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December 22, 2013
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L’entusiasmante “pedalata” dalla Sardegna a New York!

Natascia LorussobyNatascia Lorusso
Francesco Pireddu a Union Square

Francesco Pireddu a Union Square

Time: 7 mins read

 

New York può essere considerata come una metafora della vita delle persone. New York come allegoria di un mondo nel quale ci si trova a muovere i propri passi, scegliendo quale strada prendere a ogni bivio, a ogni incrocio. Soprattutto decidendo quali porte aprire. Chiunque atterra nella Big Apple arriva con una speranza, un sogno. Per molti si realizza per altri no. La storia che vi racconto è quella di un ragazzo partito con un sogno trasformatosi lungo la strada. 

 

C'è moltissimo potenziale dentro di te. Attingi ad esso e trasforma i tuoi sogni in realtà giorno dopo giorno, un passo alla volta.  Virginia T. Chepete 

Lui è Francesco Pireddu, 40 anni, originario della provincia di Nuoro, insegnante di yoga. Vive a New York dal 2009. La sua filosofia di vita è “Vivi e lascia vivere. Never complain, never explain”.

Dalla Sardegna è volato a Londra per poi seguire il suo destino verso New York. Arriva con l’intenzione di diventare un attore scoprendo poi un futuro diverso. New York gli ha insegnato la capacità di ripartire da zero dandogli così la possibilità di scoprire la sua missione: aiutare le persone a migliorarsi fisicamente e mentalmente grazie allo yoga. 

Lungo la strada, Francesco, incontra diversi bivi. Ogni scelta l’ha portato in una direzione, lo fanno maturare facendo crescere in lui più sogni. Arriva nella Big Apple per studiare recitazione. Trascorre i primi due anni come full time student all'HB Studio. 

Prima di atterrare a New York, però, studia Sociologia a Roma per poi, dopo la laurea, trasferirsi a Londra dove vive sei anni. “Una città bellissima che mi ha dato tante soddisfazioni, esperienze e grandi amici”. In questi anni londinesi ha sempre saputo che prima o poi avrebbe fatto il grande salto nella City. “Inizialmente, trascorrevo tre mesi l'anno a New York, in veste di turista. Lasciavo tutto e tutti a Londra, prendevo l'aereo e via. I mesi da 'turista' mi davano la possibilità di 'assaggiare' il terreno, guardarmi intorno, creare contatti e opportunità per un solido trasferimento. Adesso che ci penso, mi rendo conto che, per qualche strana ragione, sapevo che, prima o poi, la mia esperienza nella Grande Mela sarebbe diventata permanente”.

 

Se puoi sognarlo, puoi farlo. Walt Disney

Una staffetta tra Londra e New York durata tre anni per poi al momento giusto decidere di lasciare la capitale inglese per la città a stelle e strisce. Una partenza ben pianificata nella sua testa, la immaginava da tempo, finchè non l’ha messa in pratica. “L'idea di andare a NYC era con me sin da quando ero un bambino. Poi, quasi all'ultimo momento, ho deciso che era ora di dare corpo a quest’idea. Ho comprato il biglietto. Ho cercato su Google una stanza da affittare a prezzi bassissimi e sono partito”.

Per Francesco Londra e New York sono due città bellissime  e accoglienti ognuna con le proprie peculiarità. “NYC è migliore per il tempo: la primavera e l'estate sono calde.  C'è sempre il sole dopo l'inverno gelido. A Londra piove quasi tutti i giorni. La metropolitana è meno cara a NYC mentre la sanità si paga cara. In Europa è gratis. Non voglio spaventare nessuno a riguardo, perchè NYC, da città accogliente quale è, viene incontro a chiunque anche nei peggiore dei casi. A NYC, poi, è più facile fare soldi inventandosi un lavoro dal niente. Si può iniziare di tutto da zero”. Tra i pro e i contro delle due città, la scelta di volare a New York è stata per lui la migliore.

Una volta arrivato nella City è stato travolto dall’entusiasmo e dall’energia che solo questa città è in grado di trasmettere. “Ero entusiasta perchè vivevo la mia vita. Poi NYC è una città molto accogliente. Se ci sono buone intenzioni, voglia di fare e serietà… è fatta (che poi, alla fine, funziona ovunque cosi!!). L'intuito mi diceva che dovevo trasferirmi”.

