Se non adesso, quando? Giorgia Meloni ha ben chiaro che un momento così favorevole per lei e il suo partito, Fratelli d’Italia, potrebbe non ripresentarsi più. I sondaggi le sono favorevoli. Il suo è il solo partito che non fa parte del governo e dunque ha le mani libere. È pronta a giocare da protagonista la partita dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica.
Tutti i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani assegnano al partito della Meloni tra il 19% e il 20%, ponendolo così saldamente al secondo posto nel panorama parlamentare e al primo della coalizione del centro destra. Ce ne è anche uno firmato da Termometro Politico che assegna al partito della Meloni il primo posto assoluto con il 21,1 delle preferenze di voto, staccando nettamente l’alleato-avversario Matteo Salvini e la sua Lega e poco avanti agli avversari del Partito Democratico. Questa situazione ha fatto sì che Giorgia Meloni abbia fatto diverse sortite per saggiare la reazione di alleati del centro destra e avversari sulle imminenti elezioni del prossimo presidente della Repubblica.

Giorgia Meloni ha 44 anni ed è una politica di professione: ha cominciato a 15 anni con il Fronte della Gioventù del Movimento Sociale Italiano e ha scalato gradino dopo gradino il mondo della politica: consigliere provinciale a Roma e poi deputata, vicepresidente della Camera ma anche ministro senza portafoglio nel governo di Silvio Berlusconi, fino alla leadership di FdI, l’erede del Movimento Sociale. Adesso, proverà a essere la queen maker per la scelta del prossimo presidente della Repubblica. Non perdendo di vista la possibilità di andare quanto prima al voto anticipato di Camera e Senato. Giorgia Meloni è donna e politica assai determinata. Il Financial Times l’ha definita «l’astro nascente dell’estrema destra italiana», paragonandola alla francese Marine Le Pen.
«Nessuno pensi di eleggere il prossimo presidente senza di noi», ha detto la Meloni al Corriere della Sera. E poi si è spinta ancora più in là, parlando alla festa nazionale del suo partito che ha visto sfilare tutti i leader di destra, di centro e di sinistra: «Vogliamo un patriota e non accetteremo compromessi». Sortita che intende mettere in chiaro che la leader di Fratelli d’Italia vuole contare al momento di scegliere il successore di Sergio Mattarella, che vuole partecipare alle trattative e che metterà sul tavolo il nome del suo candidato. Potrà vincere, ma se perde continuerà a giocare la partita che ha deciso nel momento in cui, unica formazione politica, si è messa all’opposizione del governo di Mario Draghi. Una scelta che non le ha causato perdite di consensi. Anzi.

Giorgia Meloni vorrebbe un patriota al Quirinale. Patriota è un’attribuzione che nel contesto politico italiano si presta a infinite discussioni per l’ambiguità che molti politici dimostrano al momento di definire chi sia un patriota nell’Italia del Ventunesimo secolo. Giorgia Meloni sguazza nell’ambiguità della definizione di patriota, perché aggiunge che deve avere a cuore «la sovranità italiana e la sovranità popolare». Quando al termine patriota si aggiunge la parola sovranità cominciano i distinguo. Se la sovranità di cui parla è quella della Costituzione, allora tutto fila liscio, ma se invece è quella della francese Marine Le Pen o dell’ungherese Viktor Orban, allora la prospettiva cambia. In più, un patriota italiano di oggi è anche profondamento europeo, visto che l’Italia ha deciso di cedere pezzi della sua sovranità per essere protagonista della storia dell’Europa moderna.
C’è da sperare che il dibattito sul prossimo presidente della Repubblica non si fermi a questa questione. Sergio Mattarella è un patriota? Guai a dire il contrario. E così anche i suoi predecessori Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro non possono non essere definiti dei patrioti. Ma forse l’introduzione del desiderio di avere un presidente patriota è solo un escamotage della leader di FdI per piantare la bandiera di un centro destra che deve dire a ogni costo la sua sul prossimo inquilino del Quirinale e che è pronto a mettersi di traverso.

Fratelli d’Italia voterebbe Mario Draghi, attuale presidente del consiglio e ormai da mesi al centro della querelle se la sua prossima destinazione sia il Quirinale? Pur essendo all’opposizione, Giorgia Meloni ha avuto parole di stima per Draghi e non ha escluso questa possibilità. Tra le tante ragioni ce ne è sicuramente una squisitamente elettorale: con Draghi presidente della Repubblica, potrebbe esserci un corto circuito politico che porti alle elezioni anticipate senza attendere la scadenza naturale del 2023.
A quel punto il sogno di Giorgia Meloni è quello di guidare il centro destra nello scontro elettorale, in quanto primo partito della coalizione, e di vincere le elezioni. Se questo sarà lo scenario, ne consegue che al momento della consultazioni il suo nome sarebbe fatto come presidente del consiglio incaricato. A quel punto manca poco all’avverarsi del sogno di governare l’Italia, avendo mosso i primi passi nella turbolenta e violenta sezione missina di Colle Oppio a Palazzo Chigi e senza avere risolto tutte le contraddizioni di un partito che non ha mai fatto i conti con il suo passato e che non pare proprio avere tra i suoi quadri dirigenti uomini o donne in grado a guidare il Paese. Soprattutto oggi, nel pieno della stagione in cui i miliardi di euro della UE devono servire a modernizzare l’Italia, a farla marciare con lo stesso passo dei paesi leader dell’Europa.
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