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March 20, 2021
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Putin un killer per Sleepy Joe? Forse Biden voleva dire mandante…

Intanto il presidente della Russia, sornione, ha augurato a quello degli USA “buona salute”. C'è una lunga lista di giornalisti che avrebbero qualcosa da dire

Valter VecelliobyValter Vecellio
Time: 17 mins read

L’ambasciatore russo a Washington, Anatoli Antonov, lascia la capitale americana, richiamato in patria per consultazioni. Naturalmente non ha proprio nulla di che consultarsi con Vladimir Putin; e, come ha fatto sapere la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, resterà a Mosca “il tempo necessario”. In parallelo il Cremlino chiede agli Stati Uniti “spiegazioni” sul senso reale delle parole del presidente Joe Biden. Si può supporre che Mosca stia cercando di incardinare la sua reazione lungo l’asse del protocollo diplomatico, e al tempo stesso guadagnare tempo; si può credere che la Russia sia stata presa in contropiede dall’uscita di Biden.

Per ora siamo alle battute. Nel giorno in cui la Russia festeggia la riunificazione con la Crimea, giudicata dal resto del mondo un’annessione a mano armata, dunque illegale, Putin, sornione, augura a Biden “buona salute”. Poi, ridacchiando, aggiunge: “Chi lo dice sa di esserlo”.

La politica internazionale ridotta a freddure? Non c’è solo l’apparente aplomb di Putin. “Non c’è un precedente nelle relazioni fra Usa e Russia“, commenta il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “È chiaro che non si ha intenzione di migliorare i rapporti e ne prendiamo atto“.

I rapporti. Biden fa sapere che continuerà a lavorare con la Russia di Putin laddove è interesse degli Usa farlo. E Mosca replica: “Lavoreremo con loro ma nei campi che ci interessano e alle condizioni che riteniamo vantaggiose per noi stessi. E loro dovranno tenerne conto“. L’ex presidente russo Dmitry Medvedev, messa da parte la diplomazia, si concede un giudizio tagliente: “Dava l’impressione di un uomo sano di mente, quando l’ho conosciuto, ma pare che il passare del tempo abbia pesato su di lui. Voglio solo ricordare una citazione di Freud: ‘Niente nella vita è così costoso come la malattia. E la stupidità’“.

10 marzo 2011: L’allora vice presidente Joe Biden con l’allora premier russo Vladimir Putin (Official White House Photo by David Lienemann).

E’ di tutta evidenza che siamo all’inizio di una partita che si gioca a livello globale: in Europa, ma anche in Oriente e Africa. “Spleepy Joe” è un vecchio volpone della politica. Non va escluso che la sua sia stata una clamorosa gaffe; più facile che, per quando azzardata, sia una mossa giocata sia tenendo d’occhio il fronte interno, che il contesto internazionale. Biden deve recuperare molto su un terreno che quattro anni di amministrazione Trump hanno lasciato libero. In Europa, per esempio, il J’accuse! di Biden chiama in causa i partner dell’Alleanza atlantica, che verso la Russia hanno sensibilità diverse e diversi interessi. Berlino, pur non esprimendosi sul termine “assassino“, accoglie con favore “il linguaggio molto chiaro” di Biden nei confronti della Russia, specie per le sue azioni in Siria e per i tentativi di “influenzare le elezioni in Paesi terzi“. Più sfumata l’Italia. Con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, pur mantenendo “una postura esigente” sul tema dei diritti umani, chiede di salvaguardare “canali di comunicazione e cooperazione con Mosca“. Putin, vellicando l’opinione pubblica interna, offre a Biden la possibilità di un confronto, e ventilato l’ipotesi di negoziati “live”, aperti al pubblico di “Russia, Usa e altri Paesi“. Uno streaming web, ma in mondovisione.

Conviene fermarsi qui, in attesa delle prossime mosse che non mancheranno. Molti diranno che c’è comunque una “ragione di Stato” che supera ogni “Stato della ragione”. Detto e concesso, e detto e concesso che vale sempre la regola statuita da Cosimo I de’ Medici (“Gli Stati non si governano con i Pater Noster”), è comunque bene sapere che l’affermazione di Biden non è del tutto infondata. Forse un vero freddurista come Winston Churchill, all’affermazione di Biden avrebbe risposto: “Killer sarà lui. Io semmai sono il mandante!”. La lista che segue, limitata ai soli giornalisti, dimostra che non è solo una “battuta”.

