Nonostante l’idea diffusa che le donne occidentali abbiano raggiunto la parità di genere, sessismo e misoginia continuano a limitare la libertà di espressione delle donne in tutto il mondo. La loro sottomissione è peggiorata negli ultimi anni, in particolare nel post- pandemia. E’ il dato inquietante che emerge dal nuovo rapporto delle Nazioni Unite. Gli stati continuano a fallire il rispetto e la protezione dei loro diritti. Ed è così che l’uguaglianza di genere rimane un obiettivo distante.
“Le voci delle donne sono soppresse, controllate o esplicitamente punite da leggi, politiche e pratiche discriminatorie, e implicitamente dalle attitudini sociali, le norme culturali, ed i valori patriarcali” ha detto Irene Khan, relatrice speciale all’Onu, incaricata alla protezione della libertà di opinione e d’espressione. “Il sessismo e la misoginia, che sono fattori dominanti nella censura di genere, sono aumentati con l’incremento di forze populista, autoritarie e fondamentaliste”, che usano il loro potere, con il falso intento di controllare la morale del paese e criminalizzare donne e persone non-binarie. “Queste azioni sono alla meglio paternalistiche, alla peggio misogine”, ha commentato Khan.
Secondo la relatrice speciale il problema potrebbe essere risolto soltanto dando spazio alle donne “nella conversazione”. Khan ha posto l’accento soprattutto sull’odio online, che con intimidazioni porta le donne ad abbandonare gli spazi della rete e la vita pubblica. “Dentro ai limiti dei diritti umani internazionali, gli stati e i social devono rendere gli spazi digitali sicuri” ha dichiarato. “Non può esserci una via di mezzo tra il diritto delle donne ad essere libere dalla violenza e quello di avere libertà d’opinione e d’espressione”.
“Se vogliamo che le donne recuperino il terreno perduto, se i paesi vogliono rilanciare le proprie economie e se i governi vogliono riottenere la fiducia del popolo, allora il diritto delle donne ad eguale libertà d’opinione ed espressione dev’essere in prima linea”, ha detto la relatrice speciale alle Nazioni Unite. Concordano con lei molti altri esperti nel campo dello sviluppo e della politica: non c’è altro modo per tornare a prosperare dopo la pandemia che creando un ambiente in cui le donne possono “esercitare la loro autorità e partecipare in modo sicuro, completo e paritario alla vita politica, socio-culturale ed economica”.