Matilde Serao, Anna Maria Ortese, Gina Lagorio, Oriana Fallaci sono i nomi di alcune tra le più apprezzate scrittrici in Italia: donne che hanno raccontato, attraverso la loro fervida attività, la condizione femminile tra il XIX e il XX secolo e che hanno contribuito a cambiare il ruolo delle donne nella letteratura e nel giornalismo. I temi che affrontano con le loro parole abbracciano un ampio ventaglio di argomenti: la rabbia, l'amore, la disillusione, l'amicizia, la vita familiare, i problemi e l'impegno sociale, la condizione della donna in Italia e l'impatto della famiglia sulla cultura italiana.
Una panoramica su queste quattro voci femminili è stata presentata giovedì 23 ottobre, all'Istituto Italiano di Cultura, nel corso di un incontro dal titolo Italian Women Writers between Journalism and Litterature. I relatori presenti alla conferenza – Gabriella Romani, Andrea Baldi, Pietro Frassica, Teresa Fiore – hanno tratteggiato quattro diversi ritratti che riflettono la varietà, il dinamismo e la creatività delle donne scrittrici ai giorni odierni in Italia, che a dispetto della qualità e della quantità del loro lavoro, solo di rencente hanno cominciato a ricevere l'attenzione che meritano dalla critica al di fuori dell'Italia.
Il panel inizia con l'intervento di Gabriella Romani (Seton Hall University), che ha introdotto il lavoro di Matilde Serao (1856-1927), la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano, Il Mattino: gran parte della sua produzione, difatti, ruota attorno alla forte relazione con la città e gli abitanti di Napoli.
"Il lavoro della Serao – ha spiegato Gabriella Romani – deve essere letto nel contesto post-unificazione dell'Italia durante la metà dell'Ottocento, dove la figura della donna scrittrice era assolutamente emergente. Serao non era la prima donna giornalista in Italia, ma certamente la prima ad avere raggiunto una posizione di rilievo nel campo del giornalismo italiano". Madre di cinque figli – quattro avuti dal primo matrimonio, uno dal secondo – Matilde Serao è stata una delle più influenti donne dell'informazione italiana di quel periodo.
Romani introduce il lavoro della Serao attraverso una serie di riferimenti a La virtù di Checchina, opera che ben sintetizza uno dei temi centrali del suo lavoro, la lotta tra desiderio e senso del dovere: la storia si incentra sul possibile adulterio della protagonista, oscillando fra la banalità di una vita borghese e il sogno di un'esistenza meravigliosa e al di sopra delle proprie possibilità.
È toccato invece ad Andrea Baldi (Rutgers University) introdurre la figura di Anna Maria Ortese (1914-1998) che ha in comune con la Serao la connessione con la città di Napoli. Formazione da autodidatta, Ortese si sposta da Napoli a Milano per continuare il lavoro di giornalista e scrittrice, dove, ha raccontato Baldi, "ha indagato il backstage della modernità e la brutalità dell'ordinario, attraverso le cronache di luoghi transitori come le stazioni dei treni, o luoghi della marginalità come i riformatori". Nell'opera Silenzio a Milano la scrittrice racconta la fredda realtà delle case albergo, frequentate da persone della lower class. In questi alloggi per coloro i quali vengono da fuori città, "la solitudine diventa un obbligo e l’isolamento diventa una condizione difficile da sopportare in una città sconosciuta, dove le dinamiche imperanti si andavano sempre più uniformando al credo economico e del denaro" ha spiegato Baldi.
A presentare il lavoro di Gina Lagorio è Pietro Frassica (Università di Princeton) (1922-2005). Nata in Piemonte, terra di Pavese, Fenoglio e Primo Levi, Lagorio ha vissuto parte della sua vita tra la regione natia, la Liguria e Lombardia, Milano in particolare. Scrittrice passionale, incentra il suo lavoro sulle esperienze di vita: è particolare il rapporto che instaura con i suoi personaggi, che ben riflettono la sua opinione della vita e dell'esistenza.
Nell'opera La spiaggia del lupo la protagonista Angela è una donna incinta che non vuole abortire e non vuole vivere con il padre del figlio e che, a dispetto delle conseguenze, decide di vivere da sola, di lavorare per mantenere se stessa e il figlio, rimanendo fedele a se stessa. Secondo Frassica, le esperienze della vita di ogni giorno sono per Lagorio il pretesto per parlare dei problemi sociali di quegli anni: “Essendo donna e scrittrice ho sempre avuto la liberazione della donna come obiettivo”, è una delle frasi più rivelatrici dell'impegno della scrittrice ricordate da Frassica nel suo intervento.
Infine, Teresa Fiore (Montclair University) illustra il lavoro Oriana Fallaci (1929-2006): "Una delle più importanti giornaliste del XX secolo, non solo a livello italiano ma anche internazionale, tanto che molti personaggi pubblici volevano essere intervistati da lei, mentre, allo stesso tempo, temevano il suo stile diretto e schietto nel porre le proprie domande". È sopratutto con il lavoro svolto come corrispondente di guerra durante la guerra del Vietnam che Oriana Fallaci inizia a divenire nota: Teresa Fiore ha descritto gli aspetti salienti del lavoro di Oriana Fallaci come giornalista e scrittrice, sottolineando alcuni specifici temi come il rapporto tra la rabbia e l'orgoglio (titolo di una delle sue ultime opere, il controverso libro seguito all'attacco alle Torri gemelle), il rapporto tra giornalismo e letteratura, la sua posizione come donna e pensatore, la relazione con gli Stati Uniti e con l'Islam: “Dico quello che devo dire. La rabbia e l'orgoglio mi costringono a farlo. Una chiara consapevolezza e la mia età me lo permettono. Ma adesso devo tornare al mio lavoro e non voglio essere disturbata. Punto e basta” .
“L'occasione della conferenza potrebbe essere il punto d'inizio di una ricerca sulla genealogia della produzione delle donne scrittrici italiane, ricerca che ha come obiettivo quello di far luce su figure letterarie italiane ancora poco conosciute fuori dall'Italia, permettendo di far conoscere e apprezzare le opere al di fuori dei confini nazionali”, hanno commentato i relatori a La VOCE e al pubblico presente.