Anna Politkoskaja

Questa è una lista dei giornalisti scomparsi durante gli anni della presidenza di Vladimir Putin.

   2000

1 febbraio – Vladimir Jacina, fotocorrispondente di “ITAR-TASS”. Rapito e ucciso durante la sua prima ed ultima visita in Cecenia.

10 febbraio – Ljudmila Zamana, Samara. Omicidio. Colpevoli condannati: estremisti di destra fiancheggiatori del regime

9 marzo – Artëm Borovik, direttore e giornalista del periodico e casa editrice “Sovershenno sekretno”. 

22 marzo – Luiza Aržieva, corrispondente per il giornale “Istina mira” (Mosca). Avtury, Cecenia. Conflitto a fuoco con ignoti (temeva a ragione della sua incolumità)

17 aprile – Oleg Polukeev, Omicidio.

13 maggio – Aleksandr Efremov, Cecenia. Fotogiornalista del giornale “Nashe Vremya”. Yefremov muore nell’esplosione della jeep militare in cui viaggia. Yefremov aveva ricevuto dei premi per le sue notizie fotografiche nella regione. Fuoco amico?

16 luglio – Igor’ Domnikov, di “Novaja Gazeta”, Mosca. Colpito alla testa con un martello nella tromba delle scale del suo appartamento a Mosca, Domnikov rimane due mesi in coma. L’omicida è identificato nel 2003 e condannato nel 2007. L’uomo che ha commissionato l’omicidio è identificato ma non condannato.

26 luglio – Sergej Novikov, “Radio Vesna”, Smolensk. Ucciso nella tromba delle scale dell’edificio in cui vive. Aveva più volte criticato l’amministrazione della regione di Smolensk.

21 settembre – Iskander Chatloni, “Radio Free Europe”, Mosca. E’ ucciso con un’ascia appena fuori dal suo appartamento di Mosca. Chatloni stava lavorando sul tema della violazione dei diritti umani in Cecenia.

3 ottobre – Sergej Ivanov, “Lada-TV”. Ucciso da cinque colpi alla testa ed al petto. Direttore della compagnia televisiva più indipendente della città di Togliattigrad, giocava un importante ruolo sulla scena politica locale.

Antonio Russo
Antonio Russo

16 ottobre – Antonio Russo inviato di “Radio Radicale” assassinato da ignoti a Tblisi, torace sfondato e altri segni di torture. Stava documentando su VHS le atrocità commesse dai militari russi contro i civili in Cecenia e il materiale che aveva raccolto è sparito.

18 ottobre – Georgij Garibjan, giornalista di “Park TV” (Rostov), ucciso a Rostov.

20 ottobre – Oleg Gorjanskij, giornalista freelance. Ucciso a Čerepovec, regione della Vologda . 

21 ottobre – Raif Abljašev, fotografi per il giornale “Iskra”. Kungur, regione di Perm’.

3 novembre – Sergej Loginov, “Lada TV”. Incidente non confermato.

20 novembre – Pavel Asaulčenko, cameraman per la televisione austriaca, Mosca.

23 novembre – Adam Tepsurkaev, “Reuters”, Cecenia. Cameraman ceceno, venne ucciso nella casa del suo vicino nel villaggio di Alchan-Kala. Tepsurkaev aveva filmato gran parte delle immagini utilizzate dalla “Reuters” sulla Cecenia, inclusa quella del ribelle ceceno Šamil Basaev che aveva subito l’amputazione del piede

28 novembre – Nikolaj Karmanov, giornalista in pensione. Ljubim, regione di Jaroslavl’. Omicidio.

23 dicembre – Valerij Kondakov, fotografo freelance. Ucciso ad Armavir, regione di Krasnodar.

   2001

1 febbraio – Ėduard Burmagin, Omicidio.

24 febbraio – Leonid Grigorev, Omicidio.

8 marzo – Andrej Pivovarov, Omicidio.

31 marzo – Oleg Dolgancev, Omicidio.

17 maggio – Vladimir Kirsanov, caporedattore. Omicidio.

2 giugno – Viktor Popkov, collaboratore di “Novaja gazeta”, muore all’ospedale nella regione di Mosca. Conflitto a fuoco con ignoti.

11 settembre – Andrej Šejko, Omicidio.

19 settembre – Ėduard Markevič, 29, direttore del giornale locale “Novy Reft” nella regione di Sverdlovsk . Ucciso alle spalle. Aveva pubblicato un articolo molto critico su GazProm.

5 novembre – Elina Voronova, Omicidio.

16 novembre – Oleg Vedenin, Omicidio.

21 novembre – Aleksandr Babajkin, Omicidio.

1 dicembre – Boris Mitjurev, Omicidio.

   2002

18 gennaio – Svetlana Makarenko, Omicidio.

4 marzo – Konstantin Pogodin, del giornale “Novoe Delo”, Nižnyj Novgorod. Omicidio.

8 marzo – Natalya Skryl, del giornale “Naše Vremja”. Omicidio.

31 marzo – Valery Batuyev, del giornale “Moscow News”. Omicidio.

1 aprile – Sergej Kalinovskij, giornalista di “Moskovskij Komsomolec”. Omicidio.

4 aprile – Vitalij Sachn-Vald, fotogiornalista, Kursk. Omicidio. Colpevoli: nazisti del SOVA fiancheggiatori del governo.

25 aprile – Leonid Ševčenko, del giornale “Pervoe Čtenie”. Omicidio.

29 aprile – Valerij Ivanov, fondatore e capo redattore della rivista “Tolyattinskoye Obozrenie”. Ucciso su commissione.

20 maggio – Aleksandr Plotnikov, del giornale “Gostiny Dvor”. Omicidio.

6 giugno – Pavel Morozov, Omicidio.

25 giugno – Oleg Sedinko, fondatore di “Novaya Volna”, TV & Radio Company, Vladivostok. Uccisio su commissione.

20 luglio – Nikolaj Razmolodin, direttore generale di “Europroject TV”, & Radio Company, Uljanovsk. Omicidio.

21 luglio – Marija Lisičkina. Omicidio.

27 luglio – Sergej Žabin, addetto stampa del governatore della regione di Mosca. Omicidio.

18 agosto – Nikolaj Vasiliev, Čeboksary, Ciuvascia. Omicidio.

25 agosto – Paavo Voutilainen, ex caporedattore della rivista “Karelia”, Karelia. Omicidio.

4 settembre – Leonid Kuznecov, della casa editrice “Periodicals of Mari-El” , Joškar-Ola. Incidente non confermato causato da un tamponamento su una strada di montagna.

20 settembre – Igor’ Salikov, capo della sicurezza informatica della rivista “Moskovskij” (inchiesta sui siti che fabbricano Fake News e inoculano Virus informatici da servizi di streaming online).

26 settembre – Roderick (Roddy) Scott, Frontline TV Company, Gran Bretagna. Conflitto a fuoco.

2 ottobre – Elena Popova, omicidio. 

19 ottobre – Leonid Plotnikov, omicidio. 

26 ottobre – Tamara Vojnova (Stavropol’) e Maksim Michailov (Kaliningrad), attacco al teatro Dubrovka (“Nord Ost” show), Mosca. Azione terroristica.

21 dicembre – Dmitrij Šalaev, Kazan’, Tatarstan. Omicidio. 

   2003

7 gennaio – Vladimir Sučomlin, giornalista ed editore di “Serbia.ru”, Mosca. Omicidio. Condannato un poliziotto fuori servizio, ma non il mandante.

11 gennaio – Jurij Tiškov, commentatore sportivo, Mosca. Omicidio commissionato.

21 febbraio – Sergej Verbickij, editore del giornale “BNV”. Omicidio.

18 aprile – Dmitrij Švec, “TV-21 Northwestern Broadcasting”, Murmansk. Vice direttore della stazione indipendente TV-21(Northwestern Broadcasting), ucciso fuori dagli studi televisivi. I colleghi di Švec dichiarano che la stazione ha ricevuto minacce per i report su influenti politici locali. Ucciso su commissione.

3 luglio – Jurij Ščekočichin, “Novaja gazeta”, Mosca. Vice direttore di “Novaja gazeta” e deputato della Duma dal 1993, muore alcuni giorni prima del suo viaggio programmato negli USA dove avrebbe discusso del suo report di giornalismo investigativo compiuto insieme ad ufficiali dell’FBI. Nel suo report “Three Whales Corruption Scandal” venivano inclusi anche alti ufficiali dell’FSB. Ščekočichin morì in seguito ad una reazione allergica tutt’ora misteriosa.

