Negli Stati Uniti cresce solo l’import di prodotti italiani: le importazioni a stelle e strisce nel primo quadrimestre dell’anno hanno subito infatti una brusca battuta d’arresto ma contemporaneamente la richiesta di food made in Italy è aumentata (+5,5%), confermando così l’appeal che hanno i nostri alimenti sul consumatore americano che, anche in tempi di crisi, sembra non sappia rinunciarci.
Ne è stata una riprova la scorsa settimana, l’ampissima partecipazione al Fancy Food Show di New York, la più grande fiera americana dedicata al cibo proveniente da tutto il mondo: soddisfazione da parte degli espositori che hanno rimarcato l’ampia affluenza, come non si vedeva da anni.
“Le presenze sono andate ben oltre le aspettative” ha sottolineato Pier Paolo Celeste, direttore dell’ICE (Italian Trade Commission) di New York, facendo il bilancio a conclusione dell’evento.
Tra i prodotti particolarmente apprezzati, ha brillato Parmissimo snack, uno stuzzichino che risponde perfettamente alle esigenze dello street food americano, per il quale l’azienda Parmissimo (marchio con il quale l’azienda Parmareggio è sbarcata in America), è stata premiata: “Siamo contenti dei risultati di questi primi sei mesi. Abbiamo ricevuto uno dei più importanti riconoscimenti per i prodotti retail”, ha commentato Paolo Ganzerli, responsabile esteri della compagnia.
E se si spengono le luci dell’iniziativa, certo non si abbassa l’attenzione su un comparto economico, che gioca un ruolo chiave nell’export italiano. “La bilancia è in attivo per 7 miliardi di dollari – ha spiegato Celeste – L’11% di questo budget è portato dall’agroalimentare, un settore che rappresenta quindi la punta del nostro made in Italy insieme alla meccanica e alla moda oltre che alla chimica e alla tecnologia”.
L’Italia, che al Javits Center occupava l’area espositiva più grande con 300 aziende presenti, gode della varietà e della qualità dei propri prodotti. Ad arricchire la già abbondante offerta, adesso stanno per arrivare sui banchi americani nuove specialità nella gamma della salumeria: ai prosciutti crudi stagionati 400 giorni e ai prodotti cotti come il prosciutto cotto appunto o la mortadella, si va ad affiancare qualsiasi affettato che provenga dal suino (coppa, salame, lardo…). Con l’abbattimento del dazio che fino ad ora ne impediva l’importazione, si aprono nuove fette di mercato: alle 120 aziende italiane che già sono autorizzate all’export negli Stati Uniti potranno adesso aggiungersene altre.
Non mancano inoltre iniziative collaterali al Fancy Food Show: l’Ice ha infatti organizzato il programma Dine Out che vede coinvolti più di venti ristoranti italiani. Stay tuned per vivere il viaggio all’interno di alcune di queste cucine italiane nella Grande Mela, alla scoperta di profumi e sapori che richiamano la tradizione.
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