Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato all’unanimità una mozione che invita tutti gli stati con mezzi sufficienti ad impegnarsi nella lotta al terrorismo, sia all’interno che all’esterno dei propri confini.
All’interno della mozione votata da tutti e 15 i membri, si avverte che “l’ISIS ha intenzione di portare avanti altri attacchi contro altri Stati” e si invitano i Paesi membri a “prendere tutte le misure necessarie, in accordo con la legge internazionale, con particolare riguardo ai trattati sulla salvaguardia dei diritti umani in ambito internazionale, l’accoglienza ai rifugiati e le leggi sugli aiuti umanitari”.
Condannando “nel modo più deciso possibile” l’ISIS e le altre organizzazioni terroristiche estremiste che trovano rifugio nella zona tra Siria e Iraq, il Consiglio invita tutti gli stati a cooperare per “eradicare la zona sicura che i terroristi hanno trovato in quell’area”. Inoltre afferma che vadano fatti tutti gli sforzi possibili per arrestare il flusso di foreign fighters che regolarmente raggiungono l’area dello “stato islamico” per combattere tra le sue fila. In più, chiede a tutti i governi di intensificare gli sforzi per ridurre e, in ultimo, arrestare definitivamente i flussi di finanziamenti diretti alle associazioni terroristiche, affermando che chiunque si renda partecipe di atti di terrorismo o collabori con le stesse organizzazioni criminali in altra maniera, al fine di compiere attacchi terroristici o sistematiche violazioni dei diritti umani, deve essere ritenuto responsabile e consegnato alla giustizia.
L’ISIS viene definito “una minaccia globale senza precedenti per la pace e la sicurezza comuni”, per via della “violenza della sua ideologia, il suo controllo del territorio con continui abusi sulla popolazione civile e il persistere di attacchi terroristici portati avanti sia contro la Siria e l’Iraq che contro altri stati”. Viene inoltre citata come causa della forza dello stato islamico la capacità di controllare i giacimenti petroliferi della regione, situazione che non ha precedenti nella storia delle organizzazioni terroristiche mediorientali, attraverso la quale il gruppo riuscirebbe a guadagnare anche alcuni milioni di dollari al giorno grazie al contrabbando.
Nonostante questa non sia la prima risoluzione riguardante l’ISIS votata dal Consiglio, sicuramente è quella che usa i toni più drammatici, anche a seguito delle vicende degli attacchi di Parigi, Beirut, Ankara e della bomba sull’aereo di linea russo precipitato sul Sinai, che hanno portato il conflitto al di fuori dei confini dello stato islamico, creando di fatto un clima di tensione globale. La richiesta di cooperare per sconfiggere i terroristi potrebbe essere presa in considerazione adesso anche da Stati che precedentemente non avevano voluto prendere una posizione definitiva per via dello scontro politico in atto tra Mosca e Washington, divise sulla questione del regime di Assad in Siria. Ora che la minaccia globale sembra aver messo in secondo piano le divergenze sul regime siriano, ed anche la Francia collabora con le truppe russe per le operazioni nell’area, altri paesi potrebbero schierarsi apertamente, ma non necessariamente attraverso l’invio di truppe, dal momento che la risoluzione chiede a tutti i Paesi un impegno nell’ambito delle proprie capacità e disponibilità. Inoltre la condanna delle attività di finanziamento al terrorismo, vista esplicitamente come un atto di collaborazione diretta, può essere interpretata come un segnale inviato ad alcuni Paesi del Golfo, che negli scorsi mesi avevano visto transitare, attraverso le proprie banche, ingenti flussi di denaro diretti verso le casse dello Stato Islamico e di altre organizzazioni terroristiche, ma non avevano denunciato il fatto alle autorità internazionali, causando non pochi malumori all’interno della coalizione a guida USA.
La risoluzione si chiude infine con una dichiarazione di cordoglio per le vittime di tutti gli attentati compiuti dall’ISIS, e con un messaggio di solidarietà per tutti i paesi colpiti dalla violenza di questi attacchi.