4 luglio – Ali Astamirov, “France Presse”. Disperso in Nazran.

18 luglio – Alichan Guliev, giornalista freelance, di “Inguscezia”. Mosca. Omicidio.

10 agosto – Martin Kraus, Daghestan. In viaggio per la Cecenia. Omicidio.

9 ottobre – Aleksej Sidorov, secondo vice direttore del giornale locale ad essere ucciso. Il predecessore Valerij Ivanov ucciso nell’aprile 2002. I presunti killer assolti.

24 ottobre – Aleksej Bachtin, giornalista ed uomo d’affari di “Mariiskaya pravda”. Repubblica dei Mari. Omicidio.

30 ottobre – Jurij Bugrov, direttore di “Provincial Telegraph”. Omicidio.

25 dicembre – Pëtr Babenko, direttore di “Liskinskaya gazeta”.  Omicidio.

   2004

1 febbraio – Efim Suchanov, “ATK-Media”, Arcangelo. Omicidio. 

23 marzo – Farit Urazbaev, cameraman, “Vladivostok TV/Radio Company”, Vladivostok. Uscito di strada in un rettilineo.

2 maggio – Šangyš Monguš, corrispondente del giornale “Khemchiktin Syldyzy”, Tuva. Omicidio.

9 maggio – Adlan Chasanov, reporter della “Reuters”, muore a Groznyj durante l’attacco bomba che uccide il presidente ceceno Ahmed Kadyrov.

9 giugno – Paul Klebnikov, vice direttore della versione russa di “Forbes”, Mosca. Ucciso su commissione, i presunti autori assolti.

1 luglio – Maksim Maksimov, giornalista della rivista “Gorod”. Scomparso. Aveva ricevuto minacce di morte per una inchiesta su alcuni nuovi ricchi russi.

10 luglio – Zoja Ivanova, presentatore TV, “Buryatia State Television & Radio Company”. Omicidio.

17 luglio – Pail Pelojan, direttore della rivista “Armjanskij Pereulok”. Omicidio.

3 agosto – Vladimir Naumov, reporter, regione di Mosca. Omicidio. .

24 agosto – Svetlana Shishkina, giornalista,” Kazan’, Tatarstan”. Omicidio. 

24 agosto – Oleg Belozërov, aereo Mosca-Volgograd. Azione terroristica. Colpevoli mai catturati.

18 settembre – Vladimir Pritčin, caporedattore di “North Baikal TV & Radio Company”, Buriazia. Omicidio.

27 settembre – Jan Travinskij (San Pietroburgo).Omicidio. Mandanti ignoti.

   2005

23 maggio – Pavel Makeev, reporter di “TNT-Pulse Company”, Rostov sul Don. Ucciso mentre fotografa una manifestazione non autorizzata. Investito da un furgone salito sul marciapiede.

28 luglio – Magomed Varisov, analista politico e giornalista, ucciso vicino alla sua abitazione di Machačkala. Secondo Committee to Protect Journalists ” ricevette minacce, venne pedinato e chiede inutilmente protezione alla polizia locale”.

31 agosto – Aleksandr Piterskij, reporter di Baltika Radio, San Pietroburgo. Omicidio

3 settembre – Vladimir Pašutin, del giornale “Smolenskij Literator”. Scomparso dopo articoli sulla SOVA la formazione neofascista russa.

13 ottobre – Tamirlan Kazichanov, capo addetto stampa del centro anti-terrorismo del Dipartimento per il distretto del sud-est del Ministero degli Affari Interni russo, Nal’čik. Conflitto a fuoco.

4 novembre – Kira Lezhneva, reporter del giornale “Kamenskij rabočii, oblast’” di Sverdlovsk. Omicidio.

   2006

8 gennaio – Vagif Kočetkov, corrispondente di “Trud” per la regione. Autori assolti.

26 febbraio – Il’ja Zimin, lavorava per il canale televisivo “NTV Russia”, ucciso nel suo appartamento a Mosca. Autori assolti.

4 maggio – Oksana Teslo, lavoratore dei media, regione di Mosca. Omicidio.

