Ogni anno In Scena! Italian Theater Festival NY dedica il festival ad una personalità della cultura italiana conosciuta in tutto il mondo. Quest’anno, in occasione del 40° anniversario della sua morte, il festival apre con una lettura di e su Pier Paolo Pasolini. Abbiamo intervistato Marco Calvani, regista della lettura che si terrà il 4 maggio alle ore 6 pm alla Casa Italiana Zerilli-Marimò e che vedrà protagonisti Rocco Sisto, Carlotta Brentan e Jacopo Rampini.
Pasolini: chi era costui per te?
Pasolini per me è un maestro. Un grande uomo che si è fatto strumento della propria vocazione, fino alla fine. Un artista così libero nella sua disperazione da diventare quasi un martire. La maniera con la quale ha messo il suo privato a servizio della sua arte è per me continua fonte di ispirazione. Le sue storie, i suoi personaggi sono pure allegorie intrise di anima e di politica, per me magica combinazione.
Che tipo di omaggio hai pensato?
Ho pensato ad un omaggio molto dinamico, a tre voci, di cui una femminile. Essendo a New York mi sono ricordato del viaggio che Pasolini fece qui nel 1966, ospite di un festival cinematografico, e nel corso del quale passò molto tempo con Oriana Fallaci, che allora già viveva qui. Dai loro incontri e le loro passeggiate ne nacque allora una vivida e limpida intervista che la Fallaci tirò giù per l'Europeo. Io ho scelto di partire da quell'intervista, da quel dialogo che nel mio homage diventa più una conversazione amicale, un filo conduttore, una scusa per entrare dentro la scrittura di Pasolini (di cui si assaggeranno poesie, scritti, diari, aforismi, editoriali) e dentro la sua umanità. Omaggiare un autore immenso come Pasolini in 40 minuti è sì un onore, ma anche una sfida.
L’importanza di Pasolini ieri come oggi…?

Oriana Fallaci a New York
L'importanza di Pasolini nel panorama della letteratura, della cinematografia, della linguistica non potrà mai tramontare. È stata una figura essenziale, un intellettuale feroce, un pensatore coerente. La varietà espressiva con cui ha “sfogato” il suo pensiero e il suo tormento è ancora unica al mondo. Non è facilmente rintracciabile, neppure al giorno d'oggi, tanta capacità di indignazione e altrettanta necessità di rivelarla.
Pasolini è ancora difficile e scomodo oggi?
Lo è sicuramente meno di allora. Al suo tempo, un corpo nudo era scandaloso e l'essere omosessuale un sacrilegio. Abbiamo fatto passi da giganti. Ma la nostra società non si è davvero evoluta come immaginiamo o come vorremmo, e il peccato, la vergogna, sono ancora tristi pilastri su cui si fondano le nostre comunità, specialmente quella italiana. Va da sé quanto i suoi film risultino ancora violenti, quanto parlino ancora così fortemente alle nostre coscienze da far venir voglia di diventare ciechi, o ancora meglio di aprire gli occhi e scendere in piazza. Le sue opere più contraddittorie fanno ancora male. Sono ancora più dolorose oggi nel mostrarci che non siamo andati da nessun'altra parte…. Guardare Teorema, Salo, leggersi gli Scritti Corsari o Petrolio non è una semplice passeggiata letteraria, ma una forma assoluta di umana e artistica vendetta.
Pensi che i giovani d’oggi lo possano capire?
I giovani di oggi non mancano di alcuno strumento per capire un autore come Pasolini. Quello che forse è sempre più assente è il sentimento collettivo di una causa comune. Ma, ahimè, questa è la tragedia dei nostri tempi. Eppure, se si coltiva quello, le parole di Pasolini ti entrano dentro e lì restano. Non si può capire la Ballata delle madri senza soffrire l'apatia di un paese intero.
Si potrebbe fare di più per far conoscere Pasolini all’estero? E in Italia…?
Si potrebbe fare di più sia all'estero che in Italia. Ma ad esempio, negli ultimi anni c'è stata una bellissima mostra intitola Pasolini a Roma che ha fatto il giro del mondo. Io la vidi alla Cinemateque di Parigi, ed era straordinaria, oltre che gremita. Proprio in questi giorni mi chiedevo se Pasolini fosse entrato (finalmente) nel piano di studio delle scuole superiori. Dovrebbe, di diritto. Ma nei licei italiani si ha ancora paura dei distributori di preservativi nei corridoi… Non so se mi spiego.

Marco Calvani (Foto: Massimiliano De Persio)
Marco Calvani ha fatto il suo debutto come drammaturgo nel 2002 con Quasi, commissionato dal Social Forum Europeo. Mani forti è stato il primo testo ad essere stato tradotto ed portato in scena con grande successo in tutta Europa. The City Beneath ha avuto il suo debutto a New York presso il Sage Theater nel 2009. Nello stesso anno ha anche scritto e diretto Penelope in Groznyj eseguito a Berlino al Kunsthaus Tacheles e partecipato come ospite europeo al Festival internazionale Ubud di Bali.
Nel 2011 ha vinto una residenza presso la Cité Internationale des Arts di Parigi ed è stato invitato dal Théâtre de la Ville a rappresentare l'Italia in un progetto internazionale di scrittura. Nello stesso anno è stato insignito del Premio Siae come miglior drammaturgo al Festival di Spoleto Festival di Spoleto.
Nel 2012 per la prima AdA ha scritto Cose di questo mondo diretto da Neil LaBute.
Nel 2013 il Teatro Metastasio Stabile della Toscana ha organizzato una retrospettiva del suo lavoro per il quale ha scritto e diretto Io sono Dracula. Nel 2013 Glory Kadigan ha diretto la premiere di New York del suo gioco Oil, per il quale gli è stato conferito il premio come miglior drammaturgia presso Connections Planet Theater Festivity Awards. È il fondatore e il direttore artistico di MIXO, un centro culturale internazionale che riunisce giovani attori e scrittori e promuove opere originali per palcoscenico e schermo. Membro della Dramatists Guild of America, le sue opere sono state tradotte ed eseguite in sei lingue.