La signora Beverly Kane era arrivata all’Hotel Modigliani insieme a suo marito, proveniente da Aventura, nella contea di Miami – Dade in Florida.
Dopo aver passeggiato a lungo per Roma, quel primo giorno, erano tornati in albergo e avevano subito voluto parlare con il proprietario.
“Ho letto che lei uno scrittore, ma che ha scritto anche fumetti”.
“E’ vero, signora. Scrivevo testi per fumetti, prima di scrivere per la televisione”.
“Che genere di cose faceva?”, domandò l’americana.
“Un po’ di tutto. Ho scritto delle serie sui grandi del cinema, i grandi del jazz e i grandi del calcio, disegnate tutte dai più famosi disegnatori italiani. E poi serie western, fantascienza, polizieschi. E anche strisce comiche pubblicate da riviste e quotidiani”.
“Strisce? Che vuol dire?”
“Negli Stati Uniti le chiamate strip”.
“Ah, certo, le strip! Quelle dei quotidiani. E che tipo di strip faceva lei?”
“Ad esempio ce n’era una che ha rischiato di essere anche pubblicata in America. Si chiamava Yeti, disegnata da Rodolfo Torti, su testi miei. Era una buffa famiglia di abominevoli uomini delle nevi. Ma scusi, signora, perché lei è così interessata ai fumetti?”
“Mio padre era un disegnatore”.
“Ma come si chiamava?”
“Gil Kane. Era un nome d’arte, naturalmente. Il suo vero nome era Eli Katz. Era nato a Riga, in Lettonia, sul Mar Baltico. Ma la sua famiglia era emigrata negli Stati Uniti quando lui aveva solo tre anni”.
“Gil Kane, eh? Ma che fumetti disegnava?”
“Gliene dico solo alcuni, perché sono tanti. Spiderman, Green Lantern, Superman. Ha lavorato per la Marvel, per la DC Comics, per Hanna e Barbera”.
“Spiderman….Superman..Green Lantern…?”, continuava a balbettare il povero italiano, non credendo alle proprie orecchie, mentre la signora aggiungeva: “Nel 1997 è entrato nella Hall of Fame con il premio Will Eisner Comic Industry Awards”.
“Resto a bocca aperta, Ms.Kane.”, disse il proprietario.
“Mi aspetta un minuto?”, disse la simpatica americana, prima di salire un momento in camera sua. Quando tornò giù aveva un rotolo di carta sotto il braccio.
“Sapevo che avrebbe apprezzato. Così, dopo aver letto la sua biografia prima di venire qui, mi sono permessa di portarle un regalo”.
“Un regalo? Per me?”
“Lo apra, per favore”.
Il proprietario fece quello che la signora le indicava e ciò che si trovò davanti lo lasciò di sasso. C’era infatti una tavola originale di Green Lantern, firmata da Gil Kane in persona.
“Ma sta scherzando ? E’ davvero per me?”, esclamò l’italiano, tremando come una foglia.
“La tenga da conto. Quella tavola è del 1958”.
“Ma io non so come ringraziarla”
“Accetterò volentieri una strip originale del suo Yeti in cambio”.
“Affare fatto”.
I due si abbracciarono come vecchi amici. Il giorno dopo l’italiano mantenne la promessa e consegnò alla signora una striscia originale del suo fumetto.
Ora quella striscia, incorniciata, si trova in un salottino davanti al mare di Aventura, in Florida, mentre la tavola di Gil Kane troneggia nel salotto buono dell’Hotel Modigliani di Roma. Questione di feeling a fumetti, da una parte all’altra dell’Oceano.
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