14 maggio – Oleg Barabyškin, direttore di una stazione radio, Čeljabinsk. Omicidio. Mandanti ignoti.

23 maggio – Vjačeslav Akatov, reporter speciale per lo show televisivo “Business Moscow”, ucciso a Mytišči, regione di Mosca. Omicidio. Mandanti mai scoperti.

25 giugno – Anton Kretenchuk, cameraman per il canale locale “Channel 38”, ucciso a Rostov sul Don. Omicidio.

25 luglio – Evgenij Gerasimenko, giornalista del quotidiano “Saratovskij Rasklad”. Ucciso a Saratov.

31 luglio – Anatolij Kozulin, giornalista freelance in pensione. Ukhta, Komi. Omicidio.

8 agosto – Aleksandr Petrov, caporedattore del quotidiano “Right to Choose” di Omsk, ucciso con la famiglia mentre è in vacanza. L’autore minorenne è condannato. Il mandante sconosciuto.

17 agosto – Elina Ersenoeva, reporter del giornale “Čečenskoe obščestvo”. Sequestrata a Groznyj, Cecenia. Scomparsa.

13 settembre – Vjačeslav Plotnikov, reporter per il canale locale “Channel 41”, Voronež. Caduto in un pozzi dopo una colluttazione

7 ottobre – Anna Politkovskaja, cronista di “Novaja gazeta”, Mosca, uccisa nell’ascensore del suo appartamento.

5 dicembre – Kazbek Gekkiev, giornalista della tv locale della regione Cabardino-Balcaria, viene ucciso a Nal’čik, dopo aver ricevuto minacce.

   2008

4 gennaio – Vladislav Zacharčuk, manager del giornale “Arsenyevskie vesti”, Vladivostok. Incidente non confermato.

19 gennaio – Anastasija Baburova, “Novaja gazeta”, Mosca. Il 19 gennaio Stanislav Markelov, avvocato di “Novaya gazeta”, viene  assassinato nel centro di Mosca. Insieme a lui uccisa Anastasia Baburova.

8 febbraio – Elena Šestakova, ex giornalista, San Pietroburgo. Omicidio.

21 marzo – Gadži Abašilov, capo della televisione e radio “VGTRK”, ucciso nella sua macchina a Machačkala.

21 marzo – Il’jas Šurpaev, giornalista che si occupa di Caucaso per “Channel One”, viene strangolato con una cintura a Mosca.

30 marzo – Sergej Protazanov, artista del giornale “Graždanskoe soglasie”. Incidente non confermato.

29 giugno – Vjačeslav Jarošenko, caporedattore del giornale “Corruption and Criminality”, Volgograd. Le cause della sua morte non sono chiare. 

Natalya Estemirova

15 luglio – Natalija Estemirova, attivista per i diritti umani lavorava con giornalisti di “Novaja gazeta”, in particolare con Anna Politkovskaja. Dopo aver investigato sugli omicidi e rapimenti avvenuti in Cecenia, Estemirova viene sequestrata a Groznyj. Il suo corpo è trovato alcune ore dopo in Inguscezia.

11 agosto – Malik Akhmedilov,vice redattore del giornale “Avar Khakikat”. Trovato morto vicino alla capitale del Daghestan, Machačkala.

25 ottobre – Makšarip Aušev, ucciso a Nal’čik, capitale della Cabardino-Balcaria. 

16 novembre – Ol’ga Kotovskaja, compagnia tv e radio 2Kaskad2, Kaliningrad. Incidente non confermato. 

   2009

4 gennaio – Šafig Amrachov, Murmansk, ucciso mentre esce di casa.

   2010

20 gennaio – Konstantin Popov corrispondente di “Konterstad” muore per le percosse ricevute da un poliziotto russo. Un ufficiale di 26 anni è accusato dell’omicidio.

23 febbraio – Ivan Stepanov giornalista di “Radio88”. Omicidio

20 marzo – Maksim Zuev, trovato morto a Kaliningrad. Sette anni prima era stato interrogato dalla polizia, accusato di aver inviato una lettera anonima in cui denunciava la corruzione dei ranghi più alti degli ufficiali di polizia del posto. 

5 maggio – Šamil Aliev, fondatore di una stazione radio, direttore di un canale televisivo locale, “Machačkala”. Omicidio.

