
Salvatore Moltisanti
Temperamento siciliano, formazione e personalità cosmopolite. Salvatore Moltisanti, di origini ragusane, da venti anni vive e lavora a New York City. Musicista di fama internazionale, é inoltre ideatore e organizzatore della manifestazione Ibla Grand Prize, che si svolge nel quartiere barocco di Ragusa, ogni anno tra fine giugno e la prima decade di luglio. La critica internazionale lo considera uno dei pianisti più illustri della sua generazione, il New York Times lo ha definito un "romantic virtuoso", mentre John von Rhein ha scritto sul Sunday Chicago Tribune: "Pianisticamente e musicalmente Moltisanti è un pianista completo dall'articolazione cristallina, dall'intensità febbrile con un misticismo caratterizzante nel suo modo di suonare. Un talento pianistico dal quale lasciarsi guidare".
Si potrebbe proseguire all'infinito ma qui vogliamo parlare di una delle sue creature, l'Ibla Grand Prize che ha ricevuto l'encomio ufficiale dell'ex sindaco di New York Rudolph W. Giuliani e dell'allora governatore dello Stato di New York, George E. Pataki. Ogni anno pianisti, compositori, cantanti provenienti da tutto il mondo arrivano in Sicilia per partecipare all'ormai illustrissimo premio che si svolge nella zona alta di Ragusa (anticamente denominata dai greci Hybla). I partecipanti al premio si esibiscono nelle bellissime piazze della città vivendo e sperimentando così un'esperienza unica al mondo e con un sapore tutto italiano.
I musicisti partecipanti sognano di essere selezionati per potersi esibire su tutti i palcoscenici previsti nel tour mondiale che porta i vincitori dall'Italia agli Stati Uniti. "Il viaggio negli States – ci dice Salvatore Moltisanti – offre il confronto con un mondo ricchissimo di influenze culturali con cui non sarebbe possibile entrare in contatto altrimenti." Infatti si gira l'America passando dalla Virginia, e l'Arkansas fino ad arrivare, ma solo alla conclusione del giro, a New York dove ci si esibisce al Carnegie Hall.
Un progetto di grande valore artistico e culturale, creato da un siciliano che é riuscito a rendere famosa nel mondo la bella Ragusa, regalando ai suoi concittadini attenzione dal respiro internazionale.
Come e perché nasce il premio Ibla?
Nel 1991 dopo essermi diplomato presso il conservatorio di Santa Cecilia di Roma vinsi una borsa di studio finanziata da Giancarla e Luciano Berti i quali diedero la possibilità ad un musicista ed a due medici di perfezionarsi negli Stati Uniti. Il mio fu un viaggio inaspettato in quanto all'epoca nel mio orizzonte di musicista c'erano Parigi e Londra e non certamente New York. Fu così che una volta arrivato nella Grande Mela scoprii un mondo che cambiò radicalmente il mio destino. Fu sempre in quell'anno che nel giorno del Ringraziamento, trovandomi a cena dai Berti, chiesi loro quale fosse il reale motivo che li spingesse a sostenere le spese della mia borsa di studio. Mi dissero che secondo loro era di fondamentale importanza dare la possibilità ai giovani italiani di scoprire e potersi confrontare con l'internazionalità di New York. Quella sera stessa, decisi che se mai ci sarei riuscito, anche io avrei fatto lo stesso nel futuro e fu così che nacque l'idea del premio Ibla. Nel 1992 scrissi alla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò che nel 1990 aveva fondato la Casa Italiana della NYU in memoria del marito Guido, molto legato alla cultura italiana e aNew York, e le parlai del progetto.
Perché proprio New York? Quali opportunità offre ai giovani musicisti?

Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana NYu Zerilli-Marimò e la baronessa Zerilli-Marimò, fondatrice della Casa
La prima motivazione direi che sia legata al fatto che essendomi io radicato a New York la scelta é stata quasi obbligata direi, ma anche perché negli anni le scelte compiute portavano inevitabilmente sempre all'origine, ovvero in Sicilia. Inoltre non si può negare che New York rappresenti un punto sia di arrivo che di partenza nel curriculum di ogni musicista e che, dopo Londra e Parigi, deve necessariamente esserci il confronto con questa città. Altro fattore determinate in questa scelta fu senz'altro il desiderio di rilanciare l'immagine della Sicilia nel mondo. Infatti in quegli anni dire Sicilia significava dire mafia, purtroppo. Eravamo nel 1992 e parliamo della terribile strage di Capaci, notizia che fece il giro del mondo. La consapevolezza del binomio Sicilia-Mafia nel mondo mi faceva stare molto male e così decisi di proporre un'immagine diversa della Sicilia e con orgoglio debbo dire che ci siano riusciti. Ogni anno moltissimi musicisti da tutto il mondo accorrono per partecipare al concorso Ibla esibendosi in Sicilia per il festival e passando anche da New York con concerto presso la Carnegie Hall.
Quale il segreto del successo del premio Ibla?
A dire il vero ne sono ancora sorpreso ed é difficile da capire ma probabilmente i programmi musicali sono la chiave del nostro successo. Ben 23 anni fa siamo stati i primi ad aprire i programmi musicali creando schiere di oppositori e di sostenitori, come sempre accade quando si compie qualcosa di rivoluzionario. Di solito i musicisti nei concorsi sono sempre obbligati ad eseguire brani di Liszt o Chopin venendo giudicati per la loro capacità esecutiva. Molti concorrenti però son tesi e nervosi durante l'esame e non rendono bene, al punto da farsi eliminare. Inoltre, questo metodo di giudizio rendeva possibile l'esclusione di un presunto rivale da parte di qualche insegnante che gli preferiva il proprio allievo, oppure vincevano sempre i figli degli insegnati. Insomma, abbiamo pensato che il vecchio metodo desse adito a manipolazioni ed ingiusti giudizi e per questo abbiamo deciso di non eliminare nessuno. Questa, credo sia stata la nostra mossa vincente. I nostri concorrenti eseguono un intero concerto di almeno 45 minuti ed é così che abbiamo cambiato tutte le regole del gioco, infatti la giuria deve ascoltare tutti i partecipanti al concorso che hanno il diritto di esser seguiti dall'inizio del proprio programma di esecuzione alla fine. I lavori di ascolto da parte della giuria iniziano la mattina molto presto e terminano a notte tarda. É davvero interessante notare come la maggior parte dei musicisti inizino molto nervosi ma poi via, via con il passare dei minuti, si rilassino iniziando solo allora ad esprimere musicalmente se stessi. É così che finalmente vien fuori la vera identità del musicista. I partecipanti al Premio Ibla non si comportano come concorrenti ma come dei musicisti che compiono un percorso nel quale incontrano e si confrontano con altri musicisti ed in tale percorso subiscono una deformazione che li porta ad arricchirsi musicalmente. Insomma si può vedere davvero il percorso di cambiamento compiuto dall'inizio del concorso e terminato e conclusosi al termine dell'esame.
Ci può raccontare una storia particolarmente di successo legata al premio? Qualche risultato raggiunto da qualcuno dei musicisti premiati che la rende particolarmente orgoglioso?
I partecipanti son stati e sono tutt'ora tantissimi ed abbiamo vincitori che occupano posti rilevanti presso università americane e tedesche ed io farei un torto nel nominarne solo alcuni. Posso certamente dire che la partecipazione al concorso ha prodotto sempre un prima ed un dopo. Le vite dei nostri partecipanti spesso vengono totalmente stravolte una volta intrapreso il percorso con noi e questo può accadere sia nel campo della musica sia nell'ambito della vita privata. Infatti ci son stati dei casi nei quali alcuni nostri allievi hanno trascorso un periodo di formazione all'estero ed in questo periodo hanno incontrato il futuro compagno/a di vita. Siamo stati strumento di cambiamento e di possibilità nella vita delle persone e questa é una cosa bellissima ed entusiasmaste. Come grande nome certamente posso nominare Marcello Abbado direttore del conservatorio di Milano e dire che egli è stato sin dall'inizio con noi. Da sempre grande sostenitore dell'idea e del Premio Ibla. Voglio anche ricordare che il vincitore del concorso diviene parte della giuria che è composta da 25 giudici, nonché membro di una grande famiglia.
