È una pioggia di fuoco quella che nelle ultime ore si sta abbattendo su Askhelon e Tel Aviv, città israeliane vicine alla striscia di Gaza e alla Cisgiordania. Secondo fonti dell’esercito israeliano, sarebbero più di 800 i razzi lanciati da Hamas e dal Jihad Islamico verso Israele, di cui oltre l’85% intercettato dal sistema antimissilistico Iron Dome. La rappresaglia arriva dopo la repressione avviata dalle forze dell’ordine israeliane contro i palestinesi in preghiera nell’area della moschea di al-Aqsa, terzo luogo di culto per importanza per l’islam. Oltre 330 fedeli sono stati feriti dalla polizia israeliana che ha interdetto l’area nei giorni finali del Ramadan. Israele ha risposto al lancio di razzi da parte di Hamas bombardando alcuni edifici a Gaza per colpire i vertici dell’organizzazione palestinese. A causa di questo ciclo infinito di vendette e risposte, per adesso hanno perso la vita 62 persone, 56 a Gaza e 6 in Israele.
A questi veri e propri atti di guerra vanno sommate le violenze interne che stanno interessando le comunità ebraica e arabo israeliana soprattutto nella città di Lod dove è stato dichiarato il coprifuoco dopo quello che è stato definito un vero e proprio “pogrom”, con una sinagoga data alle fiamme. E, mentre alcune fonti parlano di scenari da guerra civile, è difficile non paragonare questa situazione al conflitto fra israeliani e palestinesi dell’estate del 2014, il più sanguinoso degli ultimi anni.
#IsraelPalestine tonight pic.twitter.com/OHMp0eUW0e
— Shiv Aroor (@ShivAroor) May 11, 2021
La nuova escalation di violenze in Terra Santa rappresenta la prima vera crisi in Medio Oriente della nuova amministrazione statunitense. Joe Biden, che dopo l’annuncio del ritiro dall’Afganistan immaginava un disimpegno dall’area, ha tardato a rilasciare una dichiarazione. Ieri, Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che l’amministrazione USA “condanna gli attacchi con i razzi di Hamas” e che il supporto del Presidente per la sicurezza di Israele ed il suo diritto di difendersi “non vacillerà mai”. Nonostante questo, Jen Pasaki ha lanciato un appello alla coesistenza pacifica, specialmente a Gerusalemme, denunciando l’estremismo “che ha inflitto violenze ad entrambe le comunità”. La linea estremamente cauta dell’amministrazione Biden è continuata anche attraverso le parole della Rappresentante USA presso l’ONU. Per Linda Thomas-Greenfield, “riconosciamo il diritto di Israele di difendere il suo territorio e la sua popolazione, e crediamo ugualmente che i palestinesi debbano poter vivere in sicurezza”.
We urge de-escalation to end the ongoing crisis in Israel and Gaza and mourn the innocent lives lost on both sides. We recognize Israel’s right to defend its people and territory, and we equally believe the Palestinian people need to be able to live in safety and security.
— Ambassador Linda Thomas-Greenfield (@USAmbUN) May 12, 2021
La scelta di questa amministrazione di non condannare fermamente l’una o l’altra parte si inserisce all’interno di un confronto sempre più acceso fra esponenti dei due partiti. Da una parte, i repubblicani dopo gli Accordi di Abramo voluti da Trump hanno da subito denunciato le azioni di Hamas e si sono schierati inequivocabilmente con Israele. Dall’altra, i democratici della sinistra progressista hanno accusato Israele di attuare violenze sistematiche contro i palestinesi, adottando un rapporto di Human Rights Watch che definisce le politiche israeliane contro i palestinesi come “apartheid”.
In un suo tweet, Bernie Sanders si è scagliato contro la destra israeliana: “ancora una volta assistiamo a come le azioni irresponsabili della destra estrema alleata del governo a Gerusalemme possano sfociare velocemente in una guerra devastante”. Ilhan Omar, rappresentate dem del Minnesota, è stata ancora più dura: “i bombardamenti israeliani che uccidono civili a Gaza sono atti di terrorismo”. Dalla parte dei palestinesi anche Rashida Tlaib del Michigan e Alexandria Ocasio-Cortez di New York. Nel campo democratico non sono mancate polemiche contro il candidato sindaco di New York Andrew Yang che da subito ha annunciato la sua vicinanza a Israele, accusando le azioni di Hamas. Nella giornata di oggi, Yang si è scusato per il tweet.
Israeli air strikes killing civilians in Gaza is an act of terrorism.
Palestinians deserve protection.
Unlike Israel, missile defense programs, such as Iron Dome, don’t exist to protect Palestinian civilians.
It’s unconscionable to not condemn these attacks on the week of Eid. https://t.co/vWWQfMqBkT
— Ilhan Omar (@IlhanMN) May 10, 2021
Mentre il tweet di Yang ha raccolto consensi anche nel campo repubblicano, Donald Trump ha tenuto ad esprimersi molto aspramente contro l’amministrazione Biden e la sinistra del partito democratico. Dal suo “From the desk”, l’ex Presidente ha fatto notare come sotto Joe Biden il mondo sia “più instabile” e che gli USA dovrebbero sempre stare dalla parte di Israele. Nel suo post, Trump definisce Ilhan Omar tutti coloro che si sono schierati con i palestinesi come “anti-americani” . Ted Cruz segue il suo ex presidente e accusa Ilhan Omar di parlare come la “portavoce di Hamas”. Per Nikki Haley, ex rappresentante permanente USA all’ONU, Hamas sta testando Biden per capire se il Presidente reagirà ad un’aggressione contro un alleato. Anziché fermare le violenze, Biden sta invitando alla calma, agendo esattamente come previsto dai terroristi palestinesi e di fatto incoraggiandoli.
Instead of having Israel’s back against Hamas, Biden is focused on Trump reversals. pic.twitter.com/0NyvT1H0K3
— Nikki Haley (@NikkiHaley) May 11, 2021