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February 9, 2018
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A Brooklyn arriva il sapore della Puglia…in un morso!

Ha aperto da poco a New York "Panzerotti Bites", dove lo street food racchiude sapori e tradizioni del sud Italia anche con varianti gourmet

Manuela CaracciolobyManuela Caracciolo
Panzerotti3
Time: 5 mins read

Dal tacco d’ Italia a Brooklyn per esportare una mezzaluna ricca di sapori della tradizione culinaria di casa.

Questa è la missione di una coppia di giovani imprenditori, Vittoria Lattanzio e Pasquale De Ruvo, che dalla Puglia hanno costruito il loro sogno esattamente al 235 Smith St., aprendo Panzerotti bites dove hanno ricreato le atmosfere accoglienti delle cucina del Sud, con i profumi di origano e spezie che sono la base del panzerotto, prelibatezza di pasta di pane ripiena di formaggio e pomodoro, ma con numerose varianti, come il vero cibo da strada richiede.

Come è nata l’ idea e cosa vi ha convinti a portare i panzerotti a New York City?
“Il tutto è nato due anni fa, quando tra svariati viaggi negli States, tra lo stato della California e quello di New York, ci siamo innamorati dell’America. Da sempre sognavamo di trasferirci all’estero e a New York abbiamo trovato la meta desiderata; una città piena di stimoli, di energia, dove idee particolari o ingegnose diventano realtà e vengono anche apprezzate; dove ci si sente liberi di credere in se stessi e investire in un progetto personale, avendo le leggi e i newyorkesi al tuo fianco. Essendo amanti della cucina, io e mio marito Pasquale amavamo preparare cene per amici e per la famiglia molto spesso, e ci rendevamo conto di essere una squadra affiatata e ben organizzata. Parlando tra di noi, ci confidavamo il desiderio di aprire una attività di ristorazione insieme. Il tutto è convogliato in questa idea della panzerotteria. A New York mancava uno Street Food italiano, o meglio pugliese. Tra le tante prelibatezze, abbiamo puntato sul panzerotto, il vero panzerotto fritto, fatto a mano, con farine pugliesi, ben maturato e lievitato, con ingredientistica selezionata e importata dall’italia o meglio ancora dalla Puglia. Uno street food di qualità, da gustare nel nostro locale o da portare via. Brooklyn ci ha accolti con tanto entusiasmo, essendo plasmabile ai nuovi trend, ed apprezzando molto la vera cucina italiana. Possiamo affermare che stiamo riscontrando successo nel quartiere”.

Vittoria e Pasquale, proprietari di Panzerotti bites

Racconta ai nostri lettori da cosa nasce il panzerotto e cosa proponete da Panzerotti Bites.
“Il panzerotto autentico pugliese nasce dalla semola di grano duro, ampiamente coltivata nella regione. Noi utilizziamo la farina 00, che è più diffusa negli States e ha un sapore molto più accomodante per il palato americano. Il nostro impasto raggiunge una maturazione di almeno 48 ore a temperatura controllata, e lievita per almeno 5 ore, in modo tale da essere morbido e digeribile. Abbiamo affinato le nostre competenze culinarie presso e ho studiato e conseguito il diploma di Pizzaiolo e in seguito di Esperta della Panzerotteria tradizionale, Gourmet, Impasti Alternativi e Panzerotti Dolci. Il nostro panzerotto viene impastato a mano e lavorato da Pasquale, il tutto in una cucina a vista. La ricerca del risultato perfetto ha impiegato molti mesi di prove, miglioramenti della forma e della ricetta e tante panzerottate tra amici per capire cosa ne pensassero. Apponiamo una lettera col pennarello alimentare sull’angolo del panzerotto che porta la prima lettera del gusto del panzerotto: C sta per Classic, S per Salame etc…”so you always know what’s inside”! Oltre ai tradizionali, abbiamo anche i panzerotti Gourmet. Una nuova versione del tradizionale; somiglia ad un sandwich e viene servito a temperatura ambiente, marchiato con il nostro logo. Serviamo anche la versione dolce, con Nutella e ricotta. Ogni settimana proponiamo degli impasti alternativi, come quello al cacao o al caffè per i panzerotti dolci, oppure curcuma o all’ortica, per stimolare la curiosità e il palato dei nostri clienti”.

Panzerotti2

Come avete pensato ad allestire il locale?
“Volevamo creare un’ atmosfera ospitale e rustica, per far sentire “a casa” i pugliesi emigrati a New York e per far vivere una emozione agli americani, che, entrando nel nostro locale possono accorciare le distanze con la Puglia. Sulle pareti ci sono due piatti di ceramica dipinta a mano di Grottaglie, setacci antichi, chiavi di ferro e mattarelli e ovviamente la rotellina taglia pasta. Le spighe di grano duro sono accomodate in una brocca sul counter e un quadro raffigurante uno scorcio di Ostuni occupa la parete accanto all’ingresso. Non potevamo non mettere due mattarelli come maniglie per la porta di ingresso. Abbiamo anche 4 poster illustrati che spiegano il panzerotto: dove è nato, come si prepara, come si mangia e una piccola cartina della Puglia. La cucina è a vista. Agli americani piace molto partecipare alla preparazione, anche solo visiva di un prodotto nuovo. Le pareti sono ricoperte da legno riciclato. La linea della preparazione è stata minuziosamente studiata da noi due, per consentire al un panzerotto di essere cucinato in soli 4 minuti, ottimizzando gli spazi e la preparazione. Anche se la cucina è chiusa da vetri, rimane sempre uno spazio aperto, ma non c’è cattivo odore nel locale, anzi, si sente un profumo di “cibo buono” che attira molte persone già dalla strada”.

