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August 14, 2015
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August 14, 2015
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Cari “vocisti”, mi spiegate l’incubo Trump?

Valter VecelliobyValter Vecellio
Time: 6 mins read

Caro Stefano, cari amici de La Voce di New York, mi rivolgo a voi, chissà che non mi possiate aiutare a capire. Da quello che si apprende e si comprende qui in Italia, pare che siano una folla, i candidati repubblicani per la prossima elezione a presidente degli Stati Uniti; va bene così, perché impedire a chiunque di sognare di poter mettere il proprio spazzolino da denti nel bagno della Casa Bianca? Di più: va anche benissimo che ci sia una moltitudine di candidati: che l'elettore possa scegliere quello che gli è più congeniale, più rispondente alle sue opinioni e visione del mondo, che pensa possa tutelare meglio i suoi interessi. Ce ne fossero non 17 nel campo repubblicano, ma 170 ne sarei ancor più contento; e altrettanti nel campo democratico: chi lo dice che l'unica candidata con capacità e merito debba per forza essere Hillary Clinton? No, vi scrivo per altro, e ad altro riservo il mio stupore e la mia incredulità.

Tu, voi, ora penserete che lo stupore e l'incredulità nascano dal "fenomeno" Donald Trump. In parte. Certo, anche il solo pensare un attimo che il citato "spazzolino da denti" alla Casa Bianca possa appartenere a uno capace di dire che "sarò il più grande presidente che Dio abbia mai creato"; che chiede: "Quando è stata l'ultima volta che qualcuno ci ha visto avere la meglio sulla Cina in un accordo commerciale? Io batto la Cina tutte le volte"; che afferma che "Il Messico manda negli Stati Uniti quelli che hanno un sacco di problemi. Portano droga, Portano crimine, Sono stupratori"; e che "Arianna Huffington è brutta sia dentro che fuori. Capisco perfettamente perché il suo ex marito l'ha lasciata per un uomo, ha preso un'ottima decisione"; ecco: una persona così mi sconcerta: dovesse mai sedersi nello studio ovale della Casa Bianca prenoterei di corsa un biglietto destinazione Marte, sola andata.

Però non sono stupito che esistano, vengano apprezzati, siano popolari personaggi di questo tipo; perché tu, voi, mi potete dire, a ragione: guarda a casa tua, cos'hanno di diverso i Matteo Salvini e i Beppe Grillo? Non dicono le stesse corbellerie, non hanno lo stesso seguito, non è incredibile che riscuotano lo stesso successo? Sì, è così: e non accade solo in Italia. Accade anche in Francia e in Regno Unito, accade in Polonia e accade in Ungheria; accade in Grecia e accade in Spagna…con una sola, non marginale, differenza, però: noi siamo paesi ai confini dell'impero. Voi di quell'impero – che sarà pure in crisi, sarà anche prossimo a far la fine di quello di Bisanzio, sarà quel che volete – ne siete al centro, la capitale. Dunque, ammetterete che le sciocchezze che fanno gli americani sono, per conseguenze e peso assai superiori a quelle che possiamo fare noi. Voglio dire: se mai un giorno Salvini e Grillo dovessero diventare presidenti del Consiglio, certamente l'Italia avrebbe dei grossi problemi; ma sarebbero grossi problemi per l'Italia, dell'Italia, degli italiani. Pensa, pensate se Trump diventasse presidente degli Stati Uniti. I problemi sarebbero davvero di tutti, nessuno escluso.

E' un incubo che penso sarà destinato a restare tale (altra cosa sono gli elettori, con quelli dovrete farci i conti, prima o poi, perchè sono così, come mai lo sono diventato). Ho comunque troppa fiducia nel popolo degli Stati Uniti: che un mucchio di volte ha fatto cose sbagliate, ma alla fine, quella giusta ha saputo farla. Anche questa volta ve la caverete. Se davvero Trump dovesse continuare la sua "marcia trionfale", vorrà dire che ha deciso di fare un enorme favore a Hillary Clinton: perché non ho dubbi che una quantità di voti anche di simpatizzanti repubblicani si riverseranno su di lei.

