rivolto lo sguardo verso le tradizioni popolari della Sardegna e dei Paesi Baschi. Abbiamo cantato. Abbiamo saltato ancora un po’. Ci siamo coinvolti. Ora promettiamo di stare assieme. Promettiamo di perseverare. Promettiamo di fare del nostro meglio.
Si evince già dall’enfasi di Moreno, quanta potenza ed entusiasmo siano stati riposti in questo spettacolo, in cui si sovrappongono e si fondono energie sia individuali che collettive, un turbinio di idee in cui la sincronia rappresenta la volontà di voler creare nuovi orizzonti sovrapponendone diversi con forza e tenacia.
In questa performance riecheggiano a più livello di consapevolezza e di appartenenza i sofismi, i danzatori sono avviluppati da una volontà dionisiaca di poter emergere nella loro hybris comune.
Lo sforzo fisico può rischiare di deconcentrare lo spettatore nella percezione del messaggio principale dell’opera, ma la leggerezza e la risolutezza adottate attraverso il ritmo convince e coinvolge.
Idiot Syncrasy contiene nel suo operato più influssi e stile, li comprime per poi esplodere in sincronie in cui i corpi si sommano potentemente.
La definizione di potenza non esclude l’altra performance a cui abbiamo assistito “Querida Gala”, attraverso la quale si riportano in scena alcuni elementi della vita di Elena Diakonova, ribattezzata Gala per tutta la sua esistenza.
Donna molto affascinante, moglie di Paul Eluard, fu ispiratrice del surrealismo e fu parte integrante del circolo artistico di Antòn Bréton.
Ebbe rapporti stretti con tutti i componenti del gruppo, e quando conobbe Dalì fu amore a prima vista, rimanendogli accanto per tutta la vita come compagna e manager.
Nonostante la sua versatilità e energia, nonché una grande personalità, Gala rimase sempre, volontariamente, in secondo piano, dando risalto ai personaggi maschili che abitavano l’ambiente artistico parigino.
La regia è di Antonello Apicella, coreografo e regista campano che oltre ad avere una formazione internazionale dal 2015, con Ina Colizza, è direttore della compagnia Matrafisc Dance, finanziata dall’Arts Council of England per sviluppare performance accessibili a tutto il pubblico e aumentare così l’interesse per la danza contemporanea nel Regno Unito, oltre ad essere docente per l’Università di Salford in Gran Bretagna e di Guanajuato in Messico.
A vestire i panni di Gala troviamo un’espressiva e sinuosa Olimpia Malone, la quale passa da modalità molto pacate e controllate per poi cambiare in esplosioni e interpretazioni passionali, cambi in cui si intuisce l’intensa vita della donna.
Motivo e punti di forza di questo concept sono gli scritti, che mostrano come la donna e di come si appassionasse alla causa dell’arte del suo tempo.
Circondata da una scenografia anch’essa surrealista e da teste che ricordano il dipinto degli “Amanti” di Magritte, la performer ci guida attraverso dei mood molto diversi tra loro, comunicandone forse anche la fragilità.
La combinazione di musica, danza e interpretazione offrono una sovrapposizione di stili, in cui la personalità dell’attrice si fonde perfettamente con la figura di Gala.
Querida Gala fa parte del Progetto Med Focus Danza, curato dall’Unione Regionale Agis Campania e dal Sistema MeD – Musica e Danza.
“Campania Teatro Festival” è ormai divenuto emblema della danza sia nazionale che internazionale e riesce a far immergere lo spettatore in un mondo parallelo, senza che possa dimenticare il mondo a cui fa riferimento e di cui è parte indispensabile.