Il gusto per la conversazione è cosa italica, si sa. E se a quel chiacchierare in stile italiano si aggiunge l’arte americana della “lecture” e un tocco di cultura, il risultato è Le Conversazioni, edizione 2014. Un festival che ormai da nove anni porta sul Golfo di Napoli il meglio della letteratura anglosassone e, dal 2009, ha anche una versione newyorchese con due eventi, uno in primavera uno in autunno, alla Morgan Library il cui auditorium diventa palcoscenico di scambi all’insegna del cinema. Le Conversazioni: Films of My Life è una serata in cui due personaggi del mondo della cultura si raccontano attraverso i loro film preferiti. Giovedì 8 maggio, Isabella Rossellini ha incontrato Salman Rushdie per una conversazione a colpi di spezzoni di film: quattro per ognuno, più uno, in conclusione dell’evento, scelto dal giornalista e scrittore Antonio Monda, ideatore del festival, che ha moderato l’incontro.
Isabella Rossellini ha scelto The Circus di Charlie Chaplin (1928), Voyage Dans La Lune di Georges Méliès (1902), Some Like It Hot di Billy Wilder (1959). Non poteva mancare anche uno dei film di suo padre, e la scelta è caduta su Stromboli (1950), prima pellicola in cui Roberto Rossellini collaborò con la futura moglie, l’attrice svedese Ingrid Bergman immortalata in Casablanca. Del film Isabella ha scelto l’immagine della mattanza dei tonni e non tanto per gli affetti familiari, quanto per il suo noto impegno ambientalista: “Volevo mostrare – ha detto – come, nel giro di pochissimi anni, dall’abbondanza di tonni che si vede nelle immagini del film, siamo arrivati ad avere una popolazione in tale diminuzione da essere diventata specie protetta”.
Salman Rushdie ha iniziato con la scena di Jules Et Jim di François Truffaut (1962) in cui Jeanne Moreau canta una canzone che sintetizza la trama del film (vedi video qui sotto) e che, secondo lo scrittore indiano, rende più di ogni altra scena quell’essere “un film triste, fatto come un film felice” che è la magia della terza opera del regista francese. Rushdie ha poi proseguito con due film di Kubrick, Dr Strangelove (1964) e 2001: A Space Odyssey (1968); di quest’ultimo ha scelto la lunga e straziante sequenza della morte del computer Hal. “É strano – ha detto Rushdie commentando la sua scelta – guardare al futuro quando quel futuro è ormai nel passato; l’idea passata del futuro è affascinante”. Lo scrittore, che si è confessato un amante del genere, ha poi concluso con un altro capolavoro del cinema di fantascienza, Blade Runner di Ridley Scott (1982).
Attraverso i film, la regista italiana e lo scrittore indiano, si sono raccontati, motivando le proprie scelte e spiegando il proprio legame con quelle pellicole. Rossellini ha raccontato vari episodi della sua infanzia con il padre Roberto e la madre Ingrid Bergman, quando il cinema era il suo pane quotidiano, mentre Rushdie ha ripercorso alcune delle sue influenze e dei suoi interessi cinematografici e letterari.

Antonio Monda, durante la presentazione alla Casa Italiana NYU
La serata alla Morgan Library seguiva la presentazione del festival, mercoledì 7 maggio, alla Casa Italiana Zerilli-Marimò. Nata come piccolo festival letterario ideato da Antonio Monda e Davide Azzolini, oggi la manifestazione, ha detto Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana, è andata ben oltre la piazzetta di Capri e non è più solo letteratura ma filosofia, cinema, attualità. Agli appuntamenti sul Golfo di Napoli e a quelli newyorchesi, il festival aggiunge da quest’anno una tre giorni romana che, dal 17 al 19 giugno, vedrà sfilare nella sede della Rai, Giuliano Ferrara, Ernesto Galli della Loggia, Francesco Piccolo, Roberto Andò e Toni Servillo.
Dopo Roma, nei due fine settimana del 27 giugno e del 6 luglio, il festival si sposta a Capri dove sono attesi grandi nomi del panorama letterario di lingua inglese. Due nomi per tutti: Don De Lillo e Rachel Kushner. Ogni anno il festival ruota intorno a un tema che viene scelto come filo conduttore degli incontri e al quale ognuno degli ospiti dedica un breve scritto con cui aprire il proprio intervento. Purezza e corruzione è il tema di quest’anno: “Un tema eterno – ci ha detto Monda che ha illustrato il tema scelto durante la presentazione alla Casa Italiana leggendo un intellettualissimo saggio che, partendo dal Vangelo, evoca le atrocità compiute nel nome della purezza o a causa della corruzione – Siamo umani e come tali siamo entrambe le cose, puri e corrotti. Queste non sono che due forme dello spirito umano e scegliere l’una o l’altra porta alla perdizione. L’uomo è condannato dalla sua essenza ad essere, anche, corrotto. Ma si sono fatte infinite guerre e sono stati massacrati milioni di persone per inseguire la purezza”.
Negli anni, nei due fine settimana de Le Conversaizoni, Capri ha visto passare penne del calibro di Paul Auster, David Foster Wallace, Jonathan Lethem, Chuck Palahniuk, Junot Diaz, Jonathan Safran Foer, ma anche musicisti come Patty Smith e David Byrne, e registi, tra cui il premio Oscar Paolo Sorrentino. “Non è un festival sui libri – ha proseguito Monda – ma è un modo per condividere delle idee. Il successo del festival credo sia dovuto soprattutto alla formula del dialogo, della conversazione con gli spettatori che hanno la possibilità di interagire con gli autori, di intervenire nella discussione, anche grazie alla vicinanza fisica e all’ambiente intimo”.
E mentre Monda programma di espandere il festival ad altre due città di cui non rivela i nomi, la letteratura americana si prepara a partire per Capri. Per vedere Le Conversazioni a New York, invece, bisognerà aspettare il 6 novembre quando Zadie Smith e Patrick McGrath si incontreranno alla Morgan Library per parlare dei film della loro vita.
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