Perché i viaggi non sono solo tappe turistiche. Per alcuni finiscono per essere “banali trasferte immortalate con una bulimia di scatti fotografici”, ma per altri sono “pellegrinaggi in un luogo dell’anima”. E da queste spedizioni alla ricerca del sé, può nascere addirittura un libro: Ascoltavo le maree.
“Sono arrivato per la prima volta a Savannah nel ’91 con la mia prima moglie. E da allora mi sono innamorato di quella terra – ci ha raccontato Guido Mattioni, giornalista e autore del romanzo – Il primo giorno mi sono ritrovato a passeggiare da solo ed ho avuto come la sensazione di averci già vissuto, di esserci già stato. E non lo si può spiegare se non con degli strani fenomeni in cui è bello credere, e che rendono la vita migliore”.
Perché ambientare la storia proprio a Savannah? Che cosa ha di speciale questa porzione di Georgia?
“Mi piace la filosofia di vita di questa città: come affronta le cose, i suoi tempi. Addirittura all’interno del Paese stesso, Savannah è a sé stante. C’è una formula simpatica con la quale gli americani descrivono questo posto”.
Sono curiosa, adesso deve dircela.
“La prima domanda che ti fanno ad Atlanta è quale sia il tuo business. Se vai ad Augusta, che è quella più snob, ti chiedono quale fosse il cognome di tua nonna da signorina. A Macon, ti chiedono quale chiesa frequenti. Mentre la prima domanda che ti fanno a Savannah è ‘Che cosa bevi?’ ”.
Il protagonista del libro, Alberto, si rifugia in questa antica città americana del vecchio Sud, dopo aver perso la moglie, con la quale aveva condiviso, tra i tanti aspetti della vita, anche la passione per questo angolo di mondo. Savannah diventa quindi un approdo di salvezza e conforto per l’uomo, che ha con l’autore molti tratti in comune: scorrendo le pagine del libro, la natura di quest’area subtropicale diventa sempre più un personaggio definito all’interno del racconto, che con messaggi espliciti seppur non verbali parla ad Alberto, riportandolo alla vita.
“La natura è un carattere portante della storia: è l’altra ‘protagonista femminile’ del romanzo che si manifesta prima di tutto con i tempi immodificabili delle maree. Questo permette ad Alberto, ma anche ai lettori, di capire la limitatezza degli uomini, anche i più potenti, di fronte alla maestosità dei fenomeni naturali. L’uomo diventa grande solo quando si scopre piccolo di fronte ad essa”, ha spiegato lo scrittore.
Qual è il messaggio che lancia ai lettori?
“Lo definirei un invito: quello di sognare. La vita è un viaggio che deve continuare sempre. Lo dobbiamo a noi stessi. L’immagine della copertina riflette questo significato: sullo sfondo, una barca con le vele spiegate naviga sotto un cielo plumbeo, ma c’è una luce all’orizzonte”.
Il libro, che si è piazzato tra i finalisti (come unico partecipante italiano) sia del Global eBook Awards 2012 di Santa Barbara in California, sia degli USA best Book Awards 2012, è approdato sul mercato nella versione digitale in lingua inglese (Whispering tides), con grande successo di critica e vendita. L’autore si è infatti autoprodotto dopo che l’editoria italiana si era dimostrata chiusa e asfittica.
“Ho inviato il manoscritto a due grandi case produttrici e non ho ricevuto nemmeno una risposta. Mi aspettavo almeno un rifiuto” ha sottolineato Mattioni, che invece si è trovato di fronte ad un’indifferenza incurante, anche da parte della Mondadori, per cui aveva lavorato 14 anni.
Cosa pensi dello stato attuale dell’editoria italiana?
“Non vale la logica del merito. E’ vecchia, fatta da e per i soliti volti noti o ‘figli di’. Anche i premi letterari sembrano decisi a tavolino: ci sono sempre i due, tre grandi gruppi che se li girano”.
La rivincita a Mattioni è stata regalata dal pubblico, che lo ha premiato con i downloads, ma non solo.
“Ascoltavo le maree” è stato scelto infatti come manuale di studio nei corsi di lingua italiana del professor Richard Keatley alla Georgia State University di Atlanta. Recentemente anche la Learn Italy School di Manhattan, la prima in lingua italiana a capitale italiano, con varie sedi negli Usa, lo ha poi adottato come lettura di esercitazione.
Dai primi mesi di quest’anno il libro è poi arrivato in tutte le librerie italiane anche in versione cartacea con il marchio INK di Francesco Bogliari, che ha scoperto l’autore, facendo scouting su Internet, pratica poco diffusa in Italia ma consolidata all’estero. Possiamo aspettarci un Savannah 2?
“No, piuttosto un America 2. Il racconto stavolta si sposterà sulla zona calda del confine, nei pressi di El Paso. Mi guideranno i ricordi di quei luoghi nella mia esperienza giornalistica degli anni 80. Posso anticiparvi che anche questa storia avrà un lieto fine. La vita è già dura di per sé: non credo che un libro, così come un film, debbano appesantirci ulteriormente”.