Come è stato percepito il prodotto dalla clientela e cosa preferiscono gli americani?
“Sin dal primo giorno, gli americani sono molto incuriositi dal panzerotto. Alcuni più informati lo paragonano al primo approccio ad un calzone napoletano, altri più scaltramente mi dicono “ma sembra una empanada”. Ed è allora che inizio a spiegare cos’è un panzerotto pugliese, come è fatto e di cosa sa. Gli spieghiamo le varianti e i vari accostamenti. Una volta intesi, lo provano, e bite after bite, abbandonano il dubbio iniziale e si lasciano coinvolgere dalla bontà del prodotto, provandone altri e tornando altre volte, con gli amici e la famiglia. Ci fa molto piacere comunicare con loro e coinvolgerli, perché quando capiscono la qualità dell’authentic italian food, possiamo affermare di aver portato a termine la nostra missione del giorno!”.

Insegna panzerotti
La vetrina di Panzerotti bites in Smith street

A livello burocratico che difficoltà avete riscontrato?
“La burocrazia americana è efficiente, molto più snella di quella italiana. Per aprire un’attività servono tanti permessi e licenze, assicurazioni, figure professionali e tante ricerche personali per ottimizzare i risultati ed evitare gli sbagli. Le difficoltà maggiori sono state coordinare i construction works con le varie licenze, l’arrivo dell’equipment e tutto il resto. Ma la sfida principale è emergere dall’ombra che circonda la figura di “straniero”; senza una credit history noi italiani possiamo fare davvero poco, per cui se si è cittadini americani si è avvantaggiati, se si è stranieri (anche se con un visto) bisogna accontentarsi dei piccoli passetti che le leggi ti consentono di fare”.

Parlando di materie prime, voi su cosa puntate? Da dove vengono i vostri ingredienti?
“L’80% dei prodotti che usiamo provengono dalla Puglia: la farina, il sale di Margherita di Savoia, l’olio extra vergine di oliva, la passata di pomodoro e persino i pomodori sottolio. Non è facile reperirli qui a New York, ma abbiamo cercato a lungo ottenendo dei risultati. Siamo riusciti a reperire anche i funghi cardoncelli e la ricotta forte! Il nostro focus giornaliero è la qualità, partendo dall’impasto, seguendo la linea di preparazione, fino ad arrivare al prodotto finito. Cerchiamo di far sentire il cliente a casa, curando i minimi dettagli e sperando di essere all’altezza delle sue aspettative”.

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Il cibo è sempre più al centro dell’interesse comune, tra tv, social media…voi come avete sfruttato questi mezzi per lanciare la vostra attività?
“La pubblicità è la vita di un business, e ne siamo estremamente convinti. Tra migliaia di ristoranti a New York, non si può sperare che un cliente “inciampi” nel tuo locale, quindi è fondamentale farsi conoscere attraverso professionisti che ti aiutano a centrare il target di riferimento, soprattutto con un prodotto nuovo come il panzerotto. Siamo riusciti ad attirare l’attenzione di molte riviste americane. Per la stampa italiana è bastato un articolo per generare un flusso di interviste e articoli su di noi davvero inaspettati. Anche su Facebook abbiamo avuto moltissime condivisioni e tantissime persone ci hanno scritto privatamente facendoci un grande in bocca al lupo e mandandoci tanto affetto. Siamo davvero felici per questo “innamoramento” da parte degli italiani e dei pugliesi riguardo alla nostra storia e al nostro prodotto, nonché al nostro sogno. Sulle nostre pagine social, Facebook e Instagram siamo molto presenti, con post pubblicati giornalmente da Vittoria incentrati sulle novità del giorno, sul panzerotto e sugli impasti salutari, ovvero i weekly special. Agli americani fa molto piacere vedere un panzerotto cheesey, con una salsa di pomodoro autentica e uno street food tutto italiano, per cui abbiamo tante condivisioni e reazioni positive dai foodies”.

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Manuela Caracciolo

Manuela Caracciolo

Manuela Caracciolo, fin da bambina ha coltivato la passione per tutto ciò che è creazione ed espressione artistica. Dopo avere frequentato l’Istituto Europeo di Design a Torino e si diploma nel 2001 al Corso di Fashion & Textile Design, lavora per alcuni anni come stilista e graphic designer. Amante della creatività anche nel campo letterario, rispolvera la sua antica passione per la scrittura. E’ giornalista e reporter dal 2007 e collabora con il giornale locale Gazzetta d’Asti e altri fogli locali e con i magazines americani America24 del gruppo il Sole24ore e La Voce di New York scrivendo articoli di costume, arte e cultura. Si occupa di comunicazione per varie realtà associative nell’ambito dell’arte, della cultura , dell’enogastronomia. Ha partecipato e vinto numerosi riconoscimenti letterari con racconti e poesie e ha pubblicato nel 2011 una raccolta di racconti “Storie sole” per Carta e Penna edizioni . A gennaio 2017 è stato pubblicato il suo primo romanzo "Quella notte a Merciful street" edito da Trenta Editore.

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