Come ti ho detto però la questione che ti e vi chiedo di spiegarmi è altra. Trump è uno degli uomini più ricchi di questo mondo. Talmente ricco che ha già annunciato che se non sarà candidato repubblicano, correrà da indipendente; e si pagherà la campagna elettorale di tasca sua. Forse una sbruffonata, come tante altre. Però per il momento mi pare tenga duro; e qui non capisco. L'uomo, per fare la fortuna che ha fatto, per cumulare i suoi milioni di dollari, può aver avuto senz'altro un colpo enorme di fortuna, un gran «buco di culo», come dicono qui in Italia le persone educate. Ma il buco di culo c'è una volta, al massimo due. Poi la signora fortuna ti gira le spalle, e tu, se sei scemo, ti ritrovi con la tua scemenza più disgraziato di prima. Me lo spieghi, me lo spiegate, come questo individuo, dal quale non solo non comprerei la famosa automobile usata, ma da cui non accetterei neppure un caffè, me lo spieghi e me lo spiegate, come riesce a continuare a cumulare denaro, a conservare la sua fortuna, in un mondo dove occorre non solo una foresta di peli nello stomaco, ma anche astuzia, intelligenza, capacità? Insomma, qual è il mistero Trump? Già che ci siete: nel corso delle campagne elettorali, professionisti del rimestare nei bidoni dell'immondizia ti vanno a cercare anche il più piccolo "neo" da usare contro di te, dalla donna di servizio pagata in nero vent'anni fa, allo spinello che fumava tuo padre. Su Trump ancora nulla. E' troppo presto? Perché non mi direte mica che un tipo come lui è pulito?

 


Caro Valter,

Le tue domande che sprizzano stupore e preoccupazione sono comprensibili, eppure ti consiglio di non prenotare quel volo per Marte. Il fenomeno Trump rientra nella memoria storica delle elezioni presidenziali americane, dove le "eccentriche" candidature non sono mai mancate. Di miliardari che tentano di "comprarsi" la Casa Bianca, da William Hearst in poi (ricordato anche nel "Citizen Kane" di Orson Wells) ce ne sono stati diversi e poche volte hanno influito. Pur perdendo, qualche volta qualcuno ha provocato "terremoti", come con la candidatura nel 1992 dell'"indipendente" texano Ross Perot che spalancò le porte della Casa Bianca allo sconosciuto Bill Clinton affondando la corazzata del Bush padre trionfatore nella prima guerra del golfo…. 

Finora, la candidatura di Trump ha avuto un (inaspettato?) successo sul potenziale elettorato repubblicano. Ricordiamo che il magnate dei grattacieli è in testa ai sondaggi non per la Casa Bianca ma per la nomination del GOP. Ora, la candidatura di Trump terrorizza solo i repubblicani e l'elettorato conservatore perché risulterebbero entrambi perdenti se l'incubo Trump non svanirà: se infatti il miliardario di New York dovesse veramente andare fino in fondo e vincere la nomination (improbabile) del GOP, si darebbe per scontata la vittoria del candidato dei democratici (probabilmente Hillary Clinton, ma comincia a intravedersi una possibile candidatura del vicepresidente John Biden). Anche se Trump venisse sconfitto per la nomination, ecco che si potrebbe ripresentare, dopo un quarto di secolo, la stessa situazione del '92 e ancora una volta a favore dei Clinton. Questo scenario oggi appare così probabile che già sul web si scatenano le teorie del "complotto": la candidatura di Trump (da tempo in ottimi rapporti con i Clinton) sarebbe una manovra pianificata dagli strateghi di Hillary con la "partecipazione straordinaria" del miliardario per portare l'ex First Lady alla Casa Bianca…

Riguardo ai rischi che correrebbe quindi il "buco di culo" di Trump, forse questo ragionamento risponde alle domande poste da "Sciascianamente": sicuramente, comunque vada a finire, Donald Trump si conferma un uomo molto furbo, ben capace di calcolare tutte le mosse per trarne solo vantaggi.  Trump, che ricordiamo dipende da tanta pubblicità per supportare anche la sua remunerativa carriera di "showman" della tv, in realtà non rischia nulla. Dei suoi "peccati" si sa ormai tutto e uno scandalo in più anzi ne aumenterebbe la visibilità di cui ha sempre bisogno. Trump quindi, fortuna a parte, appare destinato a vincere a prescindere da chi sia il prossimo inquilino della Casa Bianca. Quella che invece potrebbe subire ulteriori e pesanti colpi alla sua credibilità, è la democrazia americana. 

Stefano Vaccara moc.ynecovalobfsctd-156410@araccavs

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Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

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