OK, MI ESPONGO: questo “governo del Nord”, ma decisamente non leghista, mi pare proprio una buona cosa. Sarà il tempo a dirmi e a dirci se avrò dimostrato ancora una volta di capire poco di politica. I motivi della mia approvazione, per quello che vale, sono banalmente ovvii e già evidenziati da tanti altri. Innanzitutto: occorreva fare presto per evitare di precipitare definitivamente nel baratro, aspettare i tre-quattro mesi tecnici necessari per organizzare nuove elezioni sarebbe stato troppo rischioso. E poi: il livello qualitativo e professionale sia del nuovo Presidente del Consiglio sia dei ministri che si è scelto è indubbiamente alto, ben diverso dalla becera pochezza della media dei loro predecessori.
La crisi è gravissima, e certo non solo in Italia. Ma questi uomini e queste donne mi appaiono ben attrezzati. A proposito, forse vi stupirò, ma la presenza di tante donne con incarichi in dicasteri di rilievo mi lascia indifferente; non ho mai creduto alle “quote rosa”, che mi sono sempre sembrate velate di un qualche razzismo all’incontrario; se le ministre sono state scelte lo sono perché evidentemente il neo capo del governo Mario Monti le ha valutate come persone meritevoli, non perché siano donne. Insomma: non so se ce la faremo, credo non lo sappia nemmeno Monti, ma la squadra per farci raggiungere i punti salvezza è quella giusta. Ecco perché, c’è qualcosa che non mi torna.
Nel generale coro di consensi con cui è stato accolto il nuovo esecutivo – e il plauso è andato giustamente anche al regista istituzionale che lo ha reso possibile, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – si stanno levando delle voci, o meglio dei sussurri, inquietanti. E stanno accadendo fatti che, forse, potrebbero nascondere altro. Anche se non so bene che cosa.
Mi spiego. Che la Lega abbia votato contro, unica voce politica contraria, mi è più che comprensibile. Il Senatur Bossi (riferiscono alcuni giornali – salvo smentite – che uno dei suoi figli potrebbe essere finito in un giro di escort e clienti di prostitute, tanto per non farci dimenticare da che cosa siamo appena usciti) ha fiutato che questo governo, pur sbilanciato geograficamente a Nord, è profondamente e sentitamente “italiano”. Tanto da avere dato vita, per la prima volta, a un Ministero della Coesione territoriale che, presumo, avrà prima di tutto il compito di ricucire e rinvigorire quello spirito nazionale tanto inviso ai leghisti. Bossi, insomma, teme non a torto che il suo movimento, che al di sotto del Po non è mai andato, possa tornare ad essere quello delle origini: un piccolo movimento territoriale confinato nell’ambito di quell’area di scontenti poco amanti del concetto che le tasse vanno pagate. Fin qui tutto chiaro.
Mi sembra un po’ più sorprendente, ma non più di tanto, il dietrofront di Nichi Vendola e della sua sinistra estrema.
Ma, in definitiva, è meglio così: bisognerà mettere in campo decisioni economiche pesanti, che incideranno sul portafoglio di tutti. Personalmente, stimo Vendola. Ma quel tipo di sinistra, la sinistra che dice “no” a tutto e a prescindere, sarebbe solo una zavorra.
No, ciò che veramente mi insospettisce è la tempistica con cui si sono scatenate una serie di manifestazioni di piazza, assieme alle “voci” che dietro potrebbe esserci la regia più o meno velata di alcuni giornali finora apertamente anti-berlusconiani. Protagonisti: i giovani. Ovvero, proprio quella “categoria” a cui Monti ha dedicato la prima frase del primo discorso che ha pronunciato subito dopo avere avuto l’incarico, sottolineando che è a loro che bisogna pensare immediatamente, offrendo lavoro e garanzie. Eppure questi giovani, ovvero alcuni di loro modello black bloc, si sono scatenati.
Frutto solo di un caso?