13 maggio – Said Magomedov, direttore di una stazione televisiva locale nel distretto di Sergokalinsky, Daghestan. Ucciso mentre viaggia con un tecnico per aggiustare dei trasmittenti televisivi sabotati.

25 giugno – Dmitrij Okkert, Mosca. Presentatore del canale “Expert TV”, è trovato morto nel suo appartamento. Si ignorano le cause.

25 luglio – Bella Ksalova, Čerkessk. Corrispondente per il Caucaso per il sito web e agenzia di notizie “Knot”, muore dopo essere stata colpita da un’auto. Testimoni affermano che un SUV con vetri anneriti e senza targa lo ha travolta sul marciapiede.

1 agosto – Malika Betieva, ex caporedattore di “Molodëžnaja smena”, corrispondente dalla Cecenia per la rivista “Dosh”. Muore  in un incidente automobilistico 3 bulloni su 4 della ruota anteriore sinistra svitati.

11 agosto – Magomed Sultanmagomedov, Machačkala. Direttore della stazione televisiva “Machačkala”, assassinato dopo che l’auto in cui viaggia è colpita da colpi di arma da fuoco.

   2011

15 dicembre – Gadžimurat Kamalov, Machačkala. Giornalista investigativo; ucciso con 8 colpi di arma da fuoco.

   2013

7 luglio – Aleksandr Chodzinskij, giornalista di Tulun, ucciso dall’uomo d’affari Gennadij Žigarev, ex deputato.

5 dicembre – Kazbek Gekkiev, giornalista della tv locale della regione Cabardino-Balcaria, ucciso dopo aver ricevuto minacce.

9 luglio – Achmednabi Achmednabiev, ex direttore di “Novoe Delo”, ucciso (dopo aver ricevuto numerose minacce e un tentato omicidio nel gennaio del 2013).

   2014

1 agosto – sequestrato il giornalista ed attivista per i diritti umani Timur Kuašev. Da allora si sono perse le sue tracce.

   2016

7 luglio – Aleksandr Chodzinskij, giornalista di Tulun, viene ucciso dall’uomo d’affari legato a Putin Gennadij Žigarev, ex deputato.

   2017

14 gennaio – Jurij Šebal’kin, giornalista di “Kaliningradskaja pravda”. Omicidio a Kaliningrad. 

20 gennaio – Konstantin Borovko, presentatore TV della compagnia “Gubernija”, ucciso a Chabarovsk. Colpevoli condannati, non hanno mai fatto il nome del mandante.

2 marzo – Ivan Safronov, giornalista di “Kommersant”. Morto a Mosca. Incidente non confermato.

15 marzo – Leonid Etkind, direttore del giornale “Karyera”. Rapinato ed ucciso a Vodnik, regione di Saratov. 

5 aprile – Vjačeslav Ifanov, cameraman di “Novoe televidenie Aleiska”. Incidente non confermato.

Marina Pisareva, vice direttore della sede russa del gruppo mediatico tedesco “Bertelsmann”, uccisa nella sua villa fuori Mosca in una data imprecisata nell’aprile 2017

   2018

5 Agosto – 3 giornalisti russi a circa 300 chilometri a nord di Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana. Una decina di uomini armati che non parlavano arabo chiedono ai tre di scendere dall’auto e li uccidono.

Il gruppo era guidato da Orkhan Djemal, esperto corrispondente di guerra; era stato anche caporedattore politico di “Novaya Gazeta”, uno dei principali giornali di opposizione su cui scriveva anche Anna Politkovskaya. Con lui viaggiava Alexander Rastorguyev, autore di un famoso documentario sugli oppositori di Putin, e il cameraman Kirill Radchenko. I tre lavoravano per l’“Investigations Management Centre” (ICM) e stavano indagando su “Wagner”, una compagnia di mercenari russi che opera in Siria e Ucraina, sospettata di essere legata a Putin, che però nega anche l’esistenza stessa della società.

   2020

4 Ottobre – La giornalista Irina Slavina si dà fuoco davanti al comando di Polizia della sua città Nizhny Novgorod dopo essere stata sottoposta a innumerevoli fermi e arresti in ragione delle sue proteste per l’uccisione di Boris Nemtsof. Le avevano perquisito casa la mattina stessa, distruggendo mobili come rappresaglia per i suoi articoli.

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Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

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