“Guardali, che belli che sono”, mi dice la mia amica mentre osserva i suoi figli giocare con altri bambini. Un gruppo chiassoso, c’è anche qualche adolescente. “Sono nati a Las Vegas, New York, in Messico, parlano inglese, spagnolo ma soprattutto italiano”. La conversazione avviene in un parco di Las Vegas, se fuori ci sono ancora 30 gradi ed è quasi novembre il parco è un imperativo. Genitori italiani, coppie miste, genitori nati altrove ma dalle radici italiane, con figli nati un po’ ovunque nel mondo, come spesso avviene quando si lascia l’Italia per lavoro o per seguire il lavoro del proprio marito. Uniti dal desiderio di non perdere almeno l’eredità linguistica. Casa Italiana Las Vegas è nata da questo desiderio.
Per quanto suoni strano, a Las Vegas, che di italiani comunque ne conta, un centro culturale italiano, che insegnasse la lingua non si era mai avuto. E quello che non c’è si crea, così da quasi due anni, a Las Vegas, esiste Cilv – casa italiana Las Vegas – una no profit, mandata avanti quasi esclusivamente da volontari che con eventi culturali, classi di italiano per adulti e bambini arricchisce Las Vegas con il meglio che l’Italia offre con la sua lingua, arte, cucina, e talenti. Cilv è stato il primo istituto a Las Vegas a introdurre le classi “mommy and me”, dove bambini tra i due e i quattro anni vengono esposti a frasi in italiano attraverso la metodologia del gioco, delle canzoni o delle storie in rima.

Le lezioni di italiano, per bambini in età scolare, seguono la metodologia didattica del Reggio Emilia approach. A Cilv, infatti, c’è un pezzo importante di Reggio Emilia, quel sistema educativo creato da Loris Malaguzzi che ha fatto conoscere la città padana al mondo e che viene riprodotto anche in diverse scuole per l’infanzia americane. Il bambino a Cilv impara l’italiano attraverso l’arte, la scienza, l’utilizzo di oggetti riciclati con il quale crea, il tutto immerso in un contesto in cui gli insegnanti parlano solo in italiano. Presidente e fondatore di Casa italiana Las Vegas è l’avvocato Marc Randazza, un italo americano che, da autodidatta, quando aveva vent’anni, ha imparato la lingua dei suoi nonni e che si è reinventato insegnate di italiano per i suoi due bambini e per sua moglie americana. “Mi trasferii in Italia per imparare la lingua – racconta- i miei nonni di Terrasini parlavano in dialetto e anche in italiano, mentre i miei genitori non sapevano una parola d’italiano. Mi misi in testa che dovevo colmare quel vuoto linguistico”.

A un anno dalla sua inaugurazione, Cilv ha quasi completato un secondo corso di italiano per bambini e per adulti promuovendo in contemporanea altre iniziative culturali, come la presentazione di documentari e film in lingua italiana. Da qui alla fine dell’anno, Cilv ha un calendario pieno di eventi culturali, volti a una platea più eterogenea di italiani e italofili. Anche picnic e karaoke sono un modo per diffondere l’italianità.
Cilv collabora con il College of Southern Nevada per la visione di film italiani in lingua originale, mentre con Salotto italiano ospita artisi, chef, rappresentati della cultura che, due volte al mese, offrono conversazioni su arte, cibo, tradizioni. Una delle prossime lectures sarà sul tartufo nero e bianco, con relatore Francesco Mazzini, Director of Business Development for Urbani Us. Direttore esecutivo è Antonio Stefanìa che, in Italia, era a capo di un’azienda di costruzioni e a Las Vegas ha messo a disposizione di Casa Italiana le sue esperienze manageriali.
Casa Italiana Di Las Vegas è stata fondata con lo specifico intento di diffondere la cultura italiana al di fuori dei suoi confini nazionali. Il credo che ha portato all’apertura di questa scuola è che la cultura italiana appartenga non solo agli italiani ma a tutti coloro che hanno il desiderio di conoscerla.