Quella di Andrea Commodi, pittore fiorentino vissuto tra il 1560 e il 1638, è stata una vita artistica sempre alla rincorsa. Diviso tra la passione per l’arte di Michelangelo e l’ossessione di volerne eguagliare l’opera, Commodi ha sempre cercato di essere all’altezza di chi, per lui, ha rappresentato una guida e un esempio. Colto, studioso, anticonformista nell’animo e sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni, l’eredità artistica di Commodi – molto amato dai suoi contemporanei – non è mai stata valorizzata dalla storia come, viceversa, avrebbe meritato. E all’Istituto Italiano di Cultura di New York, martedì 12 dicembre, è stata celebrata proprio quell’eredità, rimasta a lungo nascosta al pubblico internazionale. Nei giorni in cui, sempre a New York, il Metropolitan Museum of Art sta celebrando proprio Michelangelo, con la mostra “Michelangelo: Divine Draftsman & Designer”, all’Istituto è stata infatti inaugurata “Un’ossessione per Michelangelo: La Caduta degli Angeli Ribelli”.

“Tutti gli anni attorno alle feste organizziamo una mostra basata su un quadro, che sia collegata a un anniversario o a un evento culturale importante che sta avvenendo in città: quest’anno il riferimento è stato proprio la mostra di Michelangelo al Met”, ha spiegato a La Voce di New York il direttore dell’istituto Italiano Giorgio van Straten, che ha sottolineato: “Ci siamo chiesti, in un primo momento, se fosse il caso di portare qui proprio un’opera di Michelangelo, sarebbe stato straordinario. Ma abbiamo deciso per un’altra strada: un’altra opera forte, come quella di Commodi, e connessa a Michelangelo, ma al tempo stesso capace di una sua autonomia”.

Il quadro su cui si è basata l’esposizione, visitabile fino all’11 gennaio 2018 all’Istituto Italiano di Cultura e a cura di Elena Carrara, è “La Caduta degli Angeli Ribelli”. Un bozzetto che Andrea Commodi realizzò quando ebbe l’opportunità, unica, di misurare la propria arte con quella del maestro, Michelangelo. Era il 1621 e papa Paolo V commissionò al Commodi di decorare la cappella del palazzo in cui viveva (oggi Palazzo del Quirinale), con un lavoro che potesse paragonarsi al meraviglioso “Giudizio Universale” di Michelangelo, nella Cappella Sistina. Commodi iniziò l’opera e realizzò lo studio preparatorio (in mostra oggi all’Istituto Italiano di Cultura newyorkese come prestito eccezionale da Palazzo Pitti a Firenze, dove solitamente è esposto), salvo poi rinunciare e abbandonare il progetto. “Una storia narrativa forte – ha commentato Giorgio van Straten. L’aspetto della rinuncia mi ha colpito particolarmente. Un uomo con una preparazione artistica straordinaria, che ha l’ambizione di confrontarsi con l’inconfrontabile, e che di fronte all’occasione di farlo vi rinuncia con umiltà, probabilmente per lo sconforto, pur riproducendo un bozzetto straordinario e molto moderno”.
All’inaugurazione della mostra, a cui ha partecipato il Console Generale d’Italia a New York Francesco Genuardi, e anche Carmen Bambach (curatrice della mostra di Michelangelo al Met), sono stati anche esposti una serie di disegni tratti dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze.