Un incontro; una lettura; una chiacchierata; delle risate; delle importanti riflessioni. Questo è stato della serata alla Casa Italiana Zerilli – Marimò della New York University di Martedì sera, la prima delle tre serate, chiamate “Women in Comedy Theatre”, dedicate alla figura della donna nel panorama della commedia non solo teatrale. Ci si è addentrati, in questa occasione, nello scenario italiano dell’ultimo secolo. L’introduzione di Laura Caparrotti ci spiega la nascita del cabaret a Parigi nel 1881 e ci trasporta fino ai giorni nostri ricordandoci i nomi più importanti che hanno segnato la commedia e la tv italiana al femminile, tra questi quello di Franca Valeri che quest’anno compirà 100 anni e che ha scelto Lella Costa (la protagonista della serata) per portare in scena, a Giugno, al teatro di Siracusa il suo monologo “La Vedova di Socrate”, ispirato a un breve testo di Dürrenmatt. Al centro della vicenda la signora Socrate, Santippe, vedova non troppo inconsolabile che porta avanti con destrezza la sua bottega antiquaria dove traffica falsi e nasconde sculture. L’artista unica del panorama italiano propone con la devastante ironia di sempre un altro ritratto al femminile che va ad impreziosire una galleria di personaggi unici e indimenticabili, primo fra tutti “La figlia della sora Augusta, quella Maritata Cecioni” di televisiva memoria. Ce la presenta appunto Lella Costa, attrice e scrittrice italiana che emozionata ci racconta, attraverso le sue letture, il suo punto di vista deciso e femminile. Con tono sicuro, buffo e sarcastico la protagonista interpreta parte di un testo del suo “Alice. Una meraviglia di paese” dipingendo così il contesto.
L’ironia e la donna sono i soggetti, la commedia è il punto d’incontro dei due soggetti in questione. La protagonista cita lo scrittore Romain Gary e ci invita alla riflessione:
“L’ironia è una dichiarazione di dignità. È l’affermazione della superiorità dell’essere umano su quello che gli capita.”
L’attrice descrive la difficoltà ed insieme la meraviglia di poter raccontare la società agli spettatori protagonisti della stessa, e di conseguenza diretti intenditori delle emozioni raccontate in un testo comico. Si sottolinea l’importanza di cogliere il reale spirito e carattere dell’attimo presente, renderlo ironico per intenderlo da un’altra curiosa prospettiva e farne la principale chiave di lettura del reale momento.
“Ma le donne son capaci di tale ironia? Esiste la comicità femminile? Ma il tempo? Quanto tempo ha la donna per dedicarsi a ciò? La donna ha diritto al proprio tempo? L’8 Marzo sì, sarà unico come tutti gli anni! Ma la donna in realtà è davvero adeguata? Questo senso di costante e sensibile insicurezza non è certo privo di fondamento…”
Con queste domande ed affermazioni la protagonista mette in rilievo la marginale posizione della donna anche nel mondo della commedia.
E’ un forte limite che confina tutti. Visto con l’occhio del genuino e importante racconto è un neo che vela e mette a tacere lo sguardo femminile nella e verso la società.
E con un arrivederci al prossimo evento della trilogia in corso, si conclude la serata.