Sul palco della Kaufmann Concert Hall nell’Upper east side, Robert De Niro è stato intervistato lo scorso martedì dal critico d’arte e scrittore Robert Storr per parlare di suo padre, Robert Henry De Niro Senior.
L’occasione è la pubblicazione della prima monografia dedicata all’artista “Paintings, drawings and writings -1942-1993″ pubblicato da Rizzoli ed Electa.

Robert De Niro Senior (1922-1993) era un pittore del movimento artistico “espressionismo astratto” di cui facevano parte tanti artisti famosi come Rothko, Pollock, de Kooning e tanti altri. Nel 1945, a soli 24 anni, i suoi quadri sono stati esposti proprio accanto a quelli di Rothko e Pollock nella prestigiosa galleria Art of This Century gallery di Manhattan, ma quella fama durò poco.
La sua fama non è mai arrivata ai livelli di quella del figlio attore, eppure è stato un instancabile artista che non ha mai smesso di inseguire il sogno di essere famoso e affermato. I quadri che Robert Storr, critico d’arte e a sua volta artista (anche professore a Yale ed ex preside della facoltà d’arte), mostra al pubblico, sono lavori che si meritano un maggiore riconoscimento di quello ottenuto finora. In essi si rintracciano le linee gentili e i colori caldi di Matisse ma anche i paesaggi alla Van Gogh e molti richiami al proto-cubismo e a Picasso stesso. Nei suoi lavori ci sono anche molti autoritratti realizzati in molti momenti diversi della sua vita e quadri con crocifissi, iconografia non comune a quei tempi, ma De Niro era si’ un uomo religioso.
Storr, che di De Niro Senior è un grande fan dice: “De Niro non cercava di essere Picasso, i quadri “cubisti” sono De Niro che che pensa a Picasso, non che lo emula”. Quando Storr fa questo tipo di commenti ed entra nel merito delle linee e delle miscele degli acrilici, De Niro gli dice: “Grazie che mi insegni tutte queste cose su mio padre”. E la folla scoppia in una risata, perché e vero, De Niro, sarà anche il figlio, ma l’arte, come lui stesso ammette, non l’ha mai studiata.
“Hai mai dipinto?” gli chiedono dal pubblico. “No, non ci ho mai provato, non mi interessava, come ai miei figli non importa molto di quello che faccio adesso. Fa parte della natura di essere figli credo.”

Anche la madre Virginia Admiral (1915-2000) era un’artista, seppure di gran lunga meno prolifica del padre. De Niro ci racconta che mentre viaggiava in Europa e in Italia in autostop quando aveva vent’anni, si fermò al Guggenheim di Venezia ed uno dei quadri di sua madre era esposto li. “Era un piccolo dipinto ma mi inorgoglì moltissimo trovarlo lì”.
Poi dal pubblico arriva una domanda difficile: “Com’è stato scrivere e girare un documentario sulla vita di tuo padre?” L’allusione è al documentario uscito con HBO nel 2014, dove scopriamo che il padre era omosessuale.
“Non è stato difficile.”De Niro figlio non commenta oltre. Aggiunge solo:
“Molte delle cose che ho raccontato di lui sono accurate e prese dal diario che teneva, ma alcune sono anche frutto della mia interpretazione. Mi sarebbe piaciuto essere più curioso, avergli fatto più domande. Sicuramente diamo i nostri genitori per scontati la maggior parte del tempo. Mi pento di non aver assunto qualcuno che avesse potuto parlare con lui e con mia madre e documentare le loro vite straordinarie. Me ne pento amaramente”.
Hai un quadro preferito? Ce n’è uno che si chiama “The lady in red” e che non sapevo esistesse fino a 7 anni fa, forse quello è il mio preferito.
Lo studio di De Niro padre è ancora intatto, suo figlio lo conserva come se suo padre fosse mancato ieri.
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