Per regioni come la Sicilia, si dice sempre che la cultura può essere uno strumento di sviluppo. Lei è riuscito a creare una manifestazione che porta musicisti da tutto il mondo a Ragusa e che, facendo un'ottima pubblicità alla città, sembra essere effettivamente un valido strumento di sviluppo. Come mai secondo lei non si fanno più cose di questo genere, più iniziative finalizzate a "vendere" la regione come centro di arte e cultura?

Salvatore Moltisanti (a sinistra) con il sindaco di Ragusa Federico Piccitto e la direttrice del premio, Cettina Spampinato
Questa é davvero una domanda assai complessa, cercherò di rispondere in modo semplice anche se la questione é assai difficile. In città abbiamo avuto in carica un sindaco che era berlusconiano, poi c'è stato un pdellino ed ora c'é grillino. Si é passati da destra a sinistra senza mai vedere un reale interesse verso il sostegno per lo sviluppo della cultura nel territorio. Questo debbo tristemente constatarlo. Gli unici dai quali abbiamo avuto aiuti in termini economici e quindi in forma concreta son stati gli americani che invece credono e sostengono il Premio Ibla e dalla baronessa, naturalmente, unica italiana ad averci appoggiati economicamente. Noi siamo assolutamente indipendenti e fuori dal clan dei politici". Tolta lei, rimangono solo gli americani. Tutto il turismo che si trova nell'area interessata dal concorso é un turismo mangia e fuggi. Non ci son pernottamenti in città e quei pochi turisti di passaggio pernottano a Catania e mai ad Ibla. Il premio invece porta in città ragazzi che quasi sempre sono accompagnati dalle famiglie , creando così un vero e proprio indotto temporaneo ed é davvero incredibile come gli italiani non se ne curino assolutamente se non a parole. Ripeto: eccezion fatta per la baronessa, naturalmente. Un vero peccato.
Come definisce la presenza al femminile nel campo della musica contemporanea?
La scena é decisamente cambiata e non è più appannaggio solo maschile anzi, ci son davvero molte presenze al femminile. Non é più un problema e numericamente la partecipazione non deve più esser garantita tramite quote imposte, non a caso la menzione Contemporary Music nell'ultima edizione é stata assegnata alla pianista maltese Gabriella Sultana. Invece dobbiamo osservare una quota per la partecipazione italiana perché il premio é internazionale e deve garantire a tutti gli interessati di diversa nazionalità la possibilità di partecipazione. Un'altra quota che manteniamo é quella sui partecipanti sconosciuti che non vengono segnalati né raccomandati da nessuno se non da loro stessi. Questo lo facciamo per mantenere e dare il sostegno a garanzia della qualità.
Ci può raccontare qualcosa sull'edizione 2014?
Anche quest'anno siamo riusciti ad ottenere molta attenzione e debbo dire che, ad oggi, ogni anno é stato migliore dell'anno precedente. Sono certo che anche quest'anno faremo meglio dell'anno scorso. Si esibiranno diversi percussionisti italiani e francesi, vibrafonisti ma anche pianisti, con una grande varietà nei programmi proposti. Il programma è ricco e corposo al punto da rendere l'esperienza del concerto classico davvero eccitante e di facile fruizione anche a coloro che non hanno familiarità con il linguaggio musicale classico.
Cosa direbbe per invogliare il pubblico a seguire la manifestazione?
Che il nostro é un concerto di musica classica stimolante. L'effetto ottenuto é simile a quello di un concerto rock e dopo aver partecipato alla manifestazione non si pensa più alla musica classica come prima.
La 23ª competizione annuale Ibla Grand Prize si terrà a Ragusa dal 12 al 22 luglio. Intanto a New York, il 14 maggio, alla Carnegie Weill Recital Hall si esibiranno i vincitori dell'edizione 2013 del premio insieme a Salvatore Moltisanti. Mentre il 12, il 13 e il 16 maggio, la Casa Italiana Zerilli Marimò dedicherà tre serate al premio con concerti di musicisti da Europa, Asia e Stati Uniti.
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