“Quindi, se i Principi della Carta sono più pertinenti che mai, dobbiamo continuare ad aggiornare i suoi strumenti, dobbiamo usare quegli strumenti con maggiore determinazione, e dobbiamo tornare alle origini della Carta stessa per la sua ispirazione”. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha parlato così al Consiglio di Sicurezza dell’ONU mercoledì 21 febbraio. Lo ha fatto “fianco a fianco”, all’interno della stessa aula, al suo predecessore Ban Ki-Moon, parlando degli scopi, dei principi e del ruolo che la Carta delle Nazioni Unite dovrebbe ritagliarsi in un periodo storico tanto delicato.
Due gli obiettivi espressi dal Segretario Generale: riequilibrare l’approccio alla pace e alla sicurezza internazionale e aiutare i Paesi a prevenire lo scoppio delle crisi. “È principalmente una responsabilità degli Stati membri” ha chiosato Guterres evidenziando l’importanza degli articoli VI, VII e VII della Carta riguardo le minacce alla pace, le violazioni e gli atti di aggressione. In tale contesto Guterres ha preso atto della partnership tra l’Organizzazione e l’Unione africana per la pace e la sicurezza e l’allineamento dell’Agenda 2030 con l’Agenda 2063 sull’Africa. E ha evidenziato: “Gli scopi e i principi della Carta parlano alle sfide di oggi con la stessa fermezza con cui hanno parlato alle persone che hanno appena vissuto la più orribile guerra che il mondo abbia mai visto”.
Nel suo intervento, a cui è seguito quello di Ban Ki Moon, Guterres ha anche posto l’accento sulla crisi siriana, “una tragedia umanitaria e umana che si sta dispiegando davanti a nostri occhi, con 400mila persone che stanno vivendo un inferno in terra”. Un dramma per cui “non possiamo lasciare andare le cose così”. Una tragedia che si può porre a termine, prendendo magari come esempio quanto successo in Kuwait nel febbraio di 27 anni fa, quando la liberazione dalle forze di Saddam Hussein avvenne grazie all’uso “dei principi di sicurezza collettiva delineati nella Carta delle Nazioni Unite”, scenario compatibile e “adatto alla discussione in atto oggi” in Siria.
Gli sforzi per la pace mondiale e la necessità di attualizzare al contesto moderno i principi della Carta ONU, mai sbiaditi, è stata anche la priorità emersa nell’intervento dell’ex Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, in Consiglio di sicurezza. Assieme al tema delle riforme, “necessarie ora più che mai”. Per Ban Ki-Moon infatti “per rispondere efficacemente alle sfide di sicurezza straordinarie e transnazionali come il cambiamento climatico, il terrorismo e l’estremismo violento, la proliferazione nucleare e l’insicurezza transfrontaliera, il Consiglio di sicurezza dovrebbe sottoporsi a riforme per essere più flessibile nel suo processo decisionale”. Anche perché il “multilateralismo non può essere soltanto sostenuto da un solo Stato membro o da un solo gruppo di Stati”, motivo per cui serve che il Consiglio di sicurezza adatti la sua mission per rispondere alle sfide “che si profilano all’orizzonte”. Garantendo l’equilibrio che serve al mondo, e portando a termine il lavoro sull’Agenda 2030 e sugli Accordi di Parigi in modo approfondito ed esaustivo.