Tempo di elezioni, il Parlamento freme. Il primo scrutinio per decidere il nome del prossimo Presidente della Repubblica sarà lunedì 24 gennaio, ma nonostante manchi meno di una settimana, ancora non si sa chi e quanti potranno votare.
Dalla riunione dei capigruppo della Camera, infatti, è uscita la linea dura: nessuna eccezione o deroga per i grandi elettori che risulteranno positivi al Covid nei giorni di voto. Nemmeno per gli asintomatici è arrivato l’ok, una proposta su cui il centrodestra ha spinto parecchio.
Semaforo verde, invece, per i No-Vax, che riusciranno nonostante le polemiche ad entrare a Montecitorio. Potrà accedere infatti chiunque in possesso del green pass base, ovvero chi sarà vaccinato, guarito dal Covid o negativo al tampone.
Ancora incerta la posizione di quelli che, in quei giorni, risulteranno negativo al tampone ma avranno una temperatura corporea superiore ai 37.5 °C. I partiti sembrano essere tutti d’accordo sul concedere a chi si troverà in quella situazione di accedere e votare, ma il presidente della Camera Roberto Fico ha spiegato che sarà aperta un’istruttoria per verificarne la fattibilità.
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali sono stati rigorosi nel ribadire il loro “no”. Nessun privilegio deve essere dato ai parlamentari rispetto ai cittadini comuni, che però, a differenza dei loro rappresentanti, per poter lavorare devono esibire il certificato di vaccinazione.
Ma Omicron serpeggia dal nord al sud Italia. I contagi sono molti e i contatti con i positivi stanno diventando, per gli italiani, materia quotidiana. Tutti conoscono in questo momento almeno una persona costretta alla quarantena. Anche gli Onorevoli sono preoccupati, perchè contrarre il virus significa privare la chiamata al Quirinale di voti decisivi.
Se un focolaio del virus si dovesse accendere tra le stanze dei gruppi parlamentari, la legittimità del nuovo Capo dello Stato potrebbe traballare. La Costituzione garantisce che, nonostante gli assenti, il voto venga svolto come di consueto. Sarà più difficile raggiungere i quorum, ma i numeri richiesti non cambiano, perché la Costituzione, nel definirli, si riferisce ai componenti dell’assemblea aventi diritto al voto, non ai presenti.
Di norma a contare sarebbero i presenti, come prevede l’articolo 64, ma ci sono casi in cui è la stessa Costituzione a prescrivere una maggioranza speciale. Nel momento dell’elezione, l’articolo 83 specifica infatti che “Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.
A cambiare sarà solo la logistica. La novità adottata per gestire i 1009 grandi elettori è la “chiama” scaglionata per fasce orarie. Si comincia dai senatori a vita (Elena Cattaneo, Mario Monti, Giorgio Napolitano, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre), poi i senatori semplici, quindi i deputati e infine i delegati regionali. Tutti dovranno presentarsi ad un orario preciso, come se fossero in fila per il vaccino.
Verrà riaperto anche il Transatlantico, un corridoio lungo e lussuoso che prende il nome dal fatto che il suo arredamento richiami quello delle navi transoceaniche. Sarà agibile sia per i grandi elettori che per la stampa, dopo un periodo di chiusura. Aperti anche i servizi di ristorazione del Palazzo, per i quali però, ironia della sorte, servirà il green pass rafforzato.
Omicron cambierà le carte in tavola? La teoria vorrebbe di no, ma i giochi della politica sono difficili da prevedere. Nella storia, solo tre presidenti della Repubblica sono stati eletti alla prima votazione (De Nicola, Cossiga, Ciampi). Il Covid potrebbe accelerare i tempi e ridurre le sedute, ma negli anni si è visto di tutto.
Nel 1971, per votare Giovanni Leone, i parlamentari impiegarono 16 giorni e 23 scrutini.