Nell’aria il profumo delle zeppole che si mescola a quello dei veraci sughi meridionali. E poi tutto intorno bandiere italiane che sventolano assieme a quelle a stelle e strisce, mentre nelle strade risuonano le ballate napoletane. Per dodici giorni, come ogni luglio, il distretto di Williamsburg a Brooklyn ha fatto un tuffo nella tradizione, facendo rivivere attraverso colori, musica e cibi caratteristici, una degli eventi di folklore e religione più sentiti del Sud d’Italia, la Festa del Giglio.
Si tratta di una delle ricorrenze più attese dalla comunità italo-americana di Brooklyn: gli organizzatori oggi sono ormai quasi tutti nativi americani ma il legame familiare con la terra d’origine rimane forte. “E’ l’occasione per festeggiare le nostre radici” ci spiega Antonietta, con il nome che ne scandisce la provenienza. I suoi antenati erano di Salerno, lei però è nata negli Stati Uniti.
Cerco di intervistare anche una signora, sulla quarantina, i cui lineamenti mi sembrano tipicamente italiani. Lei mi sorride e con un accento americanizzato mi spiega che sarebbe stata disponibile ma sta aspettando che il figlio si esibisca nei canti popolari. Il ragazzo poco dopo esordisce gorgheggiando alla Gigi D’Alessio, in un dialetto napoletano stretto, anche se il suo passaporto è americano.
Giunta alla 126esima edizione, l’appuntamento celebra la Madonna del Carmelo e San Paolino, antico vescovo di Nola, dove infatti è nata la ricorrenza.
La storia narra che intorno al 400 a. C. dei pirati nordafricani invasero la città di Nola. In quell’occasione il vescovo Paolino era riuscito a mettersi in salvo, portando con sé dei bambini. Poco dopo però, incontrando una vedova lacerata dal dolore per il figlioletto ridotto in schiavitù dai briganti, Paolino aveva deciso di offrirsi in cambio. Un sultano turco, venuto a conoscenza del coraggio e del grande sacrificio compiuto da Paolino, lo aveva liberato assieme ai compaesani. Al ritorno a casa, la città lo aveva accolto con enorme gioia, sventolando gigli, simbolo di amore e di purezza. Da quell’occasione era nata una ricorrenza annuale sacra.
E quello che in origine era un semplice fiore negli anni è stato trasformato in una torre gigante, chiamata appunto la Torre del Giglio, una struttura di 4 tonnellate, alta 72 piedi. L’impalcatura, dai colori vivi, adornata con fiori ed angeli e con in cima la statua di San Paolino, viene portata in giro e fatta danzare, per le strade in festa, sulle spalle di un centinaio di uomini.