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Arte e Design
October 4, 2017
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A New York i “disegni per l’eternità”, da Leonardo a Picasso

Per i fanatici del disegno, a Manhattan, due imponenti esposizioni al Metropolitan e alla Morgan Library, aperte fino a gennaio 2018

Mauro LucentinibyMauro Lucentini
A New York i “disegni per l’eternità”, da Leonardo a Picasso

Dürer, Autoritratto, studio di mano e cuscino, 1493 (Robert Lehman Collection)

Time: 3 mins read

Per chi, come il sottoscritto e molti altri, anela all’immediatezza e freschezza del disegno, un medium che è anche stato definito la fondazione di tutte le arti, questo è assolutamente il momento giusto di essere a Manhattan. Sono infatti in corso non una ma due straordinarie mostre interamente destinate al disegno, tratte da due delle più colossali collezioni di disegni esistenti al mondo. Un avvenimento, che io sappia, che non ha precedenti. La prima di queste due mostre si è aperta al Metropolitan Museum ed esibisce, per la prima volta, una selezione di sessanta opere tratte dalla collezione di oltre 700 fogli donata al museo, insieme al resto della sua vastissima raccolta d’arte, da un noto finanziere di Wall Street e intitolata “Leonardo to Matisse: Master Drawings from the Robert Lehman collection”.

La seconda mostra è aperta già da qualche giorno alla Morgan Library and Museum, quella che fu la casa del magnate dell’acciaio J. Pierpont Morgan e oggi è uno dei più raffinati e attivi musei d’America. Si chiama: “Drawn to Greatness: Master Drawings from the Thaw Collection”, un titolo la cui prima parte è basata sul doppio senso della parola “drawn”, che può significare “disegnato” ma anche “portato” (alla grandezza), e che io tradurrei liberamente in: “disegni per l’eternità”. Poi il titolo dice che anche in questo caso si tratta di una selezione dal dono di un grande collezionista d’arte fatto al museo, dono che in questo caso è stato fatto poco tempo fa da parte dell’importante gallerista Eugene V. Thaw e sua moglie Clare, tuttora viventi. Anche questa raccolta è di dimensioni enciclopediche – 400 fogli – e la parte che ne viene esposta è ben 150 fogli, cioè quasi il triplo di quelli esibiti al Metropolitan.

Francisco Goya, “Dejalo todo a la probidencia” (Thaw Collection, The Morgan Library & Museum)

Nell’insieme, gli amatori del disegno hanno da trascorrere settimane in estasi, anche perché non soltanto la quantità, ma la qualità delle opere è impareggiabile. Ogni scuola, ogni tecnica, ogni stile del disegno è rappresentato, da quando, per la prima volta, il disegno ha cominciato nel Rinascimento a essere usato come via di preparazione per opere più complesse come  il dipinto o l’incisione o la vetrata o la stoffa; e poi nel XVIII secolo, quando il disegno ha cominciato a essere creato come opera finita in sé stessa, e fino ai giorni nostri.

Mettendo insieme le due mostre, la lista degli autori sembra l’indice di un manuale di storia dell’arte e non solo i grandi, ma i grandissimi sono quasi tutti presenti, da Mantegna a Leonardo (lo schizzo di un orsacchiotto), da Dürer a Rembrandt, dai due Tiepolo a Guardi, da Goya a Ingres, da Constable a Turner, da Seurat a Matisse, da Cézanne a Picasso. Dire quale, delle due gigantesche mostre, sia superiore all’altra è difficile e in certo modo inutile, ma a chi desiderasse il mio parere vorrei dire che pur avendo la collezione del relativamente giovane finanziere Robert Lehman, il simpatico “Bobbie” ben noto negli ambienti dell’alta società newyorkese, beneficiato dalla consulenza del grande conoscitore Bernard Berenson, l’occhio di lince del gallerista Thaw, che ha formato la sua collezione soprattutto attraverso le aste, sembra aver assicurato alla storia opere veramente sublimi ed impareggiabili.

Per ultimo, una notizia che rallegrerà ancora di più i fanatici del disegno: i curatori del Louvre hanno comunicato ai colleghi americani di aver ripreso lo studio del disegno noto come “Donna Vanna” o come “Donna Lisa Ignuda” che, misteriosamente apparso a metà ottocento sul mercato dell’arte, suscita da allora l’interrogativo se si tratti veramente di un disegno di Leonardo da Vinci, come ritenuto da alcuni, forse preparatorio al suo capolavoro, la Monna Lisa conservata come si sa al Louvre; oppure no, o magari sia un disegno di scuola. La carta è sicuramente dell’epoca e il disegno leonardesco; ma molti considerano il segno non compatibile con la mano di un mancino, come era appunto quella del grande maestro. Lo studio verrà completato in tempo per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo, nel 2019.

Entrambe le mostre chiuderanno il 7 gennaio 2018.

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Mauro Lucentini

Mauro Lucentini

Sono nato e vissuto a Roma che però ho abbandonato più di mezzo secolo fa per fare il giornalista in varie parti del mondo. Ne ho tratto una specie di complesso di colpa nei confronti della mia città natale, complesso che ho un po’ alleviato scrivendo da lontano una Grande Guida di Roma, che si vende in diverse lingue in diversi paesi. A New York venni per rimanerci tre o quattro anni, invece ci incontrai la ragazza più carina e dolce del mondo così ci sono rimasto, mettendo su, come si suol dire, famiglia. Lei però, pur essendo tanto più giovane di me, è poi scomparsa come un fiorellino che muore. In questa lunga carriera, cominciata quasi da bambino, ho sempre scritto sia di politica che di arte e di questo non mi pento.

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