Seguendo l’istinto gli si sono aperte tante porte. Ognuna era un’esperienza diversa. Un percorso che l’ha portato a diventare un insegnante di yoga. “Il mio primo lavoro è stato in un salone da parrucchiere dove rispondevo al telefono. Poi durante la scuola di recitazione iniziai ad insegnare italiano privatamente e a lavorare come cameriere in un ristorante nei fine settimana. Ho anche fatto il babysitter per gatti e qualche lavoro nei teatri”.

 

Felice colui che ha trovato il suo lavoro; non chieda altra felicità. Thomas Carlyle

Una volta terminata la scuola di recitazione ha seguito il training per diventare insegnante di Yoga.Francesco 

“Ho iniziato a studiare Yoga a Londra più di sette anni fa. Mi è sempre piaciuto. Sapevo che, prima o poi, avrei fatto il Training. Una volta terminata la scuola di recitazione, capii che era il momento giusto ed ero nel posto giusto per prendere la Certificazione. L’ho presa ed ora insegno Yoga regolarmente tutte le settimane”.

Il suo primo amore è il teatro e lo yoga lo ha iniziato a corteggiare a 16 anni quando andando in biblioteca scoprii un libro di questa disciplina. Lo prese in prestito per 15 giorni e lo lesse. Non sapeva di cosa si trattasse ma gli sembrava interessante. Dopo 15 giorni lo restitui alla biblioteca e non ci pensò più. “Mentre leggevo quel libro, mai e poi mai avrei immaginato che più di vent’anni dopo avrei insegnato Yoga a New York in lingua inglese”.

 

Noi crediamo di condurre il destino, ma è sempre lui a condurre noi. Denis Diderot

Vivere a NY gli ha permesso di perfezionare l’inglese, di imparare cose che non sapeva neppure esistessero come diversi stili di Yoga, tecniche per curare il corpo e la mente, lavori ben pagati dei quali non era a conoscenza. Ha incontrato persone eccezionali e altre da evitare. La sua vita newyorkese è una sorpresa e crescita continua.

Delle volte, però, la città toglie tante energie: “Si lavora tanto. Si corre sempre da una parte all'altra della città quindi è facile perdere le energie. In questo caso NYC insegna a 'salvaguardarsi'. Diverse volte la City ti mette in difficoltà tanto che vien da pensare ‘chi me l’ha fatto fare’".  Pensiero che è passato anche nella mente di Francesco: “E' la classica frase che credo sia passata in testa a chiunque in questa città! E’ solo una frase detta e pensata in un momento di debolezza. In questi momenti cerco di ricordarmi che ho scelto io di trasferirmi a NYC quindi mi dico: volevi la bicicletta? E adesso pedala”.

Per ricaricarsi nei momenti ‘no’ Francesco reagisce ogni volta diversamente: “Posso decidere di staccare la spina per una giornata per far riposare la mente. Faccio meditazione, vado in montagna, vedo gli amici o anche un piatto di pasta mi rimette in sesto di fronte alle difficoltà”.

 

Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a dominarle standoci sopra con il surf. Jon Kabat-Zinn 

Nella Big apple Francesco vive bene. Le cose che gli mancano dell’Italia sono la famiglia e gli amici ma la teconologia aiuta a sentir meno le distanze. Così la sua vita si sviluppa nelle strade illuminate e caotiche di NY di cui ama tutto tranne la mancanza di rapporti con i vicini di casa: “Si può avere gli stessi vicini di casa per dieci anni e non conoscersi affatto”. 

Per quanto riguarda le relazioni, Francesco pensa che nelle grandi città sono sempre più complicate rispetto ai paesini. “La gente è molto più concentrata sul lavoro quindi la maggior parte delle energie sono devolute alla professione. Qui la competizione è più agguerrita”.

In questa giungla chiamata New York Francesco ha trovato, comunque, il suo equilibrio. La sua giornata si svolge normalmente così: “La prima cosa che faccio la mattina è meditazione. Poi una colazione bella energetica. Dopodichè sono pronto a lavorare, vedere amici, andare ai miei appuntamenti, classi e al parco se c'è il sole. Nel tempo libero vado in teatro più che posso, poi al cinema e nei musei che mi piacciono molto. Infine faccio classi di tutti i tipi per tenermi informato ed aggiornato”.

Per chi volesse trasferirsi a New York Francesco non da consigli perchè non gli piace seguirli ma una cosa la vuol dire: “NYC è una città accogliente, solare, piena di energia e fantasia. Se c'è un vero desiderio di trasferirsi, bisogna dare voce a quel desiderio senza pensarci due volte. Il resto verrà da sè”.

 

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