In occasione dell’inaugurazione del Summer Fancy Food 2024, la fiera dell’agroalimentare del Nord America fra le più importanti al mondo, al Javits Center lo stand di Coldiretti, allestito insieme a Campagna Amica e Filiera Italia (2718 – 2827 Pavillon Italy), mostra gli esempi di Italian Sounding: di fianco alle eccellenze della dieta mediterranea ci sono le loro versioni fake per sottolineare le differenze e renderle riconoscibili.
L’auspicio del presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “Possiamo arrivare a raddoppiare le nostre esportazioni agroalimentari italiane: dagli attuali 64 miliardi a oltre 120, se arrivasse un chiaro stop al fenomeno della contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine e toglie spazio ai veri prodotti made in Italy”. L’unica soluzione possibile sarebbe il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’UNESCO. Aiuterebbe a fare chiarezza sui veri prodotti Tricolore togliendo terreno fertile alla proliferazione di falsi nel mondo che rappresentano un’insostenibile zavorra per la crescita dell’export nostrano.
Presenti all’evento anche l’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti Mariangela Zappia e il presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas, con cui Coldiretti ha allestito lo stand.
Proprio oggi, per rimarcare la gravità del fenomeno, Coldiretti ha pubblicato un’indagine, in collaborazione con Ixe’, secondo la quale oltre un turista italiano su due (il 53%) che viaggia all’estero si è ritrovato pietanze e prodotti presentati come gli originali Tricolori, ma che in realtà non hanno nulla a che vedere con il Made in Italy.
Si va dall’olio “pompeiano” al vino Chianti Sangiovese fatto, in realtà, in California, fino all’immancabile Parmesan, il simbolo dei “tarocchi” ispirato al Grana Padano DOP e al Parmigiano Reggiano DOP.
Proprio i formaggi sono il prodotto più copiato e gli Stati Uniti sono alla guida del fenomeno dell’Italian Sounding. La produzione di fake ha superato i 40 miliardi in valore. Solo nel 2023, nel Paese a stelle e strisce sono stati realizzati 222 milioni di chili di Parmesan, 170 milioni di chili di provolone, 23 milioni di chili di pecorino romano oltre a quasi 40 milioni di chili di formaggi “Italian style”, le copie del marchio Made in Italy. Anche i salumi subiscono lo stesso trattamento: dal Parma al San Daniele, oltre alla mortadella Bologna o al salame Milano.
Nel suo intervento Stefano Bonaccini sottolinea l’importanza dei legami con gli Usa e la tutela del Made in Italy che vine continuamente minacciato. “Negli ultimi tre anni abbiamo sottoscritto accordi importanti con l’America, sottolinea Bonaccini, abbiamo il dovere di essere qua perché in questo paese vogliamo dare un contributo importante e vogliamo poterlo migliorare rispetto al passato”.
Il ministro Francesco Lollobrigida, invece, sottolinea che attraverso il cibo si esporta anche la nostra storia e che l’Italia è riuscita a rendere eccellenze prodotti che non erano nel nostro patrimonio alimentare, come il riso, di cui siamo divenuti i più grandi esportatori d’Europa. “Non occorre inserire nelle etichette denominazioni elaborate. Basterebbe scrivere di comprare questi prodotti perché sono quelli che usano gli italiani”.
Conclude gli interventi lo chef Cesare Casella il rappresentante dei cuochi italiani a New York, che ha spiegato l’importanza delle dieta Mediterranea riconosciuta in tutto il pianeta e particolarmente adatta per le sue caratteristiche, pure per le persone disabili e autistiche.