È vero, come diceva George Bernard Shaw, che "chi non è rivoluzionario a vent’anni non ha il cuore, chi lo è a trenta non ha il cervello"? La voglia e il furore di cambiare il mondo sono legate all’età? Da cosa origina una rivoluzione e in quali circostanze è necessario uno stravolgimento violento per mutare l’ordine delle cose?
A queste e altre domande daranno la loro risposta i protagonisti de Le Conversazioni, il festival ideato da Antonio Monda e Davide Azzolini che quest’anno sceglie il tema della Rivoluzione per festeggiare il suo decimo compleanno. Argomento che gli ospiti affronteranno nella assoluta libertà, scegliendo se declinarlo ad esempio, dal punto di vista sociale, letterario, politico, sessuale o religioso.
La kermesse, che dal 2006 dà appuntamento ad alcune tra le più autorevoli firme dell’arte e della letterature per discutere di temi come eros, diritti umani, corruzione e purezza, è approdata, dall’anno scorso, anche a Roma, dove conducono il dibattito alcune delle più importanti personalità della cultura italiana.
Ad aprire la serie di incontri in Rai, il regista Mauro Martone assieme agli scrittori Maurizio de Giovanni e Antonio Franchini, che riconoscono in Joyce uno dei grandi rivoluzionari della letteratura. Il poeta Valerio Magrelli definisce lo scrittore di Dublino uno degli autori dei “quattordici libri sopra gli ottomila”, quelle opere che, come le quattordici cime più alte del monte, raggiungono vette di inusitata grandezza; si sofferma, poi, sulla genialità innovativa di Duchamp, “medusa dell’arte moderna” e inventore del ready-made. Dacia Maraini ricorda quanto siano state rivoluzionarie, dopo la seconda guerra mondiale, le traduzioni di autori invisi al fascismo come Kafka, e la diffusione della letteratura russa e americana; e, nella storia della Chiesa, il carisma dei mistici, fautori di grandi rivoluzioni nell’opporsi, fino al limite dell’eresia, al potere in nome dell’autenticità de Vangelo; Nicola Piovani ribadisce che, senza il rispetto per l’arte non è possibile nessuna rivoluzione e Walter Siti disconosce la portata rivoluzionaria delle tecnologie, perché una rivoluzione, per dirsi davvero tale, non deve essere beneficio dell’autorità, o, in questo caso, del consumo. A concludere la kermesse nella capitale, saranno la regista Cristina Comencini e il politologo Angelo Panebianco.

Antonio Monda, fondatore, insieme a Davide Azzolini, de Le Conversazioni
La storia di questo prestigioso laboratorio di idee ebbe inizio dieci anni fa, quando Antonio Monda e Davide Azzolini invitarono David Foster Wallace, Nathan Englader, Zadie Smith e Jeffrey Eugenides a esplorare il tema dell’identità; da allora il festival ha chiamato a confronto alcuni tra i più acclamati intellettuali di fama internazionale, come Jonathan Franzen, Roberto Saviano, Ian McEwan, Michael Chabon ed Elizabeth Strout, soltanto per citarne alcuni.
Il carnet di questa edizione, che si svolgerà il 26-27 e 28 giugno e il 3, 4, e 5 luglio, nella splendida cornice di Punta Tragara, a Capri, annovera personalità come le scrittrici Miriam Toews, Edna O’Brien – che Philip Roth considera “la più grande scrittrice vivente in lingua inglese” – Judith Thurman e lo scrittore, storico e fotografo Teju Cole; Antonio Monda intervisterà, inoltre, la scrittrice Ann Patchett, l’editore e scrittore Jonathan Galassi, il cui romanzo La Musa debutta in questi giorni in Italia, il filosofo e storico Anthony Appiah, e la vincitrice del National Book Award 2012 Louise Erdrich.
Attrattiva ed elemento di forza de Le Conversazioni sono, tra le altre cose, la libertà d’esplorazione e il taglio personalissimo del contributo dato dai vari ospiti. Così Appiah anticipa un intervento sulle riforme morali, Cole affronta gli aneliti di uguaglianza e l’irrequietezza sociale, Erdrich paragona la rivoluzione a una storia d’amore, intrisa di passione e tradimento, e invoca un’assunzione di responsabilità per salvare il nostro pianeta dagli stravolgimenti climatici e dallo sfruttamento. Galassi immagina, di qui a vent’anni, una rivoluzione di “quiete”, effimera, ma che ci consentirà “di ricostruire noi stessi”, mentre O’Brien ripercorre il passato e si interroga sul ruolo della letteratura e della creatività. Patchett indaga su chi siano, effettivamente, i protagonisti della rivoluzione, Thurman racconta di conflitti e condizione della donna, e Toews condivide delle storie di emancipazione personale.
Tra le novità del 2015, la partecipazione de Le Conversazioni al FILBO, la Fiera del Libro di Bogotà, dedicata quest’anno al realismo magico di Garcia Marquez; il festival proseguirà a dicembre all’Historical Society, alla Morgan Library e al Guggenheim di New York, confermando la volontà di continuare a estenderne, in futuro, la portata internazionale.
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