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October 13, 2017
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Negli Stati Uniti il gelato made in italy diventa…mania !

Gli Americani si rivelano consumatori più consapevoli con un occhio di riguardo alla qualità delle materie prime

Manuela CaracciolobyManuela Caracciolo
ice cream
Time: 4 mins read

Un gelato al limon…e un’altra estate che se ne va…

Così canta il maestro Paolo Conte. E mentre  l’autunno è già cominciato si può fare una stima di come l’ inossidabile dolce Made in italy stia letteralmente spopolando in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, dove il dolce italiano viene consumato con più consapevolezza.

Oltre al consumo pro-capite, che si dice aggirarsi intorno ai 6,5 kg l’anno secondo i  calcoli della Coldiretti italiana, si parla anche di boom dell’ imprenditoria con negozi aperti in ogni continente, fino ad arrivare a 100mila, 39 mila solo nel bel paese con 150 mila addetti e un fatturato mondiale che ha sfiorato i 15 miliardi annui. E a New York spuntano spazi dedicati all’interno della grande distribuzione, come è successo per Vivoli, la stella del gelato fiorentino, che dal 2013 si può trovare in un corner del nuovo ristorante al sesto piano di Macy’s, nel cuore di Manhattan.

silvana vivoli
Silvana Vivoli nel corner di Macy’s
“Offriamo la stessa qualità di Firenze, producendo sul posto i nostri gelati con ingredienti sia italiani (nocciola, pistacchio, cacao) che locali – ci dice Silvana Vivoli direttamente dalla Grande Mela, dove si trova da qualche mese per organizzare l’apertura – perchè bisogna sfatare il mito che anche qui negli States non sia possibile trovare prodotti di alta qualità come la frutta di stagione”.

Da qualche tempo è arrivata a New York, precisamente a Park Slopes (Brooklyn), la gelateria brianzola l’Albero dei Gelati. Qui è stato costruito un negozio di 170mq che vende anche delikatessen come il caffè torrefatto a legna di Andrea Trinci, il pane da lievito madre,  vini naturali e biodinamici, olio extravergine) comunque in linea con le scelte bio e sostenibili dell’ottima gelateria italiana.

Coppetta dell'Alberto dei Gelati
Coppetta dell’Alberto dei Gelati

Insomma, il gelato italiano piace davvero a tutti, a passeggio, da asporto e anche a casa e se garantito dalla genuinità delle materie prime è considerato un alimento healthy. Un esempio è la presenza, da pochi giorni, del marchio L’Arte del Gelato, azienda siciliana da anni in America, tra gli scaffali del colosso della grande distribuzione Whole foods market.

Proprio dalla patria del gelato viene Francesco Realmuto, di cui avevamo già parlato qualche tempo fa, che dal 2005 ha affermato il prodotto in Usa. Siciliano doc, di Baucina,  a 19 anni vola a New York per lavorare nell’ edilizia e successivamente  si specializza nell’ arte orafa di  di tagliatore di gemme. La mission è cominciata nel 2005, con l’idea  di aprire una gelateria a New York, una delle prime in città: L’Arte del Gelato a Chelsea Market, nel Village. Francesco ha poi Fondato una fabbrica di gelato artigianale a Long Island. Lo abbiamo intervistato proprio in occasione dell’ apertura del suo corner nei punti vendita della catena.

Ci spieghi cosa ti ha portato a questo accordo e in cosa consiste ?

“Da agosto siamo presenti in alcuni punti Whole Foods sia a Manhattan che nel Queens con le nostre vaschette. E’ un obiettivo importante perché ci fa crescere come azienda, fa crescere la nostra nuova fabbrica a Long Island City e perché abbiamo lavorato affinchè un gelato italiano vero fosse presente in un importante catena alimentare come Whole Foods. Da oggi i nostri consumatori possono comprare e gustare a casa il  nostro gelato al supermercato oltre che venire in gelateria al Chelsea Market”.

arte del gelato
Francesco Realmuto dell’Arte del Gelato

L ‘approccio con il cibo quindi sta subendo una maturazione da parte del consumatore americano. Da imprenditore come comunichi i valori di unicità del prodotto?

