Vive in Italia ma dal 1990 fa avanti e dietro da New York. Dal 2013 il tempo trascorso nella Big Apple è maggiore, infatti, l’azienda per cui lavora ha sede proprio nella grande metropoli. Passa dal Bel Paese all’altra parte dell’Oceano con la grinta di un bomber che sa come mandare la palla in rete. La voglia di fermarsi nella città a stelle e strisce cresce ad ogni viaggio.
A marzo è entrato da turista, come molti. Poi a maggio ha ottenuto il visto O. Questi visti sono concessi a persone con grandi abilità come una sorta di riconoscimento dell'eccellenza, e della comprovata straordinarietà del proprio lavoro. La sua abilità è nel settore tessile.
“Per avere del talento, dobbiamo essere convinti di possederne”. Gustave Flaubert.
Lui è Maurizio Bussolari, 46enne bolognese.
Dopo il diploma in ragioneria si iscrive alla facoltà di Lingue, esperienza durata 4 mesi. Più che la teoria preferiva la pratica e imparare sul campo viaggiando. Nel 1990 inizia a lavorare per l’impresa di famiglia e viaggiare. L'azienda produce cornici per quadri e fotografie ai quali, successivamente, si aggiungeranno i complementi d'arredo.
Maurizio ha sempre operato nel settore arredamento, design e regalo: prima degli enormi sconvolgimenti di mercato (euro, concorrenza cinese, rivoluzione digitale) si occupava di vendere viaggiando circa 6 mesi all'anno negli Usa, in Asia ed Europa.
Dal 2002 in poi ha dovuto fare molto di più: visitare fiere nel mondo, organizzare reti di vendita, sviluppare prodotti e nuovi fornitori, seguire produzioni in Cina, Thailandia e Vietnam. Oltre a studiare il settore design, selezionare giovani e promettenti designers, creare un brand, avviare rapporti con nuovi fornitori, imparare nuovi mestieri, affinare il suo gusto estetico. Una crescita che l’ha portato a puntare oltreoceano.
Ora, dalla Grande mela, sta seguendo prevalentemente le forniture alberghiere. Per lui gli stimoli sono al massimo, soprattutto in una città come New York.
In questi anni di impegno e formazione continua incontra Cinzia. Si sposano ed hanno una bellissima bambina che ora ha 5 anni. La sua famiglia vive in Italia e lui fa avanti e indietro. Poi arriva la scelta di chiudere l’azienda di famiglia a causa della crisi. Maurizio deve capire che direzione prendere e decide per l’America. “Il crollo del settore dell'azienda di famiglia che ha portato alla decisione di chiudere, la drammatica situazione italiana, la voglia di realizzazione e di un futuro migliore per me, mia moglie e mia figlia sono stati determinanti.
La scelta era partire o restare in Italia ad affrontare il pessimismo e accettare il forte degrado e gli anni bui all'orizzonte. Sono a metà della mia carriera lavorativa e padre di famiglia. Non ho un minuto da perdere in lamentele o incertezze. Devo creare un nuovo presente e futuro.
Vengo a NY da 1 a 4 volte all'anno dal 1990, qui mi sento a casa e a mio agio”.
"Ogni crisi è come una moneta: da una parte porta con sè il pericolo, dall'altra l'opportunità. Capovolgete la moneta. Non perdetevi l'opportunità di emergere da questa crisi più forti e più intelligenti: dei sopravvissuti migliori." Jeffrey J. Davis
Maurizio è determinato a creare un futuro migliore per lui e la sua famiglia tanto da non fargli pesare la distanza e a volte il broncio di sua figlia. “Partire è stato molto facile, mi manca solo la famiglia: mia moglie e mia figlia mi seguono ma ancora parzialmente. Nei periodi più caldi soffro a non vedere mia figlia che cresce tutti i giorni: ci sono volte che non vuole nemmeno parlarmi al telefono perché ce l'ha con me: vado via troppo spesso”.
Sono sacrifici che fa perché sa che sta costruendo il loro avvenire. New York gli sta dando questa grande opportunità. Per Maurizio, poi, vivere nella metropoli significa libertà e apertura mentale. “Qui mi sento libero, respiro un'aria internazionale, ho lo stimolo continuo di diventare più bravo (qui vivono o vengono tutti i più bravi) e respiro un'energia che non ha eguali”.
Nonostante tutto, gli ostacoli di inserirsi in un ambiente nuovo e internazionale ci sono stati. “Sul lavoro la difficoltà principale è stata all'inizio quando mi sono buttato in un settore e prodotto nuovo, in un paese nuovo. Molto spesso avevo la sensazione di brancolare nel buio e vedevo gli obiettivi lontanissimi”.
“Le difficoltà economiche esistono per traslocare in modo stabile con la famiglia: solo per pagare un appartamento 2 bed rooms, la scuola per la bimba al livello italiano e l'assicurazione sanitaria, ci vuole una fortuna. A NY si può stare con una famiglia solo in presenza di introiti molto alti (che ora non ho, ma arriveranno). Le difficolta più grosse le affronta mia moglie quando io sono distante: mi aspetta sola con la bimba in attesa di notizie e di sviluppi che non si sa se e quando verranno”.
Nonostante tutto, la città e le difficoltà non l’hanno cambiato, anzi gli hanno dato una grandissima carica e fatto scoprire quanto sia falsa la leggenda che vuole i Newyorkesi maleducati e individualisti: “Ogni giorno conosco persone super disponibili e contente di lavorare con me e di darmi una mano in modo spontaneo. Certamente l'approccio educato e simpatico che cerco sempre di tenere aiuta, ma qui c'è tanta gente super. E quanto amano l'Italia! Non appena dico di essere italiano, i miei interlocutori sorridono, si aprono e cominciano a sognare i viaggi e le cose splendide che hanno visto nel nostro Paese: è un grande vantaggio anche nel lavoro essere accolti così”.
“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà.” Winston Churchill
La vita newyorkese di Maurizio è ricca di impegni. “Dovendo far crescere il business, circolare il prodotto ai massimi livelli ed essendo comunicativo e curioso di natura”, si dedica al networking.
Non c'è giorno che non vada a eventi, seminari, cocktails, fiere anche di altri settori o non provi ad allargare i suoi contatti.
“Ora il mio obiettivo è costruire qualcosa di importante e unico. Dimostrare a me stesso il mio valore, realizzare e dare un senso a tutto ciò che ho imparato, rifarmi dai dispiaceri degli ultimi anni, vivere più serenamente raggiungendo la sicurezza economica. Far felice mia moglie, dare tante opportunità alla mia principessina Bianca, rendere orgogliosi e sereni i miei genitori che sono super tristi per la chiusura dell'azienda e preoccupati per me”.
Il suo motto? “ E’ "work hard & play hard" (godendo di buona salute).
Bisogna essere positivi, no?”
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