Think equal, build smart, innovate for change: è questo il tema scelto dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata Internazionale delle Donne. Un focus volto a riflettere sulle modalità più innovative per raggiungere gli obiettivi di gender equality ed empowerment femminile, anche in tema di accesso ai servizi pubblici e alle infrastrutture sostenibili. Numerosi saranno gli eventi e i panel dedicati nei prossimi giorni alle donne, che vedranno la partecipazione di nomi femminili importanti nel campo delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria, della matematica e del design, compresi quelli di personalità di spicco del passato dell’Organizzazione e di altre variamente connesse alla lotta per l’emancipazione femminile. Proprio in occasione dell’8 marzo, è stata inaugurata la mostra, che sarà aperta e visitabile fino al 18 aprile, Rural Women, Women’s Rights, che fa luce su alcune delle questioni che riguardano le ragazze e le donne che vivono in zone rurali in tutto il mondo. Il 12 marzo, poi, si terranno diverse conferenze organizzate dalle Missioni di vari Paesi, in occasione delle quali saranno al Palazzo di Vetro almeno 6 donne attualmente capi di Stato e di Governo, e altre che ricoprono importanti incarichi governativi e ministeriali, tra le quali Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.
“L’uguaglianza di genere e i diritti delle donne sono fondamentali per il progresso globale su pace e sicurezza, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile”, ha detto il Segretario Generale, Antonio Guterres, nel suo messaggio dedicato all’8 marzo. Guterres ha sottolineato i progressi fatti negli ultimi decenni, ma anche la strada ancora da percorrere: “L’uguaglianza di genere è una questione di potere. Viviamo in un mondo patriarcale e in una cultura patriarcale. Solo quando considereremo i diritti delle donne come nostro obiettivo comune, e un percorso di cambiamento che avvantaggia tutti, cominceremo a spostare davvero l’equilibrio”, ha sottolineato Guterres.
Sempre l’8 marzo, al Palazzo di Vetro ha tenuto una conferenza stampa la donna che attualmente è a capo del “Parlamento dell’umanità”: la presidente dell’Assemblea Generale María Fernanda Espinosa Garcés, che noi della Voce abbiamo poco tempo fa intervistato. Espinosa, che insieme a Guterres ha presieduto a un evento dedicato alla ricorrenza, ha sottolineato come ancora, nonostante i progressi, non si possa parlare di equità di genere se si continua a “lasciare indietro metà della popolazione mondiale”. Espinosa ha anche ricordato come le donne siano “estremamente sottorappresentante in posizioni di leadership”: in effetti, i capi di Stato donne nel mondo sono circa il 5% del totale, e, se ad esse si aggiungono quelle che ricoprono la carica di primo ministro, si arriva a un risicato 6,3%.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Espinosa ha anche ricordato il suo background di ministro della Difesa dell’Ecuador, e il suo impegno a promuovere una riforma delle forze armate “come nessun uomo avrebbe potuto”. “Come donne, dobbiamo sfruttare gli spazi che ci vengono dati per dimostrare la nostra competenza”, ha affermato. La leader dell’Assemblea Generale, nel rispondere a una domanda, ha anche dedicato qualche minuto a una sua abilità poco esplorata dai media: perché, oltre alla sua carriera politica, Espinosa è anche poeta e saggista. “È necessario portare la poesia nella politica”, ha detto, proprio per quella particolare sensibilità che questa forma d’arte può apportare, in quanto qualsiasi risposta politica a un problema, privata di sensibilità, “è inutile”.

A chi gli ha chiesto se fosse auspicabile avere un Segretario Generale donna e se lei aspirasse alla carica, ha affermato che potrebbe costituire un obiettivo “desiderabile”, fermo restando che “sono convinta che non potremmo avere un Segretario Generale migliore”. A questo proposito, Espinosa ha citato un aneddoto riguardante l’attuale vice presidente di Panama, Isabel Cecilia de Saint Malo García de Alvarado, che ha raccontato la preoccupazione della figlia – consapevole di quanto le donne in politica vengano “maltrattate” dall’opinione pubblica – quando la madre ha deciso di candidarsi alle elezioni. “Veniamo spesso giudicate per come vestiamo, per i nostri capelli”, più che per competenze e azioni, ha riflettuto la Presidente dell’Assemblea Generale. Quanto al sistema patriarcale che ancora caratterizza le Nazioni Unite – come uno dei colleghi presenti ha sottolineato –, ha commentato: “La stessa società è ancora patriarcale, e l’ONU la riflette. Ma la buona notizia è che c’è piena consapevolezza del problema”, ha assicurato.

Alla nostra domanda riferita al Global Gender Gap Index, che mostra i Paesi nord-europei ai primi posti in merito alla riduzione del gender gap, Espinosa ha però sottolineato come sia altrettanto importante tenere conto dei progressi di Paesi da cui meno ci si aspetterebbe un impegno sul tema: come il Rwanda, che ha raggiunto la piena parità di rappresentanza nel proprio Parlamento, o come l’Etiopia, che per la prima volta ha una Presidente donna. Contemporaneamente, ha osservato, si assiste a passi indietro anche nei Paesi più sviluppati. In effetti, gli stessi Stati Uniti, in quella classifica, sono solo al 45esimo posto, e l’Italia al 50esimo.
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