“L’unicità consiste nell’autenticità delle ricette. Usiamo sia ingredienti locali, come il latte e la frutta, che importati dall’Italia, come il pistacchio siciliano, le nocciole piemontesi. Portiamo avanti l’idea del Made in italy intesa come sinonimo di qualità, attenzione al cibo e ai prodotti. Rimaniamo artigiani anche se la nostra produzione si è allargata con la piccola fabbrica di Long Island. Un luogo dove i macchinari usati per la pastorizzazione, mantecazione, omogenizzazione sono in linea con le più innovative tecnologie ma garantiscono comunque la salubrità degli ingredienti. Tutto questo è frutto della mia eredità italiana e quale modo più efficace  per richiamare e diffondere la nostra tradizione e la nostra cultura se non attraverso il gusto?”.

Quale la differenza tra Italia e Usa per quanto riguarda la tracciabilità, la stagionalità e la provenienza delle materie prime?

“Sono due sistemi diversi perché appartengono a due continenti diversi. In Italia vigono le normative europee mentre in America bisogna attenersi alle regole imposte dalla Food and Drug Administration. In generale c’è un controllo scrupoloso in tutto quello che viene importato negli Stati Uniti”.

barattolini
I barattolini in vendita da Whole Foods

Parlaci nel dettaglio del progetto Clean label.

“Insieme a Luciano Boron, il nostro responsabile della produzione e il suo team, abbiamo studiato una nuova etichetta “Clean Label” che certifica le caratteristiche dei nostri gelati  e dei nostri sorbetti e riflette alcuni standard che noi seguiamo scrupolosamente. Clean Label per noi significa prodotti senza coloranti, conservanti, aromi , dolcificanti, ormoni artificiali, senza organismi geneticamente modificati e soprattutto senza mono e digliceridi degli acidi grassi. I nostri Gelati sono gluten free, vegetariani e i sorbetti sono interamente vegani. Usiamo latte senza ormoni artificiali e la polpa dell’albero Baobab come addensante. è pressoché privo di grassi e, tra le altre cose, un ottimo antiossidante. L’idea di usarlo nasce dalla curiosità di trovare e provare ad eliminare ogni additivo chimico, (emulsionante,stabilizzante ed addensante) sostituendoli con fibre e proteine naturali in grado di svolgere la stessa funzione, senza però trascurare le qualità organolettiche e la struttura del gelato naturale. Il risultato è un dolce molto digeribile, leggero, con ottima spatolabilità e più naturale”.

 

 

 

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Manuela Caracciolo

Manuela Caracciolo

Manuela Caracciolo, fin da bambina ha coltivato la passione per tutto ciò che è creazione ed espressione artistica. Dopo avere frequentato l’Istituto Europeo di Design a Torino e si diploma nel 2001 al Corso di Fashion & Textile Design, lavora per alcuni anni come stilista e graphic designer. Amante della creatività anche nel campo letterario, rispolvera la sua antica passione per la scrittura. E’ giornalista e reporter dal 2007 e collabora con il giornale locale Gazzetta d’Asti e altri fogli locali e con i magazines americani America24 del gruppo il Sole24ore e La Voce di New York scrivendo articoli di costume, arte e cultura. Si occupa di comunicazione per varie realtà associative nell’ambito dell’arte, della cultura , dell’enogastronomia. Ha partecipato e vinto numerosi riconoscimenti letterari con racconti e poesie e ha pubblicato nel 2011 una raccolta di racconti “Storie sole” per Carta e Penna edizioni . A gennaio 2017 è stato pubblicato il suo primo romanzo "Quella notte a Merciful street" edito da Trenta Editore.

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