Domenica prossima, 5 settembre, si inaugura il supersalone, ovvero questa inedita versione del Salone del Mobile. Milano che innova la formula inserendo la possibilità dal primo giorno di essere aperto a tutti. Ci saranno dibattiti con grandi designer mondiali, mostre in collaborazione con l’ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale, chef stellati in nome del food design. Una grande scommessa che sa di ripartenza per Milano, che si conferma capitale mondiale del design: a distanza di 29 mesi dall’aprile 2019, data dell’ultimo Salone del Mobile, tra pochi giorni si potranno vedere e toccare con mano i prodotti realizzati da oltre 400 aziende del settore durante il periodo della pandemia. E anche prenotare l’acquisto on line con il nuovo portale del Salone (www.salonemilano.it), che in questo modo farà vivere tutto l’anno la manifestazione.
La Voce di New York è andata a chiedere ai tre principali artefici del supersalone di raccontare quanto è importante New York e l’America per i nostri creativi e per le nostre aziende: e qui parlano Maria Porro, giovane presidente del Salone del Mobile.Milano, nominata poco più di un mese fa, da anni impegnata del marketing dell’azienda di famiglia che ha quasi 100 anni di attività. E poi Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, la federazione che organizza il Salone di Milano e raccoglie le aziende del settore: per capirci, solo nel macrosistema “arredamento e illuminazione” fatturano complessivamente oltre 21 miliardi di euro, 11 dei quali provenienti dall’export. Infine abbiamo intervistato l’architetto Stefano Boeri, curatore del supersalone insieme a un team internazionale di co-progettisti – Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth e Marco Ferrari ed Elisa Pasqual di Studio Folder – in collaborazione con Giorgio Donà, co-founder e direttore di Stefano Boeri Interiors. Ha accettato quattro mesi fa la sfida di cambiare format che sta per presentare all’Itaalia e al mondo. C’è grande attesa.

“Agli americani, agli italiani di New York, posso dire che nel design e nell’arredamento c’è bisogno di fare esperienza, e quindi di toccare, di sedersi, di vivere e avere la percezione delle proporzioni e scoprire la grande qualità dei nostri prodotti, che si apprezza se si fa esperienza”, spiega la presidente del Salone del Mobile, Maria Porro. “È vero che il Covid ci ha insegnato a diventare più digitali, a essere vicini anche se lontani: però io penso che valga davvero la pena di fare esperienza qui, a Milano, nella capitale mondiale del design. Per questo evento inedito, un po’ come una meteora, che però è un segnale importante di tante cose che sono l’essenza del design made in Italy”.
E cita la formazione e le migliori università del design nel mondo, che saranno presenti al supersalone con i loro migliori studenti per ricevere qui la loro graduation. E poi la storia, l’heritage, e quindi la mostra sulla sedia organizzata con l’ADI-Compasso d’Oro. Infine i brand e le centinaia di aziende che hanno sempre trovato nel mercato americano un mercato florido.
Continua Porro: “Lo dico anche per la mia azienda: il nostro primo cliente americano è stato il signor Nazir Kassamali, che ha iniziato con un piccolo negozio ed è poi diventato uno dei più importanti dealer degli Stati Uniti, tanto che la sua azienda è stata poi comprata dal Gruppo Haworth. Lui è arrivato al nostro stand al Salone del Mobile negli anni Ottanta. Questo rapporto del mondo del design italiano con il mercato americano avviene qui, al Salone, perché quello è il luogo degli incontri: e questa reazione chimica che avviene lì è qualcosa di davvero speciale. Quindi, ai nostri connazionali a New York, dico: venite a Milano, torniamo a incontrarci lì”.
Poi una considerazione sul ruolo che ha sempre avuto New York: “Le aziende – continua Porro – sono molto di più dei singoli prodotti. Avere la possibilità di poterli presentare in una città come NYC, che è un unicum al mondo, di raccontare la propria identità come azienda attraverso il concept e il total look, è sempre stato molto importante per le nostre aziende. É un punto di riferimento per il settore ed una grandissima fonte di ispirazione: noi siamo delle spugne, gli architetti e i designer sono delle spugne, e NYC è un luogo che ha sempre dato grandi stimoli perché ha musei tra i più belli al mondo ed è una città in continua evoluzione”.
“New York ha questo doppio ruolo: presentarci come aziende, in tutto e per tutto, ma anche ispirare. Pensiamo a Gaetano Pesce che vive lì da tanti anni e che ha progettato una serie di sedute ispirate al tramonto e alla notte di New York. Vuole sapere qual è la cosa che amo fare di più fare a NYC? Andare al mercato dei fiori e comprare tanti fiori colorati da mettere nel nostro showroom, perché quello è per me uno dei mercati più belli al mondo. Lo facevo sempre quando venivo a maggio per la settimana del design newyorchese…”.

Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, introduce il tema dell’internazionalità del Salone del Mobile. “Quando abbiamo pensato al supersalone avevamo ben presente il tema di chi poteva arrivare a Milano dall’estero. Non tanto dall’Europa, perché siamo confidenti che da qui avremo buone presenze, quanto dall’America. Ed è questo il continente che sta rispondendo meglio tra quelli lontani, di certo meglio dell’Asia, con la Cina che è ancora chiusa. Questa risposta americana arriva in virtù di una ripresa globale – anche se vedremo gli effetti che avrà purtroppo la crisi afghana – e anche in vista di un megapiano di ripartenza dell’economia interna lanciato da Biden”. Continua Feltrin: “Ad oggi abbiamo segnali di conferma che c’è molto interesse da parte del mercato americano a venire a vedere la nostra kermesse. Quindi invitiamo gli americani, anche magari più tentennanti, a venire, perché avranno la possibilità dii vedere un sunto di tutti i prodotti che sono stati creati negli ultimi due anni e che non sono stati mai presentati in nessuna fiera. I manufatti bisogna provarli, toccarli, vederli: il virtuale aiuta ma non è certo il principale modo per vendere i nostri prodotti. Il Salone ha appena lanciato il suo portale digitale, che è eccezionale sia sotto l’aspetto pratico sia sotto quello editoriale, e soprattutto ha l’obiettivo di diventare – come il Salone fisico – il portale leader del settore del design. Con l’obiettivo di far vivere questa manifestazione 365 giorni all’anno e con la possibilità per le aziende di inserire i loro stand con i prodotti. Infine – conclude Feltrin – penso che avremo una buona risposta dall’America e invitiamo gli italiani di New York a venire a Milano a provare i prodotti. Ne vale la pena. L’ultimo salone era ad aprile 2019 e ora siamo a settembre 2021”.

Stefano Boeri, l’architetto del Bosco verticale, nonché presidente della Triennale di Milano, è di certo un uomo che ama le sfide. Ha accettato a fine aprile di organizzare in quattro mesi un salone del mobile con un format assolutamente inedito, il supersalone appunto.
“Conosco la Voce di New York – spiega Boeri – e attraverso questo sito di informazione voglio dire ai nostri connazionali che devono essere orgogliosi che l’Italia e Milano si confermino la capitale del design nel mondo. Anche in un momento difficile come questo, Milano e l’Italia ci sono e hanno anche il coraggio di proporre qualcosa di nuovo: perché è nei momenti di difficoltà che possono scaturire opportunità straordinarie per sperimentare cose nuove. E questo è un po’ quello che facciamo quest’anno”.
“Per Milano inizia un periodo di rinascita – continua Boeri – e dopo il Salone e il Fuorisalone ci sono altre fiere, a cominciare da MiArt. Già in questi giorni Milano è tornata a essere una città piena di turisti e questo mi rende felice. Noi vi aspettiamo a Milano e anche in Triennale, dove ci sono tante mostre e una anche sulla storia del Salone del Mobile: nella prima immagine del 1961 c’è la foto dei fondatori, che sono tutti uomini. E oggi invece la presidente è una giovane donna come Maria Porro. E anche questo passaggio, a distanza di sessant’anni, è straordinario”.